6 sigle bellissime di serie tv molto famose
Disclaimer: articolo il cui contenuto è a totale discrezione dell’autore. Le sigle scelte sono presenti in quanto incontrano il suo gradimento: non si tratta delle più rilevanti della storia né delle più belle in senso assoluto e non c’è alcuna pretesa di esaustività.
Oggi le serie tv rivaleggiano con il cinema. È un dato di fatto: dopo interi decenni passati a fare da “fratello minore” del grande schermo all’interno della grande famiglia dello story telling video, i serial si sono imposti come formato di maggior fruizione e gradimento da parte del grande pubblico. Alcune serie hanno saputo rompere gli argini in maniera così netta che si sono trasformate in autentici eventi di costume popolare, guadagnando una notorietà estrema e una risonanza enorme (e internazionale). Contemporaneamente, tantissimi dei talenti creativi più notevoli dell’industria cinematografica hanno iniziato a considerare i progetti televisivi come concorrenziali rispetto a quelli del mondo del cinema, inaugurando un’era di continuo passaggio di artisti e cineasti tra grande e piccolo schermo. Tra questi, i compositori hanno ovviamente una posizione di rilievo.
Parte del fascino di una serie tv può arrivare infatti anche dalla colonna sonora e dalla stessa sigla: quando si affronta un prodotto nuovo, la bellezza e l’efficacia dell’intro possono rivelarsi un fattore chiave per catturare lo spettatore. È ovvio che il parametro fondamentale per “entrare” in una serie nuova resta sempre e comunque il suo contenuto ma, ecco, un buona opening certamente aiuta e può fare la sua parte nel costruirne la fama e, nei casi più fortunati, il mito. Gli studios che realizzano le serie lo sanno perfettamente e si dedicano con particolare cura alla realizzazione o alla scelta della musica che introduce ogni episodio delle loro produzioni.
Del resto, a diverse sigle di serial è capitato di diventare sinonimo non solo della serie che introducevano ma, in generale, dei temi che vi venivano trattati o raccontati. La conseguenza è che non è raro trovarle come musica di accompagnamento dei servizi del tg che affrontano quegli stessi argomenti o come sfondo di eventi tematici. È una sorte condivisa con le colonne sonore dei film: il tema de Il padrino è inevitabile nei programmi tv che parlano di mafia tanto quanto lo è la sigla di Star Trek se si parla invece di spazio e affini.
Insomma, oggi le sigle delle serie tv sono uno dei tanti possedimenti della cultura pop, con tanto di regolare nicchia di appassionati. In Italia lo sappiamo perfettamente: è da noi, dopo tutto, che Cristina D’Avena è assurta al rango di popstar grazie al fatto che ha cantato gran parte delle sigle dei cartoni animati di casa Mediaset (e i cartoni animati sono serie tv in tutto e per tutto). Perché non provare a sceglierne sei particolarmente riuscite, allora?
Game of Thrones (composizione originale)
Non sono molti i motivi musicali creati negli anni duemiladieci che possono considerarsi più riconoscibili del tema di Game of Thrones, che poi è la musica che fa da sfondo alla sigla. Composizione originale del musicista tedesco (di origini iraniane) Ramin Djawadi, il tema di GoT è stato ideato, messo insieme e rifinito nel giro di appena tre giorni. Djawadi ha raccontato che la produzione l’ha cercato appositamente per avere una sua creazione da usare per la sigla, chiedendogli solo di evitare flauti e violini come strumenti principali dell’arrangiamento che sarebbe andato a creare perché considerati già fin troppo presenti all’interno delle composizioni a tema fantasy. Secondo il suo stesso compositore, inoltre, il brano evoca un lungo viaggio in cui si attraversano tante località diverse: questa sensazione deriva dal fatto che l’ispirazione gli è venuta dopo aver visto una prima bozza dell’animazione che avrebbe fatto da controparte visiva alla sua musica, nella quale – come nella versione più nota – lo spettatore assiste a un tour di tutti i centri abitati più importanti di Westeros. Dato poi l’embargo su alcuni strumenti, Djawadi ha dovuto scegliere un protagonista meno usuale per la melodia del brano e ha deciso di andare sul violoncello, che in effetti regala una piccola sensazione di nuovo alla composizione finale.
