Ciao Ciao, la rivelazione dei La rappresentante di lista a Sanremo 2022
Nuovo appuntamento con "La hit della settimana", una rubrica fissa in cui proponiamo un brano recente in particolare, approfondendo un minimo la storia che c’è dietro la sua scrittura e la sua realizzazione per immergerci fino in fondo nel “clima” della canzone.
Tra i più grandi successi radiofonici del 2022 italiano è impossibile non includere Ciao Ciao, brano dei La rappresentante di lista presentato all’edizione del 72esimo Festival di Sanremo e classificatosi settimo alla kermesse ligure. Pezzo ironico, simpatico, apparentemente molto leggero ma più impegnato di quanto sembri, divertito e divertente ma costruito con sapienza compositiva e produttiva notevole, Ciao Ciao non è solo una hit irresistibile ma un raffinato divertissement che convoglia al suo interno mille e una suggestioni, condensate in una confezione pop al contempo vintage e ultracontemporanea.
L'efficacia della canzone tradisce la maturità del collettivo che l'ha ideata: i La rappresentante di lista contano ormai oltre dieci anni di attività e sono arrivati a un alto grado di dominazione del processo compositivo, al punto che sanno perfettamente come fare a sfornare una potenziale hit senza però derogare al loro gusto e al loro stile unico, messo insieme in tanti anni di studio e di live pescando molto liberamente in un panorama complesso e variegato di influenze di ogni tipo. Più che un genere di appartenenza, il gruppo ha un suo stile, alla luce del quale rielabora ogni suggestione.
In particolare, sono le influenze anni 80 a essere innumerevoli in questo brano, tutte assemblate in maniera brillante dal gruppo: tra la chitarrina funkeggiante che entra ed esce dal brano insieme con il basso con le note in slap, i fiati accennati e i suoni elettronici molto synth-pop di quell’epoca, non bisogna trascurare le citazioni in stile Donatella Rettore dell’impostazione vocale della canzone che, però, pesca a piene mani anche dall’elettropop anni 90, strizzando l’occhio qua e là anche al primissimo Jovanotti nelle strofe. La cantante Veronica riesce a mescolare in maniera perfettamente naturale tutte le idee e le influenze della parte vocale, dominando il cantato grazie a un’ottima tecnica e a una verve interpretativa che calza come un guanto tutto il pezzo.
Il testo ironico è in realtà sottilmente satirico e propone una soluzione disincantata e folle alla prospettiva di una catastrofe totale che inghiotta il nostro mondo da un momento all’altro. Di fatto, è un inno ad accettare un destino presentato come segnato e inevitabile nell’unico modo possibile: con un’enorme festa collettiva, sfrenata e vorticosa, con cui dire “ciao ciao” (appunto) al globo dopo aver constatato che a nessuno interessa fare granché per salvarlo. Questa lettura – confermata anche dagli stessi La rappresentante di lista, che hanno molto a cuore i temi ecologici e di sostegno ambientale – non è però per forza palese né totalizzante: la canzone è perfetta per essere vissuta anche solo più superficialmente, reinterpretandola come classica allegoria di una rottura sentimentale o, comunque, dell’abbandono di una situazione sgradita.
Di fatto, Ciao Ciao è un party anthem da manuale, che spinge chiunque a dimenarsi come può al suono della base ritmica perfetta e ai suoi suoni irrinunciabili, una vera calamita danzereccia. L’equilibrio produttivo, in cui la stratificazione sonora è calibrata al millimetro, è la “confezione” perfetta per il testo apparentemente disimpegnato ma, in realtà, parodistico e a suo modo cinico, generando una canzone che, comunque la si legga, risulta divertente, immediatamente memorabile e piacevolissima da ascoltare.
Non a caso, nonostante Sanremo sia ormai alle spalle da mesi, la canzone sta ancora occupando quasi militarmente le radio italiane, tirando la volata a quelli che saranno i prossimi tormentoni estivi delle nostre spiagge. E tra questi, nei chioschi a due passi dalla battigia così come nelle discoteche costiere, non mancherà Ciao Ciao tra le scelte dei deejay desiderosi di far ballare il proprio pubblico fino allo sfinimento.