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Passioni dal passato: il reggaeton

Passioni dal passato è una nuova rubrica saltuaria a cadenza irregolare in cui ci divertiamo a riprendere tendenze passate del mondo della musica e sonorità che, oggi, ci sembrano incredibilmente sorpassate e quasi dimenticate. Almeno finché non verranno massicciamente riprese per fare il trend del futuro, ovviamente.

Chi si ricorda il reggaeton alzi la mano! In realtà non è difficile: è una tendenza esplosa ormai vent’anni fa che, però, non è mai del tutto sparita dai radar degli appassionati di un certo tipo di musica (area ballabile/dance/discoteca/latinoamericano) ed è tuttora uno dei saltuari ingredienti che si possono ritrovare in quel crogiolo infinito che sono la trap e l’elettronica contemporanea. Tuttavia, è altrettanto vero che il reggaeton non è nemmeno più così onnipresente come nella seconda metà degli anni 2000, in cui sembrava impossibile concepire un ballabile senza avere il caratteristico sfondo sonoro delle percussioni sincopate tipiche del genere. Perché allora non immergerci nel nostro (tutto sommato) recente passato per estrarne qualche ricordo comune?

Daddy Yankee – Gasolina

In principio fu Daddy Yankee. L’artista portoricano, oggi prossimo ai cinquant’anni, nel 2004 incide Gasolina, un brano che riassume perfettamente tutte le caratteristiche del reggaeton, sottogenere che, fino a quel momento, era poco più che una tendenza da discoteca molto circoscritta al mondo ispanofono (come dice il nome, il genere nasce dalla musica reggae cantata in spagnolo nei paesi di lingua iberica centro-nord americani fin dagli anni 70 e successivamente ibridato con dancehall, hip hop e ovviamente musica elettronica). Gasolina ha l’effetto di una bomba su tutto il mondo: il pianeta intero scopre il reggaeton e la sua cifra tipica, fatta di un mix assassino tra ritmi caraibici sincopati (e già sintetici), rap in spagnolo e attitudine danzereccia. La canzone, inevitabilmente, diventa una hit globale.

Wisin & Yandel – Pegao

Duo di artisti portoricani della stessa generazione di Daddy Yankee – con cui hanno collaborato innumerevoli volte – Wisin e Yandel sono considerati i due vertici di un ideale triangolo di nomi dominanti del reggaeton (triangolo chiuso dall’oggi onnipresente Pitbull). Tra i fari assoluti del genere, hanno ottenuto forse meno riconoscimento internazionale rispetto all’effettiva importanza avuta nell’affermazione globale del reggaeton; in altre parole, la coppia – in circolazione fin dal 2000 – ha influenzato tantissimo molti altri artisti che sono riusciti a riscuotere più credito di loro, a livello di successo e visibilità. Pegao è una loro hit del 2006, molto rappresentativa del genere e del loro approccio a tratti quasi gangsta al reggaeton. Dopo un lungo periodo di pausa durato oltre quattro anni, la coppia si è ricomposta nel 2018 ed è tornata sulla scena, dove imperversa ancora oggi.

Pitbull – I Know You Want Me (Calle Ocho)

A inizio 2009, il reggaeton è già diventato uno degli ingredienti ricorrenti e irrinunciabili di qualunque pista da ballo di ogni discoteca al mondo. Ci sono serate intere in cui si suona il genere ormai da tempo e siamo oltre alla tendenza: siamo già all’establishment discotecaro, per così dire. I tempi sono maturi perché emerga una nuova figura di spicco all’interno di questo coloratissimo (e non proprio delicatissimo) universo musicale e il destino sceglie per questo ruolo lo statunitense Pitbull, rapper di Miami figlio di emigrati cubani. Nel febbraio di quel fatidico 2009, l’artista fa uscire I Know You Want Me (Calle Ocho), un brano che lo fa esplodere come una supernova in tutto il mondo dopo anni e anni di successo minore nei soli USA. Da lì in poi, per almeno due o tre anni, sarà impossibile immaginare un qualunque brano non solo reggaeton ma vagamente latineggiante privo della partecipazione di Pitbull, autentico gran visir della musica latina.

Don Omar – Danza Kuduro

L’anno seguente, il 2010, vede l’affermazione del portoricano Don Omar con Danza Kuduro, che di fatto è una specie di remake della canzone Vem dançar Kuduro del rapper luso-francese Lucenzo, protagonista di un featuring anche nel pezzo di Don Omar. Il brano fonde insieme il kuduro, genere musicale angolano popolare in Portogallo, con una confezione e un’attitudine molto reggaeton che, a onor del vero, portano Danza Kuduro ad avere un successo enorme soprattutto in Italia nell’estate del 2011. La canzone è comunque una hit mondiale ma è senza dubbio da noi che ha goduto di maggior longevità.

J Balvin & Willy William – Mi Gente

Nel 2017, quindi molto più recentemente, il cantante colombiano J Balvin mette a segno un colpo enorme grazie a Mi Gente, che diventa un brano di tale successo da produrre persino un remix che vede la partecipazione di Beyoncé. Mi Gente, al di là del fatto che è un pastiche musicale con influenze musicali addirittura indiane e asiatiche, è indiscutibilmente un brano reggaeton che dimostra pienamente come il genere non sia mai davvero finito e, nel corso dell’ultimo decennio, abbia proseguito la sua esistenza in maniera “carsica”, fluendo in maniera forse più sotterranea e invisibile ma non meno forte rispetto alla seconda metà degli anni 2000. Di fatto, influenze tipicamente reggaeton o brani che ne portano ancora fieramente l’etichetta si sentono quasi quotidianamente anche oggi – pensiamo anche solo al successo estremamente contemporaneo di Rosalía, cantautrice e produttrice di Barcellona che è apprezzatissima, ultimamente.

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.

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