Daredevil (composizione originale)
La sigla iniziale di Daredevil di Netflix è opera del compositore John Paesano, che ha curato anche l’intera colonna sonora del serial (come Mark Snow con X-Files, per esempio). Di fatto, l’autore ha messo insieme la musica della sigla d’apertura per poi trasformarla anche nel tema portante del protagonista seguendo sempre una direttrice principale: la semplicità. Come spiega lui stesso: «Volevamo fare uno show ben radicato nella realtà. Non volevamo che il pubblico avesse l’impressione che stava guardando una “serie sui supereroi” […] Il personaggio di Daredevil sembra essere più complesso di tanti altri per via della sua vita personale, del fatto che è un portatore di handicap… Ha una storia più cupa di tanti altri personaggi creati dalla Marvel […] Era molto importante cercare di assicurarci di catturare [nella musica] quella crudezza. Per farcela, pensammo che uno degli elementi da tenere in conto fosse realizzare la musica nel modo più minimalista possibile perché volevo creare una musica che venisse sentita e non necessariamente ascoltata. La maniera con cui siamo arrivati al tema di Daredevil e, più in generale, con il suo suono, stava nel cercare continuamente di tenere d’occhio la semplicità e l’essere semplici mentre, allo stesso tempo, dovevamo anche essere interessanti».
Nonostante capiti molto di rado, Paesano ha azzeccato fin dall’inizio la melodia della sigla in maniera del tutto imprevista anche per lui stesso: «Il motivetto di semplice pianoforte che è nella sigla è stato sviluppato all’interno della prima demo che ho fatto per ottenere il lavoro di compositore dello show ed è una cosa che normalmente non succede mai. Di solito, la demo che faccio per un programma è qualcosa che penso di volere per quella produzione e che viene apprezzato ma, appena riesco a entrare di più nello show, di norma la butto via con lo sciacquone e non la uso mai. Questa melodia però è rimasta e siamo riusciti a staccarla dall’altro materiale della demo per convertirla nella sigla. Le sigle d’apertura sono toste perché sono brevi, ci si entra e ne si esce e vanno rese in qualche modo memorabili». Un piccolo colpo di genio che contribuisce a rendere la composizione così interessante è la chiusura, che replica un battito cardiaco. Paesano spiega che è tutto fuorché casuale: «Volevo creare un tipo di energia che avesse quel battito basso e credo che quel genere di conclusione a basso ritmo fosse un ottimo modo per mantenere la direzione giusta e la tensione alta senza essere troppo intrusivo».
Vikings (Fever Ray – If I Had a Heart)
Evocativa, misteriosa e inquietante al punto giusto, If I Had a Heart di Fever Ray (pseudonimo della cantautrice e produttrice musicale Karin Dreijer) è un brano semplicemente perfetto per introdurre i vari episodi di una serie cruda ma pervasa di misticismo come Vikings. Il tessuto sonoro che fa da base al pezzo ricorda le onde del mare che i protagonisti attraversano e vivono intensamente e i toni cupi e insinuanti della musica e del cantato si sposano perfettamente con l’atmosfera religiosa che la serie dipinge, le sue suggestioni mistiche. Inoltre, il lavoro concettuale alla base della realizzazione della parte visiva della sigla è perfettamente azzeccato e intonato alla “temperatura” del brano, come spiega il regista dell’opening Rama Allen: «È una sequenza che racconta la separazione di un vichingo da questo mondo. Lui scivola nel buio circondato dagli oggetti della sua vita: armi, oro, ossa». Molto cupo, molto dark ma anche molto centrato e suggestivo.
Stranger Things (composizione originale)
Scritto da Kyle Dixon e Michael Stein della band elettro/synthwave Survive, il tema principale di Stranger Things è un’altra di quelle melodie che più o meno chiunque riconosce quando viene fischiettata qua e là. La progressione del brano porta a farlo crescere lentamente ma inesorabilmente, aggiungendo strati musicali fino a creare un senso di climax qualche secondo prima del termine che funziona perfettamente con la sua funzione di sigla iniziale di un programma tv. Il tutto conservando un’eco del gusto compositivo anni 80 e del tipo di musica che andava per la maggiore in quell’epoca. Inoltre, grazie alla sua potenza evocativa, il tema è anche lo sfondo musicale perfetto per l’idea visiva che Imaginary Forces, lo studio grafico che ha concepito le immagini dell’opening, ci ha sviluppato sopra. Dixon e Stein hanno creato tre versioni diverse del pezzo: da trenta, quarantacinque e sessanta secondi. Poi, i Duffer Brothers – creatori del serial – hanno scelto la più lunga: prima di diventare ufficialmente Stranger Things Theme, il brano era identificato con il nome provvisorio Prophecy (che, in effetti, sarebbe stato un titolo azzeccato).
