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5 canzoni dei Depeche Mode per commemorare Andy Fletcher

Giovedì 26 maggio 2022 si è spento in maniera del tutto imprevista Andrew Fletcher, membro fondatore dei Depeche Mode, a nemmeno sessantun anni d’età. Con il suo gruppo, attivo per oltre quarant’anni, Fletcher ha ridefinito il suono della musica elettronica per il pubblico mainstream e contribuito in maniera fondamentale alla sua stessa popolarità, vendendo oltre cento milioni di dischi (mal contati) dal 1981 a oggi.

Con una carriera così lunga e prolifica, stracolma di album rilevanti e ancor più piena di singoli significativi, ci siamo permessi di selezionare cinque canzoni per provare a rendere omaggio a Andy Fletcher nel miglior modo possibile, cogliendo anche l’occasione per ricordare chi siano e quanto di buono (anzi, di ottimo) abbiano prodotto i Depeche nel corso dei decenni, producendo una musica in grado di conquistare legioni di fan ed estimatori senza soluzione di continuità.

Personal Jesus

Impossibile non aprire una carrellata di canzoni dei Depeche Mode con uno dei maggiori successi del gruppo, una delle due tracce che li ha lanciati nell’Olimpo dei musicisti più influenti degli anni 80 e 90. Personal Jesus, come tanti altri brani dell’epoca di Violator – l’album che lo contiene – viene creato a partire da un semplice riff di chitarra che, nel corso dell’elaborazione del pezzo, viene arricchito da altre componenti elettroniche che lo inspessiscono mentre la voce di Dave Gahan si innalza solenne. Il ritmo della canzone prosegue ostinato e lineare mentre i suoni che compongono il resto del brano – voce inclusa – entrano ed escono in continuazione, formando una stratificazione sonora maestosa che gioca tanto con lo stimolo sonoro di quell’istante, quanto con il residuo del precedente, che rimane in testa e verrà rievocato poco dopo.

I Feel Loved

Canzone più recente che arriva direttamente dalla produzione del gruppo dei primi anni 2000, I Feel Loved non è uno dei maggiori successi della band ma esprime perfettamente cosa siano i Depeche Mode e quale sia la loro estetica sonora in quel momento, piena di suggestioni provenienti dalla musica da club dei primi anni 90 per quanto riguarda soprattutto base e bassi ma anche di aperture melodiche struggenti, ovviamente affidate al talento vocale di Gahan. Per il resto, il mix tra idee basilari chiaramente nate sulla strumentazione “analogica” e rivestimenti elettronici (ormai di origine pienamente digitale) urla “Depeche Mode” in ogni nota mentre i tratti malinconici ma estremamente sensuali del brano prendono sempre più forma nella corsa della canzone verso la sua stessa conclusione.

Strangelove

Brano di Music for the Masses, l’album precedente a Violator e con il quale forma una sorta di dittico, Strangelove fotografa benissimo tanto l’approccio alla composizione stratificata tipico dei Depeche Mode quanto fossero ancora immersi nei suoni anni 80 tra il 1986 e il 1987, quando hanno scritto e inciso il brano. Strangelove è un brano già agrodolce e malinconico ma, a livello sonoro, l’atmosfera non è cupa e quasi oscura come invece sarà per le canzoni di Violator: c’è ancora un riverbero giocoso, tipico della musica dance ed elettronica degli anni 80, che si trasformerà nei lavori successivi del gruppo.

Barrel of a Gun

Singolo di maggior successo degli anni 90 insieme con Enjoy The Silence (scritta e pubblicata però nel decennio precedente), Barrel of a Gun è un brano acido, aggressivo e ruvido, senza grandi aperture romantiche o malinconiche. Si tratta di una canzone estremamente figlia degli anni 90, con un groove pervasivo e invadente, estremamente figlio della club culture del periodo. L’inattesa dolcezza quasi disperata del canto di Gahan nel ritornello si contrappone in maniera fortissima ma anche molto azzeccata ai suoni acidi, spietati e inesorabili di sintetizzatori e chitarre filtratissime mentre la base ritmica quasi techno prosegue il suo corso, incurante e pesante.

Enjoy The Silence

E infine la canzone più inevitabile di tutte, se si tratta di ripercorre la carriera dei Depeche Mode. Enjoy The Silence è un capolavoro di stratificazione sonora, di capacità immaginativa, di fascino e di generazione di atmosfere, un brano in grado di trascinare chi ascolta altrove con una facilità rarissima. Un pezzo suggestivo, sognante, trascinante e molto ben equilibrato, strapieno di suggestioni differenti ma anche molto ancorato al suo riff di base, rielaborato più volte all’interno dello stesso tessuto musicale della canzone, e perfettamente accoppiato alla linea melodica del canto di Dave Gahan, altero ma emozionante al massimo.

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.

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