Imagine Dragons: quattro canzoni per un decennio di successi
Nel 2022, gli Imagine Dragons sono tornati alla ribalta con il doppio album Mercury – Acts 1 & 2, composto da un prima metà (Mercury – Act 1) già pubblicata nel 2021 e da una seconda (Mercury – Act 2) fatta di inediti. Trainato dal furoreggiare a livello mondiale del singolo Bones, il doppio disco ha fatto ancora una volta centro e ha consentito al gruppo composto da Dan Reynolds, Wayne Sermon, Ben McKee e Daniel Platzman di bagnare il traguardo dei dieci anni di vita discografica con l’ennesimo, grande successo internazionale, nonché di avvicinarsi ai quindici anni di attività – da festeggiare nel 2023 – sull’onda di un entusiasmo rinnovato e ormai sempre più consolidato.
Guardando a quella particolare intersezione del mercato discografico in cui pop e rock si mescolano in maniera quasi indistinguibile, è difficile non indicare negli Imagine Dragons una delle realtà di prima grandezza di quel segmento. Anzi, a dirla tutta, siamo di fronte a uno dei complessi di maggior successo – in senso assoluto – dell’ultimo decennio, capace di precorrere determinate tendenze (per esempio la fascinazione per i suoni elettronici quasi retrò) ma anche di rinverdire i fasti di stilemi consolidatissimi della tradizione rock/pop, come i ritornelli da stadio, strapieni di coretti iper-appiccicosi, o la fortissima filiazione dalla musica black, in particolare gospel, funk e soul.
Approfittando del fatto che il gruppo festeggia quest’anno il suo quindicesimo anniversario, perché non guardare indietro ad alcune delle loro hit più apprezzate degli ultimi dieci anni?
Radioactive (2012)
Primo, vero, grande successo a livello di pubblico, Radioactive è un ottimo riassunto della prima fase di carriera degli Imagine Dragons: un pop dalle forti contaminazioni elettroniche con delle linee melodiche vocali estremamente accessibili e facili da ascoltare/memorizzare. Non a caso, il gruppo di Las Vegas ha sempre citato tra le proprie influenze anche i Coldplay (i cori che sostengono la linea vocale principale del ritornello sono peraltro un riferimento piuttosto chiaro alla band britannica), con i quali hanno in comune la tendenza a lavorare canzoni che finiscono per essere potenti, magniloquenti, contraddistinte da un incedere incessante e da dei suoni poderosi. Rimasta sempre uno dei capisaldi della produzione degli Imagine Dragons, Radioactive ha messo radici nella classifica di Billboard, rimanendoci per quasi due anni di fila, ed è ancora oggi una delle canzoni più vendute della storia attraverso i canali digitali di distribuzione.
Bones (2022)
Brano con cui sono ritornati in auge per l’ennesima volta nel 2022 (ma che ancora sentiamo spesso uscire dalle casse dell’autoradio, della televisione o dalle cuffiette del telefonino), Bones è un tipico successo made in Imagine Dragons. La struttura del brano mescola una base leggermente più rock del solito a una melodia fortemente debitrice di una certa tradizione black che, nel ritornello, pare ricordare tanto il gospel, quanto il funk. In generale, gli ID sono estremamente abili a manipolare la tradizione musicale americana, a trarne ispirazione e a usarla come ingrediente per le loro composizioni tanto quanto fanno con gli ultimi sessant’anni di musica pop.
Demons (2012)
La canzone che ha cambiato tutto. Quarto singolo estratto dall’album della consacrazione Night Visions, uscito nel 2012, il brano è ancora più “coldplayesco” di Radioactive ed è a tutti gli effetti un inno stadium rock da cantare a squarciagola durante un concerto trionfale. Pezzo epico, stentoreo, a tratti anche manieristico, che poggia su un arrangiamento molto carico per risultare effettivamente maestoso: Demons coglie pienamente nel segno, riuscendo a essere una feel good song che lascia un sentimento positivo nell’ascoltatore dopo averlo però investito con una gran potenza di fuoco (sonoro). A tutt’oggi è probabilmente il brano più riconoscibile e noto degli Imagine Dragons, nonostante sia uscito più di dieci anni fa.
Believer (2017)
Believer, proprio come Demons, è una canzone magniloquente, che cerca di colpire subito con la propria potenza. Non a caso, l’arrangiamento mette in primo piano le percussioni e il ritmo incalzante che scandisce i tempi di tutto il brano. Più inquietante e insinuante di Demons, anche questo pezzo attinge a piene mani dalla tradizione musicale afroamericana per quanto riguarda la melodia vocale, che si ispira al soul e, ancora una volta, al gospel.