Il braccio di ferro fra Youtube e le etichette indipendenti
Si tratta di una mossa logica per Youtube, che deve gran parte del suo traffico ai video musicali ed è tuttora il principale canale di accesso alla musica su digitale (lo seguono, a distanza, iTunes e Spotify). Secondo indiscrezioni il servizio si chiamerà Youtube Music Pass e sarà lanciato quest'estate. Voci sulla creazione di una piattaforma di streaming tutta sua correvano dall'anno scorso e ora Google le ha confermate."Lavoriamo costantemente su nuovi modi per permettere alle persone di fruire dei contenuti di Youtube su tutti i device, e sul dare ai nostri partner maggiori opportunità per raggiungere i loro utenti e generare revenue", commenta l'azienda in un comunicato.Fin qui tutto bene. Ma il Worldwide Independent Music Industry Network (Win) fa sapere che etichette discografiche indipendenti come la XL Recordings, che produce Adele, e la Domino, che produce gli Arctic Mokneys, hanno accusato Youtube di offrire termini di accordo inaccettabili.Il contratto infatti prevederebbe percentuali sugli incassi svantaggiose rispetto a quelle offerte da altri attori del mercato come Spotify e Beats Music. Le revenue sugli incassi derivanti dall'ascolto di tracce solo audio saranno del 65% (55% alle etichette più 10% alle organizzazioni di gestione dei diritti), contro il 70% garantito da Spotify. Nel caso di video musicali il totale scende ulteriormente al 55%. Non solo: Youtube sarebbe pronta a bloccare o rimuovere video dalla piattaforma nel caso in cui le etichette indipendenti continuassero a opporsi ai termini contrattuali, come denuncia la Win e come dichiara lo stesso Robert Kyncl, Head of content and business operations dell'azienda, in una recente invervista al Financial Times.Kyncl ha detto che le case discografiche che insieme rappresentano il 95% del mercato musicale (fra cui le "grandi tre": Universal, Sony e Warner) hanno già accettato l'accordo. Ma il braccio di ferro con le etichette indipendenti è ancora lontano da una soluzione.