Negli Stati Uniti lo streaming batte le vendite di cd. È la prima volta
Secondo i dati di mercato diffusi dalla Recording Industry Association of America, nel 2014 negli Usa i servizi di streaming hanno generato un fatturato complessivo di 1,87 miliardi di dollari, contro 1,86 miliardi derivanti dalle vendite di cd. Rimane dominante la fetta di mercato – 2,58 miliardi di dollari – rappresentata dai download digitali (gli acquisti su iTunes, per intenderci), che però sono in calo da diversi anni mentre lo streaming continua a crescere rapidamente.
È una crescita che fa bene al mercato: nonostante le tendenze in negativo di cd e digital download ormai strutturali, lo streaming riesce a compensare le perdite e facendo segnare una contenuta flessione dello 0,5 per cento del totale del mercato statunitense. E dal 5 per cento del 2009, oggi le piattaforme di streaming contano per quasi un terzo (27 per cento) del giro d'affari totale.
Merito anche dei servizi premium: nonostante Spotify e Deezer abbiano introdotto l'accesso illimitato ai loro cataloghi anche per la versione free, sempre più persone scelgono i servizi a pagamento per avere un'offerta di qualità. Ad oggi quasi 8 milioni di persone negli Stati Uniti pagano per usufruire di quei servizi. Un piccolo miracolo, segno anche del cambiamento di mentalità – oltre che della tecnologia – per quanto riguarda la fruizione della musica su digitale.
In netta controtendenza rispetto al cd, si segnala la crescita "in solitaria" del vinile. Un fenomeno non nuovo – è già noto da un paio di anni – ma che non smette di stupire, con i suoi ritmi di crescita a due cifre: nel 2014 le vendite di vinili sono aumentate del 50 per cento rispetto all'anno precedente.