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INTERVISTA A GIOVANNI FALZONE: “UNA CONVERSAZIONE FATTA DI SUONI”.

Musicista, trombettista classico e jazz, compositore e direttore italiano.
Un grande esempio di come un musicista con una formazione a 360°, riesca ad esprimersi nei diversi generi musicali fino in fondo, con amore, passione e grande professionalità.
Prima tromba dell’Orchestra Sinfonica “Verdi” di Milano.
Vincitore di prestigiosi premi musicali quali il “Django d’or” e il “Top Jazz” come miglior nuovo talento jazz.
Fondatore della “Contemporary Orchestra”, un organico strumentale che fonde musica classico/contemporanea, jazz e rock.
Docente di tromba e musica d’insieme jazz presso il Conservatorio di Brescia.
Falzone 2

Cosa rappresenta per te il jazz?
La musica esiste prima dei generi.
È l’esigenza dell’uomo che tende ad incasellare tutte le cose, ma se noi ci pensiamo bene la musica esiste prima di tutto.
Esiste la voce dell’uomo, il canto degli uccelli, il battito cardiaco… tutto questo è musica prima ancora che si possa definire un genere in particolare.
La mia fortuna è stata incontrare il jazz, un genere che ha la grandissima qualità di accogliere e far convivere insieme più cose proprio perché nasce con questa prerogativa:
è la musica che fa incontrare le musiche, come un catalizzatore nel quale convergono tutte le periferie attraendole a sé e rinnovandosi ogni volta proprio perché può mescolarsi con quello che in quel momento arriva, è una musica senza pregiudizi.
Il jazz ha un codice alla base che è legato ad linguaggio come le sigle, la pronuncia, il timing, l’ascolto e il creare in tempo reale, ma non in maniera autoreferenziale, creare in virtù di ciò che esiste in quel momento: è la capacità di dialogare e ascoltare. Così, come avviene in un discorso tra due persone che dialogano.
Il jazz assume un valore quando diventa una vera e propria conversazione.
È la capacità di interplay tra gli esecutori. In questo modo il jazz abbatte le barriere.
Esso è infatti la fusione tra la cultura afroamericana per quanto riguarda la parte ritmica e quella europea per quanto riguarda la parte armonica. Nasce in una terra che ha preso in prestito altre culture.
Il jazz è uno stile di vita.
Alla base, per me, ci deve essere il desiderio costante dell’incontro e dell’apertura verso l’altro anche verso l’incognito perché talvolta non sai come inizia né come finisce.

Tu collabori spesso con i ragazzi. Che tipo di approccio hai?
Il mio desiderio, che negli anni è diventato sempre più un’urgenza per me, è quello di condividere le mie esperienze anche con chi ha un approccio più amatoriale della musica.
Il mio tentativo è quello di riuscire a portare la musica a un livello di condivisione di linguaggio entrando in quest’ottica del suonare insieme, dell’ascolto collettivo facendo attenzione a chi ho come compagno di leggio adeguandomi a lui, alla sua sonorità senza sopraffarlo.
Inoltre mi piace aggiungere l’aspetto creativo dell’improvvisazione, che esiste ancora prima del jazz, ovvero la volontà di creare liberamente senza dimenticare che alla base deve esserci il desiderio di instaurare una conversazione attraverso i suoni.
Big Band 1

Perché hai scelto di collaborare con Cluster?
Alla base di Cluster c’è la bellissima energia di una persona che crede molto in quello che fa mettendo tanta passione ed entusiasmo che è Vicky Schaetzinger.
A me le persone appassionate piacciono!
La conosco da diversi anni e mi ha sempre colpito il suo impegno nel voler fare qualcosa per questi giovani che lei ama molto, dando la possibilità, a chi vuole, di venire a contatto con cose che altrimenti si perderebbe. Questo senza mai tralasciare la qualità.
Cluster, infatti, offre un parco di insegnanti molto nutrito e coeso ed esperienze come la serata per la FIM che stiamo organizzando sono la riprova del voler dare un’alternativa a chi ha la sensibilità per coglierla.
La musica è un’occasione e, in quanto tale, va vissuta come un dono.

Clicca qui per leggere l’intervista integrale.
Per partecipare alla serata clicca qui.

Autore: Silvia Conte

Musicista, insegnante di flauto traverso della Scuola di Musica Cluster dal 2011

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