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As It Was: la consacrazione da superstar di Harry Styles

Nuovo appuntamento con "La hit della settimana", una rubrica fissa in cui proponiamo un brano recente in particolare, approfondendo un minimo la storia che c’è dietro la sua scrittura e la sua realizzazione per immergerci fino in fondo nel “clima” della canzone.

Nel 2016, gli One Direction hanno deciso di prendersi una pausa a tempo indeterminato, di fatto sciogliendo il gruppo e autorizzandone i vari componenti a intraprendere carriere individuali. Se, da un lato, questa notizia ha sconvolto e intristito legioni e legioni di fan, dall’altro ha consentito a Harry Styles, uno dei motori creativi della band, a lanciarsi in un percorso solista tutto suo, un percorso che, negli ultimi sei anni, lo ha trasformato in una delle popstar più importanti di tutto il mondo.

Punti cardine della sua risalita verso l’Olimpo in solitaria (dopo averlo abbondantemente abitato in compagnia) sono stati i tre dischi che Styles ha dato alle stampe da quando ha lasciato gli One Direction; l’ultimo, Harry’s House, è uscito lo scorso 20 maggio per Columbia Records, anticipato di sette settimane da As It Was, singolo che ha avuto un successo semplicemente debordante, nel corso dell’ultimo paio di mesi. Circa 630 milioni di riproduzioni su Spotify, 160 milioni di visualizzazioni del video su YouTube e una quantità abnorme di passaggi in radio e sulle televisioni musicali: stiamo parlando di una delle hit più grandi del 2022 e, probabilmente, del più grande successo commerciale in carriera del 27enne Harry.

Dal punto di vista musicale, il brano si inserisce perfettamente all’interno di quella wave contemporanea che è di fatto un revival del synth pop degli anni 80. As It Was non sfigurerebbe in un Best Of degli A-ha e ha una “scorrevolezza” notevole, il che è un punto di forza notevolissimo per un brano pop. Gran parte del merito è dell’azzeccato riff di tastiera e, nel complesso, della sobrietà dell’arrangiamento, curatissimo come in ogni canzone di Styles ma pensato per far sì che a “colorare” emotivamente la canzone fosse essenzialmente la voce del cantante britannico, vera sorgente del pathos che il brano si porta dietro. Anzi, la malinconia del ritornello stride in maniera perfetta con il riff portante, a un tratto rafforzato addirittura da delle campane.

Nell’insieme, si tratta di un ascolto leggero, gradevole, molto poco impegnativo ma nemmeno banale, per quanto semplice. Anzi, dato il clima vagamente amaro del pezzo, quasi crepuscolare in accordo con il tema malinconico del testo, incentrato su una generica perdita dolorosa, e per l’appunto l’interpretazione di Harry, la leggerezza di As It Was è particolarmente sorprendente perché non è facile mettere insieme l’agrodolce tendente al malinconico con l’accessibilità e la semplicità dell'ascolto. Va anche detto che gli artisti originari della Gran Bretagna sono particolarmente bravi a giocare con queste atmosfere teneramente desolanti.

Certo, il testo non è fatto intessendo le frasi più profonde e poetiche mai sentite ma questo genere di brani vive più delle sensazioni “di pelle” che riesce a suscitare che di chissà che vertigini esistenzialiste. In altre parole, quel che As It Was deve fare, a livello di coinvolgimento dell’ascoltatore, lo fa egregiamente. Inoltre, la stratificazione della canzone consente l’immersione su più livelli nel mondo sonoro che crea: si può rimanere serenamente in superficie e gustarsi un brano piacevole da sentire distrattamente così come immergersi più a fondo e rimanere più “dentro” il clima agrodolce del brano ma anche sfruttarne la struttura super chiara per ballarlo o, addirittura, sfruttarlo come base musicale per un racconto per immagini. Insomma, è una canzone che si può vivere come si vuole, con il grado di impegno che si vuole.

Alla fine dei conti, è proprio questa versatilità a certificare come As It Was sia da un lato il prototipo della canzone pop contemporanea perfetta ma anche l’espressione compiuta di un talento compositivo mainstream ormai maturo, capace di incontrare i gusti del pubblico con facilità leggendo i trend del momento e, contemporaneamente, mantenere saldamente il controllo della direzione artistica della propria carriera, seguendo il proprio gusto.

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.

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