Vincere Sanremo a ventitré anni: la Balorda nostalgia di Olly

L’ultimo biennio di Olly è stato semplicemente sensazionale e la sua vittoria al Festival di Sanremo 2025 è “solo” (tra un milione di virgolette) la ciliegina sulla torta di un periodo in cui il cantautore genovese ha conosciuto un’ascesa continua e decisamente spiccata che lo ha innalzato fino al primo gradino del podio della kermesse musicale più importante d’Italia.
Chi è Olly
Nonostante non abbia ancora venticinque anni, Olly ha cominciato a lavorare nel mondo della musica ormai parecchio tempo fa: già nel 2016, infatti, faceva parte di un collettivo in grado di produrre un primo esperimento discografico. Successivamente ha sviluppato la sua carriera come artista solista attraversando varie fasi e alternando il percorso musicale agli studi accademici senza però mai smettere di pubblicare singoli ed EP. Nel 2022 arriva Sanremo Giovani che, grazie al secondo posto finale, gli apre le porte del Festival “dei grandi” del 2023, al termine del quale si classifica ventiquattresimo con Polvere che, nei mesi successivi, diventa disco di platino.
Il resto è storia recente. Dai primi tour nazionali al primo album (Gira, il mondo gira) passando per diverse collaborazioni di spicco, culminate con il duetto con Angelina Mango in Per due come noi, primo brano a cui il cantautore genovese ha preso parte a finire in testa alla classifica italiana, lo scorso settembre. Poco dopo è arrivato anche Tutta vita, il secondo disco della sua carriera.
Balorda nostalgia, regina di Sanremo
Al di là del grande successo di Olly, però, la canzone regina di Sanremo com’è? In sintesi, potremmo definire Balorda nostalgia come una ballata sentimentale all’italiana contemporanea. A livello melodico è senza dubbio un pezzo che pesca a pienissime mani dalla tradizione del nostro paese (pur con inevitabili influenze anglosassoni, specialmente nell’ultimo terzo di brano, ma si tratta di sfumature innestate su un “telaio” prettamente italiano) e la contemporaneità, invece, emerge senz’altro dal testo – le parole di Olly, la maniera in cui le lega tra loro – ma anche dall’interpretazione, evidentemente figlia anch’essa della nostra storia musicale ma pure delle forti influenze urban dell’artista.
Il cantautore genovese, infatti, ha nel suo bagaglio personale – come quasi tutti, all’interno della sua generazione – una netta componente hip hop e trap: più in generale, la musica black (e quindi anche l’R’n’B americano) rappresenta una delle pietre angolari del gusto e dell’approccio musicale di Olly. Per certi versi, anzi, la riproposizione a suo modo della melodia all’italiana è stata una (ri)conquista dell’artista, un approdo a cui è giunto dopo anni di sperimentazione e contaminazioni con altre esperienze – perlopiù di matrice black, come abbiamo appena visto.
Il talento di Olly per le parole
L’arrangiamento è piuttosto classico, a metà strada tra un brano di Eros Ramazzotti e un successo pop internazionale di qualche anno fa. A rendere peculiare Balorda nostalgia è appunto la capacità di usare le parole di Olly, che si lancia in un racconto sentito e fatto di parole molto semplici e accessibili ma arricchito da una rapida sequenza di “fotografie” di vita quotidiana dal sapore quasi mogolliano che fanno indubbiamente presa. Non solo: si tratta anche di frasi che scorrono in maniera molto fluida con la musica che le accompagna. La storia narrata del pezzo, poi, si trasfigura in un vortice d’emozione nostalgica (ovviamente) e agrodolce grazie all’interpretazione di Olly che, nonostante la giovane età, infonde in maniera estremamente matura l’enfasi più opportuna nei vari momenti della canzone.
In sintesi, Balorda nostalgia non è né la prima né, senz’altro, sarà l’ultima canzone d’amore a vincere Sanremo. Forse non è il pezzo sentimentale più bello e sconvolgente mai presentato sul palco dell’Ariston nel corso della sua lunghissima e celebratissima storia ma rappresenta, a suo modo, una novità piuttosto fresca nel panorama – talvolta stantio – della canzone sentimentale nostrana.
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