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La nuova era di Bruno Mars: all’insegna dei duetti

La parte conclusiva del 2024 e l’inizio del 2025 hanno visto Bruno Mars tornare a dominare le classifiche internazionali e americane grazie a un’accoppiata sensazionale di duetti d’eccezione: da un lato abbiamo Die With A Smile, struggente ballata hollywoodiana realizzata in coppia con Lady Gaga, e, dall’altro, troviamo invece Apt., stavolta cantato in coppia con la cantante Rosé, star k-pop di famiglia coreana ma nata in Nuova Zelanda.

Mars è un artista poliedrico e multiforme: ha conquistato gli Stati Uniti e il mondo anglosassone con le sonorità più R’n’B del suo primo album Doo-Wops & Hooligans, poi ha dominato il mondo con le atmosfere più reggae di Locked Out of Heaven e ha consolidato il suo successo cantando nel brano “auto-etichettato” di Mark Ronson Uptown Funk, proponendo a ritmi più o meno regolari anche tutta una serie di pezzi più romantici ed emotivi (compreso il suo primo, enorme successo Just The Way You Are, tuttora gettonatissima come colonna sonora di momenti romantici).

È proprio a questo filone che appartiene Die With A Smile, ballad languida e sensuale ad alto tasso di intensità. L’arrangiamento tutto sommato sobrio ma composto di suoni un po’ rétro a metà tra gli anni 70 e 80 dà al brano il sapore di un instant classic immortale, un pezzo senza tempo. L’alternanza con Lady Gaga, poi, funziona perfettamente: del resto, l’impostazione vocale di entrambi è molto banalmente adattissima per le canzoni di questo genere (del resto, Gaga ha fatto due interi dischi col re dei crooner Tony Bennett) e tutti e due amano lo stile compositivo hollywoodiano.

Grande melodia, sentimento trascinante e un testo esageratamente romantico che però concorda perfettamente con l’atmosfera del brano che, del resto, vuole essere esattamente un inno all’amore struggente e consumante (nonché un po’ adolescenziale ma… la passione è giovane, si sa).

Apt. invece è una canzone fatta di tutt’altra pasta e mostra come Mars sia sempre pronto a misurarsi con un nuovo genere, delle influenze differenti e delle sonorità per lui inconsuete. Si tratta di un brano elettropop che chiaramente cerca di rimasticare l’approccio tipico del k-pop ma in una chiave più lineare e confortevole per l’orecchio occidentale, in particolare nel ritornello estremamente melodico e accessibile. Si tratta ovviamente di un pezzo pensato per essere divertente e scanzonato, leggero e simpatico, in cui l’influenza coreana si percepisce più a livello strutturale e di produzione mentre l’eclettico Bruno è il principale depositario – e non a torto – della componente melodica.

Due canzoni contrapposte, quasi agli antipodi, che cercano di esplorare (a modo loro, naturalmente, senza caricare il termine di eccessivi significati) sentimenti estremamente differenti pur rimanendo ampiamente entrambe all’interno dei confini del pop. Approcci lontani, ispirazioni che difficilmente possono comunicare tra loro eppure tutto può essere ricondotto senza problemi all’enorme mondo sonoro di Bruno Mars, instancabile avventuriero del pop contemporaneo non incidentalmente dotato di una voce soave che, alla fine, è il vero fil rouge di tutta la sua produzione.

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.