I Sottotono: alle radici dell’hip hop italiano
Nel 2021, i Sottotono sono tornati dopo una pausa durata vent’anni e quindi lunga più del doppio della vita stessa della band, precedentemente esistita dal 1994 al 2001. Duo composto dal produttore e DJ Fish in coppia con il rapper, vocalist e MC Tormento, i Sottotono hanno influenzato pesantemente la neonata scena hip hop italiana degli anni 90, lasciando dietro di sé un solco piuttosto profondo. Nel terreno dissodato da loro e da un pugno di altri artisti precursori, sono stati gettati i semi che, nella seconda metà degli anni 2000, hanno portato all’esplosione del rap italiano. Un’esplosione che ha reso la musica d’ispirazione urban uno dei generi più popolari nel nostro Paese, prima con un rap più classico e chiaramente ispirato alle tendenze East Coast e West Coast e, ormai da qualche anno, anche attraverso la trap.
Fin da subito contraddistinti da una chiara tendenza a mescolare rap con tendenze R’n’B e soul, i Sottotono sono oggi universalmente riconosciuti tra gli apripista dell’hip hop tricolore e, con gli Articolo 31, rappresentano la parte più mainstream e pop del movimento delle origini, le primissime propaggini di cultura urban declinata in salsa italiana in grado di “bucare” la bolla di riferimento e avere un vero e proprio successo commerciale.
Un successo che arriva già con il primo album, Soprattutto sotto, che conta al suo interno la hit La mia coccinella, in grado di imporsi tra le canzoni più suonate di quella primavera/estate del 1995, grazie anche al supporto offerto da Albertino di Radio Deejay, che suona il pezzo ogni volta che può. Un po’ come accadrà a Cesare Cremonini qualche anno dopo, anche il giovanissimo Tormento – come lui stesso racconta – si ritrova a fare la maturità mentre la sua canzone rimbalza da una radio all’altra. Il buzz attorno al disco e al singolo è sufficiente per portare i Sottotono in major: dopo l’esordio con Vox Pop, l’etichetta indipendente fondata, tra gli altri, anche da Manuel Agnelli degli Afterhours, arriva il contratto con la Warner Music.
Il risultato è che nel 1996 esce il nuovo album, Sotto effetto stono, e vende benissimo. Certificato doppio platino, dal disco vengono estratti diversi singoli: Tranquillo, Solo lei ha quel che voglio e Dimmi di sbagliato che c'è, tutti campioni di vendite. Due anni dopo il duo torna in studio e, a gennaio del 1999, dà alla luce Sotto lo stesso effetto, terzo album di inediti dei Sottotono che, dal punto di vista sonoro e delle influenze, rappresenta un ulteriore passo avanti. Nel corso di un documentario girato da Esse Magazine, Fish racconta: «Tra il ’96 e il ’98 i nostri gusti cambiarono un po’. Quello che ci piaceva, lo stile West Coast, andò a scemare e facevamo del rap fin troppo ispirato agli USA». Nonostante oggi l’esito delle vendite sia identico a Sotto effetto stono (doppio platino), la progressione commerciale di Sotto lo stesso effetto disegna una curva molto meno ripida e, nei primi sei mesi, il disco macina appena centomila copie, la metà del precedente. L’album è trainato da Amor de mi vida che, però, resta l’unico singolo di vero successo.
La veloce corsa dei Sottotono li porta a essere oggetto, nel corso del 2000, di un’offerta molto particolare: sul loro tavolo, infatti, c’è la possibilità di partecipare al Festival di Sanremo 2001, portando sul palco dell’Ariston, per la prima volta in assoluto, musica urban rigorosamente italiana. Sentendo intorno a sé un clima di sfiducia da parte di casa discografica e management, il duo sceglie di andare a Sanremo per prendersi una rivincita di fronte a tutta Italia… Ma le cose non vanno secondo i piani.
Al di là della forza oggettiva di Mezze verità, il brano portato sul palco, la ribalta se la prende la campagna mediatica di Striscia la notizia che, di fatto, accusa i Sottotono di aver plagiato Bye Bye Bye degli N’Sync. Quando l’inviato del TG satirico arriva in riviera per consegnare il classico Tapiro d’oro, accade il patatrac: il duo non si presta alla “cerimonia” di consegna del “premio” e ci scappa anche un accenno di colluttazione che, nel servizio successivo che Striscia monta, diventa il tratto dominante dell’immagine che la trasmissione disegna sui Sottotono, dipinti come bad boys “maledetti” della musica.
L’episodio finisce per essere il macigno che schiaccia la carriera dei Sottotono i quali, come un pugile che sta avendo la peggio, barcollano ancora qualche mese prima di prendere la decisione di separarsi e intraprendere due carriere soliste, nonostante Mezze verità vada in heavy rotation tra radio e televisioni musicali. Un processo che ha nella storia del Tapiro d’oro la svolta definitiva ma che, come racconta Tormento, era in corso già da qualche tempo: «Ci sono state tante piccole crepe che hanno portato me e Fish ad allontanarci. Per tanti anni mi è dispiaciuto tantissimo che si sia parlato di violenze che non erano proprio avvenute… A quel punto, forse, valeva la pena picchiarci davvero (…) è stato un trauma bruttissimo, la nostra carriera era distrutta».
Se il sodalizio artistico si rompe, quello umano – per fortuna – no e i due (ormai ex) Sottotono rimangono in ottimi rapporti, seppur non lavorino più insieme. Nei successivi vent’anni, Fish si trova a produrre una quantità di artisti semplicemente enorme, collaborando con quasi ogni realtà di primo piano della scena italiana pop, ma non manca mai di dedicare parte del suo tempo all’hip hop. Tormento, dal canto suo, intraprende un lungo percorso artistico in cui esplora fino in fondo tutte le sue influenze, dal rap più duro al soul, passando per l’R’n’B, il funk e la musica melodica italiana.
Il 23 aprile 2021, dopo vent’anni di silenzio, esce Mastroianni, il primo singolo estratto da Originali, nuovo disco dei Sottotono che mette insieme pezzi nuovi e delle profonde rivisitazioni dei loro vecchi successi, dove sono presenti tantissimi artisti che il gruppo ha influenzato nel corso della sua esistenza. Gué Pequeno, Emis Killa, Marracash, Jake La Furia, Mahmood, Elodie, Coez: sono solo i capofila della schiera di stelle della musica italiana contemporanea che ha voluto omaggiare Tormento e Fish quali veri iniziatori dello urban nostrano, indiscutibilmente tra i pilastri della declinazione tricolore dell’hip hop.