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In tutto il mondo le classifiche premiano gli artisti locali

È quanto emerge da Investing in music, report annuale dell'Ifpi, che sottolinea una tendenza che esiste da sempre e non è venuta meno neanche in seguito all'avvento dell'accesso libero e gratuito agli enormi cataloghi musicali delle piattaforme di streaming.
In base ai dati di vendita in diversi stati relativi al 2013, il paese musicalmente più "cosmopolita" risulta la Norvegia, con il 56 per cento di artisti locali nelle classifiche; quello più "autarchico" è invece il Giappone, dove il 100 per cento delle classifiche di vendita è dominato da cantanti e band dagli occhi a mandorla. Il divario sussiste anche nel caso di paesi che parlano la stessa lingua, come Gran Bretagna e Stati Uniti (rispettivamente 71 e 90 per cento) oppure Spagna e Argentina (86 e 83 per cento).
E l'Italia? Il nostro paese non fa che confermare questo trend. Per esempio basta dare un'occhiata alla classifica ufficiale della Fimi degli album più venduti del 2014. Nella top 10 sono solamente tre i nomi internazionali: Pink Floyd, One Direction e Coldplay. Gli altri sette sono vecchie e nuove glorie della scena musicale nazionale: Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Modà, Biagio Antonacci, Dear Jack, Gianna Nannini, Ligabue. Come dire, musica e buoi dei paesi tuoi.
Una simile impostazione a livello globale rappresenta anche un'opportunità per il mercato. Per esempio, una piattaforma di streaming come Deezer ne ha fatto un punto di forza. Il servizio francese, infatti, ha puntato tutto – o quasi – sull'attenzione per la dimensione "locale". Deezer è attivo in oltre 180 paesi (contro i 58 di Spotify) e ha un catalogo di circa 35 milioni di brani (contro i 30 milioni di Spotify). Di questi ultimi, gran parte – non si può dire con certezza quanti – sono di artisti locali, anche minori, dei vari paesi: ecco perché il catalogo è più ampio rispetto a quello del loro principale concorrente.
Anche le case discografiche si adattano, ed è proprio sui repertori locali che vanno prevalentemente a investire per lanciare nuovi talenti a livello mondiale. Lo svedese Avicii, la neozelandese Lorde, il belga Stromae sono esempi di artisti che sono stati traghettati dalle rispettive scene nazionali al successo planetario.
"In molti casi, gli artisti locali creano un legame più stretto con gli appassionati di musica all'interno del loro mercato locale – spiega Frank Briegmann, presidente della Universal Music Central Europe – È dove vivono, si promuovono e suonano. A volte è un fatto di lingua, con le persone che si affezionano davvero se capiscono ciò che il performer dice artisticamente".
Se pensavamo di essere provinciali perché Vasco e Biagio Antonacci continuano a dominare le classifiche, ci sbagliavamo. O quantomeno siamo in buona compagnia.

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