Quattro sigle di cartoni giapponesi che sono diventate anche delle hit
Parlare di sigle di cartoni animati giapponesi - detti anche anime, come sanno ormai quasi tutti - senza citare Cristina D’Avena è possibile? Ovviamente sì, se ci riferiamo agli originali giapponesi e non alle opening prodotte dalle nostre parti. Proprio come alle nostre latitudini, anche nel paese del Sol Levante ci sono delle sigle che sono diventate delle autentiche hit e, tra queste, qualcuna è anche arrivata al livello successivo, trasformandosi direttamente in un’icona.
Neon Genesis Evangelion - Zankoku na tenshi no these
E come si fa a non cominciare dalla canzone più emblematica di tutte? Zankoku na thenshi no these (che in italiano suona più o meno come: “la tesi dell’angelo crudele”) è la sigla di Neon Genesis Evangelion, la celeberrima serie mecha di Hideaki Anno andata in onda in Giappone tra l’ottobre del 1995 e il marzo 1996. Subito apprezzata da pubblico e critica, la canzone non ha smesso di avere successo anche nel momento in cui l’anime ha smesso di andare in onda, anzi: venendo scelta come sottofondo musicale delle macchinette pachinko e, soprattutto, diventando una delle canzoni da karaoke più apprezzate della storia nipponica, Zankoku na thenshi no these è rimasta saldissimamente ancorata all’immaginario comune. Di più: il pezzo è stato selezionato ufficialmente come il più suonato in assoluto nei karaoke del Sol Levante nel periodo compreso tra il 1989 e il 2019, lasciando lo status di “semplice” hit proveniente dal mondo dell’animazione e diventando a tutti gli effetti un pezzo rilevante di cultura pop giapponese.
Nana – Rose
Anime che racconta una storia intrecciata a doppio filo con il mondo della musica (e, in particolare, la musica rock), Nana ha goduto di una cura particolare per quanto riguarda le musiche. Ogni brano musicale che si sente nei vari episodi, dalle sigle alla musica intradiegetica, è pensato come una canzone da classifica e i generi spaziano tra il rock grezzo ispirato al punk, suonato dalla band in cui milita la protagonista, allo stadium rock dei Trapnest, l’altro complesso che fa spesso capolino all’interno della vicenda. La sigla d’apertura più celebre è Rose, brano che viene suonato spesso anche all’interno dei vari episodi, interpretato dalla cantante Anna Tsuchiya che, nel video ufficiale, interpreta a suo modo la protagonista stessa dell’anime.
Hunter x Hunter – Departure
Sigla della seconda trasposizione animata del manga di Yoshiro Togashi risalente al 2011 (ma arrivata in Italia solo nel 2021), Departure è una delle opening giapponesi più note nel mondo grazie alla fama e al successo dell’opera che accompagna, uno degli shōnen manga più amati degli ultimi trent’anni (e tuttora in attesa di essere concluso dal suo autore, tra l’altro). Peraltro, è anche un ottimo riassunto di come sono fatte e realizzate gran parte delle sigle d’apertura nipponiche contemporanee che introducono opere indirizzate ad adolescenti e preadolescenti.
Death Note - The World
Altro giro, altra canzone che deve la sua grande notorietà all’opera a essa collegata: Death Note è stato prima un manga e poi un anime di enorme successo e risonanza tra la fine degli anni Duemila e i primi anni Duemiladieci. Non è esagerato affermare che Death Note è probabilmente tra quel pugno di titoli che hanno saputo avvicinare al mondo dell’animazione giapponese tanti nuovi appassionati occidentali e parte del fascino esercitato da questo anime intenso, cupo ed emozionante deriva anche dalla sua sigla d’apertura, un pezzo dei Nightmare, band piuttosto nota in Giappone.
BONUS TRACK: L’attacco dei giganti - Guren No Yumiya
Abbiamo già parlato di Guren No Yumiya, prima opening dell’anime tratto dall’opera su carta di Hajime Isayama, ma andava necessariamente rinominata, perlomeno, all’interno di questa selezione di sigle iniziali di cartoni animati giapponesi recenti. Il motivo è semplice: anche a causa dei meme, è diventata un vero successo pop, chiaramente in massima parte derivante dall’identificazione immediata con L’attacco dei giganti.