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Cosa resta di X Factor 2022: Beatrice Quinta

È sempre difficilissimo riuscire a capire cosa resterà di un’edizione di X Factor mentre il talent canoro di Sky va in onda o si è appena concluso. Qualche indicazione c’è ma è poi solo grazie alla prova del tempo che si può effettivamente verificare se un artista dello show ha veramente la stoffa per durare e affermarsi o il suo quarto d’ora di gloria si ferma allo stesso programma che lo ha lanciato. Per capirlo, basta guardare l’elenco dei vincitori delle sedici edizioni fin qui disputate; solo Francesca Michielin e Marco Mengoni sono effettivamente diventati delle autentiche popstar (qualcun altro, tipo Chiara Galiazzo o Michele Bravi sono solidi professionisti del settore ancora oggi ma la loro fama e il loro successo sono imparagonabili rispetto a quelli della Michielin o di Mengoni).

Certo, il programma ha lanciato anche altri artisti, i quali hanno magari fatto persino più fortuna degli stessi vincitori: Noemi, Giusy Ferreri, Mahmood, le Donatella e ovviamente i Måneskin, a oggi probabilmente il “prodotto” di maggior successo sfornato da X Factor. Il punto è che non si sa mai se un artista che prende parte allo show funzionerà veramente anche al di fuori dello stesso… Né quando, peraltro. O, ancora più importante, chi tra coloro che partecipano alla kermesse.

La sedicesima edizione, quella targata 2022 e appena conclusa, ha di sicuro proposto tra i quattro finalisti un’interprete (e autrice) che sembra poter avere qualcosa in più dei suoi colleghi, non foss’altro perché il suo inedito risulta essere il più ascoltato sulle piattaforme streaming nonché il più in alto in classifica, tra tutti i brani originali proposti durante lo show. Parliamo di Beatrice Quinta – già definita testualmente da Fedez come «l’unica, vera pop star che ha preso parte a X Factor 2022» durante la finale del programma. Una definizione che, onestamente, è difficile da smentire, per quanto visto sul palco della trasmissione con la grande X.

Al di là del fatto che la nostra è ciò che in gergo si definisce come “animale da palcoscenico” – ossia qualcuno in possesso di un carisma dirompente che esplode fino al suo pieno potenziale mentre si esibisce, a prescindere dall’ampiezza del pubblico e del palco stesso – dicevamo del suo inedito: la sua Sesso è una canzone che contiene già tutti gli ingredienti utili per fabbricare una hit. Il primo è ovviamente la linea melodica della voce: ogni porzione del brano sembra fabbricato apposta per mandarla a memoria senza fatica (e il ritornello più del resto, com’è logico). La base musicale è curata ma scarna fino all’osso: i suoni elettronici e un ritmo dance creano un vortice ipnotico su cui la voce enfatica di Beatrice può divertirsi improvvisando più o meno qualunque svolazzo venga in mente alla cantante. E, a proposito di voce, quella della Quinta ha un timbro molto limpido e gradevole, che l’interprete arrochisce facilmente a comando ma non solo; Beatrice è molto abile a estrarre dal cilindro gorgheggi, piccoli virtuosismi e manierismi che dimostrano come il suo controllo sia totale e del tutto servo dell’interpretazione. Sesso non è solo una canzone divertente: dà anche l’idea che l’autrice se la sia goduta (tantissimo) nel corso di tutto il processo di registrazione.

Beatrice Quinta 2

Il testo gioca in maniera molto furba (e indovinata) sul tema noto della “rivincita dei cuori spezzati” e sul chiaroscuro che le relazioni vissute senza impegno possono portare con sé, talvolta a vantaggio di uno dei due componenti della coppia, talvolta a vantaggio dell’altro, in un continuo capovolgimento dei rapporti di forza all’interno del rapporto. Niente di innovativo ma sufficientemente fresco per divertire l’ascoltatore: un po’ perché è tutto esplicito e diretto, un po’ perché si descrivono tanti momenti di un’esperienza amorosa più o meno comune, in cui chiunque – e veramente chiunque – può riconoscersi. Una simbolica vendetta del “sottone” ex innamorato che preannuncia una potenziale vittoria, ben più reale, di Beatrice Quinta sullo scenario pop italiano. Francamente, non vediamo l’ora.

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.