Che fine ha fatto Alanis Morissette?
Una risposta (molto) breve alla domanda “che fine ha fatto Alanis Morissette?” potrebbe essere: “è appena tornata”. La cantautrice canadese ha appena diffuso, via web, il suo ultimo brano, che si intitola safety—empath in paradise. Segni particolari: dura undici minuti, è in nettissima discontinuità rispetto a praticamente qualunque cosa abbia fatto la Morissette nel corso della sua carriera e… beh, è una canzone ambient, pensata per la meditazione. Ed è la stessa cantautrice di Ironic. Pazzesco, vero?
Ma riavvolgiamo un attimo il nastro e cerchiamo di capire come Alanis sia arrivata fin qui. La storia dei suoi esordi è bene o male risaputa: un primo disco che diventa un enorme successo in Canada (ma solo in Canada), un secondo che si rivela un mezzo flop e causa lo scioglimento del contratto con la branca canadese della MCA, il conseguente trasferimento negli Stati Uniti ad appena vent’anni e il tentativo di sfondare anche negli USA tra mille peripezie. Finalmente, arrivano il contratto con la Maverick, l’etichetta di Madonna, e Jagged Little Pill, il primo – grande – successo che, grazie soprattutto al quarto singolo Ironic, diventa pure globale.
L’album seguente arriva dopo un anno e mezzo di massacrante tour mondiale, gonfiatosi sempre più a causa del crescente successo (e delle proporzionali richieste del pubblico) dell’artista di Ottawa, esperienza che la porta a suonare direttamente nelle arene e negli stadi. Supposed Former Infatuation Junkie però non va bene come l’album precedente; tra le altre cose, è più cupo, più introspettivo e forse il pubblico si aspettava qualcosa di più solare e fresco, almeno a livello di sonorità. Non lo sapremo mai, fatto sta che il disco viene considerato un flop tanto dalla casa discografica, che sperava di vendere circa il doppio, sia dalla critica, nonostante la Morissette ci abbia infilato dentro brani come Thank U.
Nei primi anni duemila, Alanis dà alle stampe due nuovi album, rispettivamente nel 2002 e nel 2004: si tratta di Under Rug Swept e So-Called Chaos, i quali contengono una hit a testa ma finiscono ben presto nel dimenticatoio, a livello di passaggi radio e di successo puramente mainstream. Nel giro di un anno, tra il 2004 e il 2005, la cantautrice attraversa due ricorrenze simboliche: prima compie trent’anni e poi ne compie dieci Jagged Little Pill, il suo successo più celebre e, per una buona parte del grande pubblico, più rappresentativo, nonostante ritragga artisticamente un’altra fase dello sviluppo di Alanis, dal canto suo sempre lieta di ricordarla e celebrarla ma comprensibilmente andata avanti, nel corso di quei dieci anni.
In quel momento si può, col senno di poi, collocare uno spartiacque nella carriera della Morissette: dal 2005 in poi, infatti, non è più un’artista considerabile “di tendenza” ma viene assorbita all’interno di un panorama musicale che ormai la considera parte integrante di una certa scena “stabile” del pop e del rock, una parte inevitabile del pregresso musicale degli anni 90 più che un fenomeno in qualche modo limitato. In sintesi, “un classico”. Nel 2006, inoltre, per la prima volta in oltre un decennio, non si esibisce dal vivo, cosa inusuale per lei che, invece, ha fatto dell’attività live uno dei suoi marchi di fabbrica. Al di là della percezione che c’è attorno ad Alanis, i dati di fatto incontrovertibili rivelano che la cantautrice ha un suo pubblico, nutrito e affezionato, che ormai la segue da anni qualunque cosa lei faccia, ma anche che la sua figura risulta ormai passée, presso i ragazzi più giovani.
Dal 2004 a oggi, la cantautrice pubblica solo tre dischi: Flavors of Entanglement (2008), Havoc and Bright Lights (2012) e Such Pretty Forks in the Road (2020), prendendosi via via pause sempre più lunghe anche per via della nascita dei suoi tre figli. In questo lasso di tempo, solo un paio di singoli hanno avuto riscontro a livello commerciale: Underneath nel 2008 e Guardian, nel 2012, ma tutti e tre i lavori presentano le stesse influenze di sempre, sono Alanis al 100%, incisi con il suo stile riconoscibile che trascende i vari periodi. Tutto questo non ha però inficiato il cammino personale e artistico della Morissette che, appunto, nel frattempo è diventata mamma, è cresciuta e ha i mezzi e i modi per poter fare ciò che desidera, arrivando appunto alla decisione di scrivere un disco di musica per la meditazione che esce a giugno 2022 e si intitola The Storm Before the Calm, di cui safety—empath in paradise non è altro che un’anticipazione. Un disco che nasce in seguito a tutto ciò che la pandemia globale ha portato con sé e che ha spinto l'artista a reagire in questo modo.
Una scelta in controtendenza con la sua storia musicale, senza dubbio, dettata però da un’esigenza puramente artistica che non contempla nemmeno l’ipotesi commerciale, all’interno dello scenario in cui è stata maturata. In questo senso, forse, quest’evoluzione della musica di Alanis Morissette risulta perfettamente in linea con il tratto caratteristico che più ha distinto la sua intera carriera: la libertà.