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5 temi stupendi tratti da colonne sonore di Ennio Morricone

Quasi due anni fa, nel 2020, il maestro Ennio Morricone ci lasciava dopo aver scritto pagine fondamentali nella storia della musica italiana del Novecento e dei primi anni del terzo millennio. Compositore ultra-versatile che certamente non ha bisogno di presentazioni, Morricone ha legato il suo nome al cinema, come tutti sanno. Tra tutte le colonne sonore che ha scritto in cinquant’anni abbondanti di carriera, ci siamo presi la libertà di scegliere cinque dei suoi temi più noti per rendergli omaggio, consapevoli che avrebbero dovuto essere almeno quattro volte tanto per dare un'idea vagamente più precisa della sua grandezza.

Per un pugno di dollari – Titoli (1964)

I titoli di apertura de Per un pugno di dollari sono la scelta più ovvia possibile, quando si parla di Morricone. Però sono anche una scelta inevitabile: summa perfetta di quello che è il filone musicale seguito da ogni film che possiamo inserire nel sottogenere degli spaghetti western, i titoli di testa del primo film della cosiddetta Trilogia del dollaro di Sergio Leone oggi sono del tutto inscindibili dall’idea di un cowboy che cavalca nel deserto sabbioso con le colt alla cintura. L’arpeggio di chitarra che fa da architrave del brano, la melodia fischiata invece che cantata, l’apertura finale dell’arrangiamento con tanto di coro: ogni dettaglio è perfettamente a fuoco ed è diventato emblematico di per sé. Anzi, la canzone è diventata talmente nota e identificabile con l’idea del Far West in generale che ci siamo quasi dimenticati di come funzioni divinamente proprio come apertura del film, in qualità di sfondo musicale dei titoli di testa (realizzati clamorosamente al risparmio, come tutto in Per un pugno di dollari).

C’era una volta in America – Deborah’s Theme (1984)

Vent’anni dopo l’inizio del loro sodalizio artistico, Sergio Leone ed Ennio Morricone sono ancora insieme, più uniti che mai, per C’era una volta in America, l’ultimo film del regista romano. La colonna sonora è ancora una volta una perla assoluta della produzione di Morricone e, tra i vari temi ideati dal compositore, bisogna per forza di cose scegliere Deborah’s Theme, quello diventato più celebre, al punto da essere quasi didascalico. Non si contano le occasioni in cui il brano è stato adoperato come sfondo musicale per immagini a tema amore/romanticismo/lieto fine e in effetti la melodia è struggente, sognante, dolcemente malinconica al punto da evocare qualcosa di bello ma anche irraggiungibile. Di fatto, all’interno della storia di C’era una volta in America, il Deborah’s Theme viene usato per descrivere l’idea di Deborah che ha Noodles, nonché tutto il trasporto che prova per la ragazza, più che il loro complesso rapporto. Un amore idealizzato, giovanile, acerbo e sfumato ma anche travolgente tradotto sul pentagramma in maniera perfetta.

Il buono, il brutto, il cattivo – Titoli (1966)

Accanto a Per un pugno di dollari, un altro brano adoperato per i titoli di testa che è assolutamente inevitabile citare quando si parla di Ennio Morricone è ovviamente quello composto per Il buono, il brutto, il cattivo. Il cuore di tutto è un’unica melodia, creata per rievocare l’ululato del coyote, come ha raccontato lo stesso compositore: «Due voci maschili cantavano sovrapponendosi l'una con l'altra, una gridando A e l'altra E. Gli AAAH ed EEEH dovevano essere eloquenti, per imitare l'ululato dell'animale ed evocare la ferocia del selvaggio West». Apparentemente semplice, quella melodia è composta da sole due note ma viene usata per introdurre ognuno dei tre personaggi principali: ciò che cambia è lo strumento che la interpreta. Nel caso del Biondo abbiamo il flauto dolce, più rassicurante, per lo spietato Sentenza c’è il più basso e cupo arghilofono mentre la voce umana è lo “strumento” scelto per Tuco, adattissima a restituire la sua imprevedibilità. A livello di “clima” generale del brano, ritroviamo le stesse sensazioni di Per un pugno di dollari ma la tripartizione particolarissima della melodia principale rende i Titoli de Il buono, il brutto, il cattivo inconfondibili con qualunque altro tema cinematografico mai composto.

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto – Originale (1970)

Il tema portante de Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto è il brano più noto tratto dal film di Elio Petri e lo scegliamo sicuramente per la sua celebrità ma anche come sineddoche di tutta la colonna sonora. Questa è infatti densa di idee geniali avute da Morricone, su tutte la scelta di far interpretare i brani che accompagnano la crescente follia del protagonista da strumenti via via sempre più scordati o difettosi, in maniera da inserire nella musica delle note dissonanti e soprattutto disturbanti, fuori posto, alienanti. La musica diventa così un altro modo di raccontare il processo di alienazione del Dottore che Gian Maria Volontè porta contemporaneamente su schermo, trasformandosi in un ulteriore strumento diegetico a disposizione della regia. In quest’ottica, è molto brillante anche decidere di far suonare la melodia principale del pezzo portante pizzicando le corde di un violino, invece di suonarla con l’archetto, per dare l’idea della situazione strana, atipica, quasi paradossale. Proprio come molte altre creazioni di Morricone, il tema principale del film è diventato negli anni perfetto sinonimo di “situazione strana o paradossale”, talmente è evocativo ed efficace nel trasmettere quel genere di sensazione.

The Mission – Gabriel’s Oboe (1986)

Non si può concludere una selezione – breve e incompleta, per necessità – delle canzoni che Ennio Morricone ha composto per il cinema senza includere Gabriel’s Oboe, traccia più celebre della colonna sonora di The Mission, film diretto da Roland Joffé nel 1986. Anche questo pezzo è finito dritto dritto nella sezione “Immortali”, quella dedicata a tutte le musiche tratte da film che vengono citate in continuazione anche oggi (e continueranno a esserlo per chissà quanto tempo ancora) grazie alla sua accessibilità e alla sua bellezza. Nato come una variazione sul tema del canto gregoriano Veni Creator Spiritus, Gabriel’s Oboe viene suonato per la prima volta in The Mission come un raro caso – nella produzione di Morricone, soprattutto – di musica intradiegetica, cioè quella musica prodotta direttamente dai personaggi del film all’interno della narrazione e non come il classico sfondo musicale esterno che lo spettatore sente ma il personaggio no. Chiaramente, oltre alla linea melodica principale suonata dall’oboe, il pezzo ha anche un suo arrangiamento orchestrale che nel film viene suonato quando il tema viene riproposto al di fuori della scena in cui Gabriel lo suona per tentare di approcciare i nativi Guaraní: è in questa forma che poi è diventato celeberrimo.

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.

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