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Giovani Wannabe, un successo estivo targato Pinguini Tattici Nucleari

Nuovo appuntamento con "La hit della settimana", una rubrica fissa in cui proponiamo un brano recente in particolare, approfondendo un minimo la storia che c’è dietro la sua scrittura e la sua realizzazione per immergerci fino in fondo nel “clima” della canzone.

I Pinguini Tattici Nucleari sono uno dei gruppi pop di maggior successo in Italia, attualmente. I loro singoli trovano costantemente terreno fertile nel pubblico, la loro musica è diventata la colonna sonora di tanti adolescenti e ventenni mentre i loro testi rispecchiano piuttosto bene il modo di sentire di una generazione di giovani e non-più-così-giovani (che poi sono i loro coetanei o chi ha qualche anno più di loro). protagonisti di un grande 2021 dove hanno sfornato un singolo di successo dopo l’altro, nella tarda primavera del 2022 sono tornati con una nuova canzone, destinata a diventare uno dei grandi tormentoni dell’estate: Giovani Wannabe, uscita a fine maggio, è tra i brani più apprezzati di giugno e luglio, stando alla classifica italiana di Billboard.

Ma prima di immergerci nella canzone, facciamo un passo indietro e chiediamoci: ma chi sono i Pinguini Tattici Nucleari? Tutti i componenti oscillano tra i ventisette, ventott’anni e i primissimi trenta (i non-più-così-giovani, ricordate?); suonano insieme da ormai più di dieci anni. Un decennio abbondante costellato di uscite discografiche, in cui la band ha pubblicato quattro album e due EP, con un ritmo notevole se si pensa che, ogni due anni circa, i Pinguini sono riusciti a produrre materiale nuovo e significativo. Una prolificità che non è mai scontata nel periodo attuale, in cui i dischi di inediti vengono diluiti in molto tempo anche da artisti giovani e potenzialmente in grado di produrre grandissime quantità di nuova musica in relativamente poco tempo.

La svolta di notorietà, per il gruppo, arriva nel 2019 quando esce il primo disco pubblicato con una major, ossia Fuori dall’hype, che viene poi riedito nella primavera del 2020 includendo il brano presentato a quell’edizione di Sanremo, Ringo Starr. Arrivata due anni dopo, Giovani Wannabe rappresenta un po’ lo stesso mood di Ringo Starr: il testo fotografa alcune situazioni comuni, frammenti di vita potenzialmente condivisibili da chiunque ma raccontati con moltissima ironia da un lato e con la capacità di infilarci riferimenti pop ma anche coltissimi dall’altro (vengono citati Freud, Les fleurs du mal di Baudelaire, Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, il grande storico Marc Bloch ma anche Star Trek, il whisky on the rock, l’Audi o i prodotti Apple).

L’impalcatura musicale – ancora una volta, molto curata a livello produttivo e sonoro – è quella di un classico pezzo pop/rock con una struttura piuttosto semplice e lineare, molto beat anni 60 in questo senso: basso, chitarra, tastiere e batteria bilanciate alla perfezione in un sound equilibrato e catchy. Un “artigianato” musicale che fa egregiamente il suo mestiere, ossia sostenere e accompagnare la linea vocale ideata dal cantante e compositore Riccardo Zanotti, il quale inizia ad avere una certa “firma” riconoscibile in un po’ tutti i brani che il gruppo produce.

Particolarmente divertente il bridge che precede l’ultimo ritornello che mette in mostra un testo simpatico, brillante e molto ben interpretato. Repetita iuvant: anche qua, l’ironia e l’accostamento di argomenti vari ed eventuali tipo flusso di coscienza funziona benissimo per dare un senso di leggerezza e di divertimento ma senza rinunciare a qualche citazioncina più sfiziosa e “alta”.

In sintesi, Giovani Wannabe è il modo con cui i Pinguini si iscrivono alla gara dei tormentoni estivi del 2022. Un pezzo leggero, agile e divertente ma non vacuo, un pezzo nel perfetto stile del gruppo che, non a caso, è andato perfettamente a segno presso il grande pubblico.

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.

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