6 canzoni per celebrare i vent’anni di carriera di Avril Lavigne
Vent’anni di Avril Lavigne, chi l’avrebbe mai detto. Il 2002 ha visto il grande debutto della cantautrice canadese, subito capace di conquistare le classifiche di tutto il mondo con il suo primo singolo, Complicated, e con il suo primo album, Let Go. Ai tempi Avril era una diciottenne biondissima, dotata di una personalità molto spiccata, uno look da skater girl e un’evidente attitudine rock che traspariva dalle sue canzoni, per quanto le sonorità fossero smorzate e arrangiate nella maniera più pop, in maniera da rendere accessibile la sua musica al pubblico più ampio possibile. Il successo è stato appunto grande e immediato ma, nel tempo, è diventato evidente come la ricetta fosse anche duratura: a Let Go sono seguiti altri sei dischi fino a Love Sux, uscito lo scorso 25 febbraio, a quasi vent’anni esatti di distanza dal debutto di Complicated.
Vent’anni costellati da hit e tormentoni che hanno dominato le classifiche di vendita e di gradimento, monopolizzando stazioni radio e canali televisivi, specialmente nella prima metà della carriera di Avril. Capace di proporre un modello di ragazza rock, forte e autorevole e, allo stesso tempo, fedele al suo stile personale in maniera rassicurante, la Lavigne ha anche attraversato un momento meno facile a metà degli anni Duemiladieci salvo fare la sua rentrée in grande stile nel 2019. Ora è tornata con un nuovo disco che recupera le sue radici remote e che nasce da ciò che le riesce meglio: imbracciare la chitarra elettrica e suonare. Di conseguenza, è tornato anche il suo solito successo.
Complicated (Let Go)
Come si può celebrare Avril Lavigne senza partire dalle basi stesse della produzione musicale di Avril? Complicated è tuttora, dopo vent’anni, una canzone rock-pop deliziosamente mainstream, un esempio di perfetto mix tra l’attitudine ribelle dell’adolescenza e la sinuosità del pop ben fatto, un rock leggero, accessibile ma coinvolgente. E sincero. Perché nonostante nulla del “prodotto Avril Lavigne” fosse lasciato al caso a livello di “confezione”, la Lavigne è sempre stata un personaggio estremamente vero, che nelle sue canzoni scrive di sé, delle sue esperienze, dei suoi sogni e delle sue sensazioni. In Complicated questa sincerità emerge nettamente ed è probabilmente l’ingrediente segreto che le ha consentito di avere successo per tutti gli ultimi vent’anni.
Girlfriend (The Best Damn Thing)
Singolo di lancio del terzo album della cantante, Girlfriend è stata scritta dalla Lavigne insieme con il suo compagno dell’epoca, Deryck Whibley dei Sum 41. Canzone sfrontata, estremamente divertente nella sua giocosa (e plasticosa) aggressività da scuola superiore, Girlfriend è un pezzo sornione e frizzante che si adatta perfettamente alla parte più scatenata e rock della personalità di Avril, emersa già in Sk8er Boi e qui aiutata dall’impareggiabile capacità di Whibley di rendere estremamente accattivante (in senso pop) il punk più scanzonato. Canzone indovinatissima soprattutto grazie al ritornello appiccicosissimo e al riff di chitarra estremamente semplice ma efficace, questo singolo ha avuto un successo planetario ed enorme, che l’ha reso ancora oggi uno dei brani più amati della cantautrice canadese.
My Happy Ending (Under My Skin)
Si sarebbe potuta scegliere I’m With You come rappresentante delle ballad in stile Avril ma My Happy Ending è forse una scelta più controintuitiva ed efficace perché rappresenta un passo in più rispetto alla classica ballata acustica che, alla fine, è un grande classico degli artisti rock, i quali almeno ogni tanto se ne concedono una o due. A livello vocale, My Happy Ending porta la Lavigne a spingersi fuori dalla comfort zone e a sfruttare appieno la sua vocalità, esile ma anche capace di essere molto acuta. L’arrangiamento è inoltre più complesso di quanto non sembri e, in generale, il brano è uno dei pezzi musicalmente più compiuti dell’intero repertorio della cantante.
What The Hell (Goodbye Lullaby)
Altro esponente della vena più scherzosa, divertita e sfrontata di Avril Lavigne, What The Hell si distingue per il massiccio impiego di suoni elettronici e per essere apertamente un brano pop, probabilmente tra i più lontani in assoluto dall’anima rock della cantante. Una canzoncina pensata per dominare le classifiche (cosa che è in effetti riuscita) e che contiene in sé tutta la parte più bubblegum, accessibile e “consumabile” del talento compositivo della Lavigne. Un divertissement, nient’altro che un divertissement, in fondo. Ma che, nella sua sostanza sfuggente nascosta da una forma vaporosa e gassosa, esprime la capacità di Avril di creare hit mainstream. Una sorta di Sk8er Boi senza però la minima carica rock.
Bite Me (Love Sux)
La canzone dell’ultimo ritorno sulle scene della Lavigne nonché una decisa virata che la riporta molto vicino alle sue stesse origini musicali, di cui fa inevitabilmente proprio il punk, genere con cui è cresciuta e che – per quanto non ci si voglia associare apertamente – fa parte tanto del suo vissuto musicale, quanto del “personaggio” Avril Lavigne, il quale ha un'immagine che da sempre flirta col punk. Il brano è allo stesso tempo fresco ma anche inequivocabilmente figlio della cantante canadese e assolve perfettamente alla sua funzione di "apripista" di Love Sux.
Losing Grip (Let Go)
Nonostante sia parte del primissimo disco della Lavigne, Losing Grip è ancora oggi il singolo più “duro” in assoluto scritto dalla cantautrice canadese. Una vera cavalcata rock che flirta con le sonorità post grunge in voga all’epoca e che ha una melodia di base molto cupa: in un certo senso, è la canzone esattamente speculare a What The Hell e al filone più leggero della Lavigne. Uno dei brani più potenti della cantante che, ancora oggi, non ha perso un grammo della sua forza.