Tipi da chitarra: George Harrison

Nuova rubrica mensile in cui, un profilo alla volta, raccontiamo dei musicisti che hanno fatto del loro rapporto con la chitarra il loro tratto distintivo. A volte virtuosi, a volte essenziali, a volte adorati, a volte quasi sottovaluti: in ogni caso, più che come semplici chitarristi, vogliamo ricordarli come persone in grado di vivere una relazione autentica con il loro strumento.
George Harrison è stato il chitarrista solista dei Beatles e, come tale, al cospetto della vulcanica (e incredibilmente influente) creatività della coppia Lennon-McCartney, forse è tuttora un componente sottovalutato e considerato “minore” del celebre quartetto britannico. In realtà, George era l’unico membro del gruppo originale ben considerato in virtù delle sue capacità tecniche che, in realtà, gli hanno consentito l’accesso nella band nonostante la giovanissima età (anche Ringo Starr, che arriverà più tardi, si conquisterà l’ingresso nel gruppo soprattutto grazie alle sue capacità musicali).
George Harrison, chitarra solista dei Beatles
Tuttavia, nonostante l’allora adolescente di Liverpool vantasse un’abilità considerata come notevolissima all’interno della cerchia sociale in cui si sono formati i Beatles, siamo ovviamente lontanissimi dal concetto di virtuoso e, anche diventando musicista professionista, Harrison è sempre rimasto un solidissimo interprete della chitarra senza però mai essersi interessato all’acquisizione di una tecnica espressiva sopraffina ed elitaria. George ha sempre privilegiato la connessione emotiva e creativa con il suo strumento rispetto a quella tecnica, pur maturando uno stile personale ed estremamente riconoscibile.
Nato come enorme fan del rock’n’roll americano anni 50, stregato da Chuck Berry e altri eroi del genere, il più giovane dei Beatles non è nemmeno rimasto fermo sulla chitarra per tutta la vita, anzi: già a metà degli anni 60, ad appena 22 anni d’età, George viene affascinato dal sitar, tipico strumento indiano che per diversi anni studierà approfonditamente (e, a tratti, anche più della chitarra).
Chitarra e sitar, sperimentazione e composizioni
Il suo interesse negli strumenti musicali estranei alla tradizione occidentale non si esaurisce peraltro col sitar, avendo egli suonato anche altri strumenti originari dell’India come l’arpa indiana o il tambura; più in generale, Harrison ha sempre sperimentato con sonorità innovative e spesso inedite, trovandosi anche tra i precursori della musica elettronica. All’interno di Norwegian Wood, canzone scritta da John Lennon, George contribuisce pesantemente alla forma finale del pezzo introducendo il sitar, innescando una piccola rivoluzione: quel suono, infatti, è il primissimo suono di strumento non occidentale mai ascoltato in un brano pop di (enorme) successo.
Tuttavia la chitarra è sempre rimasta il suo primo, indimenticabile amore. Non importa a che strumento si fosse dedicato negli ultimi tempi, come hanno spesso raccontato i suoi amici più intimi, George era sempre più che disposto a imbracciare la sua sei corde e a improvvisare jam session tanto in studio, quanto nella vita ordinaria di tutti i giorni. E, a volte, semplicemente aiutava degli amici a superare dei blocchi creativi, come nel caso del suo amico fraterno Eric Clapton e di Badge, celeberrimo pezzo dei Cream che Slowhand non riusciva a completare (e l’arpeggio è chiaramente farina del sacco di Harrison).
La chitarra come protagonista delle stesse canzoni
Sebbene non sia una rarità assoluta, inoltre, Harrison ha scritto più di una canzone esplicitamente dedicata alla sua chitarra, la sua compagna di una vita (artisticamente parlando) e, tra queste, While My Guitar Gently Weep, realizzata quand’era ancora nei Beatles, è probabilmente uno dei pezzi più amati in assoluto dai fan dei Fab Four, oltre che uno dei vertici creativi dell’intera produzione del compianto George. Qualche anno più tardi, poi, una volta intrapresa con successo la carriera solista, è arrivata anche This Guitar (Can't Keep from Crying), tratta dal suo sesto album di inediti, Extra Texture (Read All About It).
Ancora oggi, e non è un caso, quando bisogna descrivere brevemente l’uomo e l’artista George Harrison, si citano immancabilmente la sua mitezza, il suo sincero interesse per le cause umanitarie, la sua passione per l’India, la sua dolcezza d’animo e, ovviamente, il suo infinito, incrollabile e imperituro amore per la chitarra.