X-Files (composizione originale)
Il tema della sigla di X-Files è probabilmente uno dei dieci o quindici temi musicali tratti da produzioni tv più famosi della storia. Scritto dall’esperto compositore per cinema e tv Mark Snow tra il 1992 e il 1993, il brano è stato commercializzato per la prima volta nel 1996 all’interno dell’album The Truth and the Light: Music from the X-Files, che raccoglieva estratti della colonna sonora delle prime tre stagioni del serial. All’interno del disco, il tema è segnalato con il nome Materia Primoris ma oggi ci si riferisce come The X-Files, più semplicemente. Snow decise di inserire su una sua base sonora la melodia preimpostata dei sintetizzatori Proteus della E-mu chiamata Whistling Joe opportunamente modificata (anche grazie alla moglie Gwyn). Lo showrunner Chris Carter però non era colpito dal risultato e lo rifiutò, sostenendo che mancasse qualcosa. Snow, in preda alla frustrazione – come ricorda lui stesso – si rimise alla tastiera cercando di risolvere il problema e, per caso, premette l’effetto eco mentre riprovava le note della base. Colpito dalla trovata, per quanto casuale, cominciò a rifinire l’intuizione dell’eco tenendo come riferimento il brano How Soon Is Now? degli Smiths. Il prodotto finale piacque tantissimo e venne approvato dalla produzione: ancora oggi fa il suo dovere nello scatenare quel brividino inquietante nella spina dorsale di chiunque lo ascolti.
Westworld (composizione originale)
Seconda (meritatissima) citazione per Ramin Djawadi che, oltre a Game of Thrones, è anche il compositore di Westworld; le due serie, peraltro, condividono lo stesso network televisivo, ossia la HBO. Assoldato nel team creativo della serie dallo showrunner Jonathan Nolan, che aveva già lavorato con lui in Person of Interest, Djawadi si è trovato di fronte a una serie che lo attraeva prima ancora di saperne i dettagli in quanto adattamento di un vecchio film che, da bambino, adorava: «Quando Jonathan mi ha detto di cosa si trattava mi è quasi caduta la mascella […] ho iniziato a comporre per la nuova serie molto, molto presto, cosa che non faccio mai, la maggior parte delle volte […] stavolta ho cominciato a scrivere basandomi solo sulle conversazioni con Jonah. Quando hanno cominciato a passarmi i copioni, poi, ho scritto sempre più». Anche l’idea per la sigla è arrivata grazie a un’imbeccata di Nolan: «L’idea principale che Jonah voleva sviluppare nella sigla era mettere in scena qualcosa che viene costruito. Musicalmente, dal mio punto di vista, ho preso la cosa come un “cominciamo molto piano, con pochi strumenti e costruiamo da lì per poi far diventare tutto più grande”».
Bonus track: L’attacco dei giganti (Linked Horizon - Guren No Yumiya, stagione 1)
Autentico tormentone tra tutti gli appassionati di animazione giapponese, Guren No Yumiya è la sigla della prima metà della prima stagione dell’adattamento animato de L’attacco dei giganti. Brano ultrasincopato che pesca a piene mani dal repertorio power metal europeo anni 90, è una composizione dei Linked Horizon, nome usato dalla band Sound Horizon quando si trova a dover scrivere musica basata sulle proprietà intellettuali altrui e non per i propri album e dischi. Il mix di arrangiamento sinfonico e metal pesante rende il pezzo adrenalinico nel ritornello mentre l’intensità cala in maniera studiata durante le strofe, secondo un formato ricorrente nel genere. Il pezzo è tutto meno che monocorde e contiene diversi “movimenti” che danno alla composizione anche un sapore vagamente prog, per quanto senza dubbio on steroids. Inoltre, il ritornello, per quanto stratificato, ha una linea melodica principale molto semplice e accattivante, che rimane facilmente in mente. Curiosamente, il testo presenta anche delle frasi in tedesco e, nella sua versione estesa, ha anche delle sezioni musicali completamente assenti dalla versione ben più corta usata per la sigla.