Lo sappiamo: la Siae è vecchia, poco efficiente e burocratizzata all'inverosimile. Certo, non stupisce che un'istituzione monopolista nata 130 anni fa non abbia saputo rinnovarsi nell'era del digitale. Il 65% degli iscritti non riesce neanche a coprire la quota annuale con le royalty guadagnate. Ma un'alternativa c'è.
Ci sono un rapper, un metallaro e un produttore. Sembra l'inizio di una barzelletta, invece parliamo del team che ha lanciato la più recente piattaforma di streaming, Beats Music.
È triangolare, è giallo e promette di offrire "la più alta qualità al mondo nella musica digitale". Parliamo di Pono, il lettore musicale di ultima generazione ideato da un rockettaro della prima ora: Neil Young.
Sono tanti anni che suono la chitarra. E devo dire che negli ultimi tempi il mio orecchio chitarristico si è un po' atrofizzato. Nel senso che sono pochi i chitarristi e i gruppi rock che mi affascinano a tal punto da ascoltare un album completo.
La domanda è legittima: il file sharing ha determinato un crollo nella produzione di nuova musica? Poiché si tratta di uno spazio del web che per sua natura si sottrae alla protezione del copyright, ci aspetteremmo una conseguente riduzione degli stimoli creativi dell'industria musicale. Ma non accade proprio così. Meno artisti si affermano oggi, è vero, ma ognuno di loro produce più musica.
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