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Music Performance Diplomas 2018

Chiara ha 18 anni, ha iniziato a studiare pianoforte a Cluster all’età di 9 anni, prima con Vicky Schaetzinger e successivamente con Alice Baccalini.

Alle porte di questo importante Diploma l’abbiamo incontrata per farci raccontare il suo percorso dagli inizi ad oggi.

Come hai deciso di intraprendere lo studio del pianoforte?
Quando ero piccola ascoltavo mio papà mentre lo suonava in casa, spesso mi avvicinavo nel tentativo di far uscire qualche suono dalla tastiera. Un giorno ho espresso il desiderio di imparare a suonarlo ed è stato così che mia mamma, tramite una sua amica, ha conosciuto Cluster e ha deciso di portarmi per iniziare a prendere lezioni.


Qual è il primo ricordo che hai di Cluster?

Ricordo che, quando sono arrivata a Cluster nel 2009, la prima persona che ho conosciuto è stata Vicky. Mi ha fatto qualche domanda sul perché volessi iniziare a suonare, io ero molto timida, ma quella realtà piena ricca di persone, con tanti giovani che suonavano e tanta musica, mi ha subito conquistata.

Ricordo molto bene la mia prima lezione. Sapevo quali fossero le note, ma non sapevo leggerle sul pentagramma. Vicky me le scrisse e mi spiegò come trovarle sul pianoforte e subito ci ho preso gusto!


E da lì non hai più smesso...

Esatto! Strada facendo ho capito che suonare mi piaceva proprio tanto, era un qualcosa che mi riusciva abbastanza facilmente e mi riempiva di soddisfazione.

Al mio primo saggio, alla fine del primo anno, ho suonato un preludio di Bach e mio papà si stupì molto e mi disse: “Io quel preludio l’ho suonato dopo quattro anni di studio!!”, in quel momento mi sono supergasata e credo sia stato quello il momento in cui è nata la mia grande motivazione.


Ci sono stati momenti in cui hai pensato di non continuare?

Assolutamente sì. Suonare bene il pianoforte significa dedicare tempo e tra i vari impegni non sempre si riesce ad incastrare tutto. A me piace fare bene tutte le cose e a volte ho avuto paura di non riuscirci fino in fondo. Ma in realtà non ho mai avuto abbastanza coraggio per dire basta perché la passione per la musica è stata sempre più forte.


Come vivi il tuo rapporto con il pianoforte?

Il Pianoforte mi permette di non pensare ad altre distrazioni, quando suono non sono sempre spensierata, ma è molto bello suonare. Mi da lo spazio di esprimermi e di apprezzare quello che ho davanti a me scritto sullo spartito, mi impegno nel trovare una sintonia cercando di capire le idee che voglio trasmettere e le sensazioni su come mi sento.

Chiara Cluster

C’è un brano, un compositore o un periodo storico in particolare che preferisci suonare?

È difficile, dipende un po’ dai momenti.


Quali brani stai preparando per l’esame?

All’esame porterò una Sonata di Schubert, un brano contemporaneo di Peter Sculthorpe, un Notturno di Chopin e il “Sogno d’amore” di Liszt.


Quale fra questi brani ti piace di più e ti permette di esprimerti al meglio?

La Sonata di Schubert è un brano che mi permette di rimanere negli schemi, ha una sua forma ben definita.
Il brano contemporaneo non è tra i brani che più sento vicini a me, ha un linguaggio con il quale devo prendere ancora confidenza.
Quando suono Chopin, invece mi immagino una domenica sera d’autunno, fuori piove e io sono seduta accanto al camino, con una tazza di te caldo e sto lì, a contemplare la pioggia.
Il “Sogno d’amore” di Liszt è fra tutti il brano che sicuramente apprezzo di più.
Mi piacciono le frasi, le sonorità, le armonie e il modo in cui è costruito; la parte centrale è strappalacrime, bellissima! È un brano che mi smuove tante emozioni e a volte è come se il pianoforte non fosse sufficiente per esprimere tutto ciò che la musica dice.

Cosa ti aspetti da quest’esame?

Sono molto contenta di essere stata così determinata e voglio proprio portare a termine questo percorso.

Farai anche un concerto a Cluster…

Si, sono molto felice di questa possibilità! Anche questa situazione mi agita un po’ perché suonerò davanti ai miei compagni di corso e ai miei insegnanti, ma comunque suonare davanti ad un pubblico ha un significato diverso. Puoi essere immerso nella tua musica e comunicare con le persone che ti ascoltano attraverso di essa.

Mi dici qualcosa sugli insegnanti che ti hanno seguito? 

Vicky Schaetzinger: l’energia.

Vicky è stata la mia insegnante di pianoforte per cinque anni.

Ho ricevuto da lei l'importante costanza per lo studio, pormi degli obiettivi, suonare per me stessa e ricercare un’identità in ciò che suono. Tutto questo sempre con grande passione ed energia.
Non solo, mi ha insegnato anche che un musicista deve sapersi adattare alle situazioni. Ricordo che l’anno scorso dovevo accompagnare il coro al pianoforte. Presa un po’ dall’ansia di dover fare già tante cose le ho detto che avrei preferito non farlo perché non avevo tempo di studiare. Vicky mi ha incoraggiata a non rinunciare a questa occasione, ma a buttarmi e a non pensare di dover studiare le parti per il coro, ma piuttosto a vivere la musica nel momento in cui si fa. Ho deciso di provarci. Non è stato semplice all’inizio perché se tu ti fermi il coro va avanti…ma poi ci ho preso gusto e ho continuato. È stata un’esperienza che mi ha svegliata molto.

Alice Baccalini: l’interpretazione.

Alice mi ha insegnato che bisogna saper guardare oltre lo spartito. La musica è scritta anche nelle armonie, nel fraseggio attraverso le quali forma e contenuto si legano al modo di interpretare. È così che scopri attraverso la musica ciò che il compositore ha voluto dire.

Andrea Rapisarda: la pazienza.

Ho studiato con lui pianoforte jazz. Io arrivo dal mondo della musica classica, e il linguaggio moderno era per me sconosciuto. Andrea mi ha insegnato che “Se devi suonare un brano, devi entrarci dentro”, mi ha insegnato a buttarmi, a non rimanere indietro, a non rimanere legata allo spartito, ma a sentire la musica.

Emanuele Delucchi: la cultura.

Emanuele riesce a trasmettere la passione per la cultura collegando gli aspetti della letteratura a quelli dell’arte e della musica. Durante le sue lezioni di Storia della Musica sei immerso dall’idea che tutto è collegato e tutto diventa uno.

Massimo Dall’Omo: la dolcezza.

È sempre attento e interessato a sapere come stai e come sta andando il tuo percorso.

Cosa rappresenta per te Cluster?

È un luogo che mi fa sentire a casa, mi ha permesso di capire quali sono le mie passioni e in che modo vorrei vivere la musica. Oltre alla musica classica ho avuto modo di conoscere quella moderna rock&pop frequentando i corsi di musica d'insieme e suonando con le band.

Chiara Blue Note 1

 Non posso che augurare a Chiara un grande in bocca al lupo, aspettando di sentirla suonare venerdì 30 novembre alle ore 19.00 presso l'Auditorium della Scuola di Musica Cluster.

 

Autore: Silvia Conte

Musicista, insegnante di flauto traverso della Scuola di Musica Cluster dal 2011