Tipi da chitarra: John Frusciante

Nuova rubrica mensile in cui, un profilo alla volta, raccontiamo dei musicisti che hanno fatto del loro rapporto con la chitarra il loro tratto distintivo. A volte virtuosi, a volte essenziali, a volte adorati, a volte quasi sottovaluti: in ogni caso, più che come semplici chitarristi, vogliamo ricordarli come persone in grado di vivere una relazione autentica con il loro strumento.
In Italia, John Frusciante gode di una fama tutta particolare perché viene esplicitamente citato nel titolo di un libro che è stato un caso letterario nazionale negli anni 90 (Jack Frusciante è uscito dal gruppo, di Fausto Brizzi) ma in tutto il mondo è noto soprattutto per essere il chitarrista dei Red Hot Chili Peppers, una delle rock band più celebri e influenti degli anni 90 – e non solo.
La passione per la chitarra di John Frusciante
Entrato a diciotto anni come membro permanente del suo gruppo preferito (i Red Hot, appunto) in seguito alla prematura dipartita terrena del chitarrista precedente Hilel Slovak – musicista che Frusciante idolatrava – e ardentemente desideroso di diventare una rockstar con tutti i cliché del ruolo, l’artista nativo di New York ma cresciuto in California nasce come enfant prodige della chitarra ma senza avere una formazione convenzionale sullo strumento.
Appassionatissimo delle sei corde fino al punto di lasciare la scuola per concentrarsi unicamente sull’arte di suonare, Frusciante si è accostato alla chitarra fin dall’inizio come un totale freak, studiando uno per uno tutti i musicisti che lo colpivano, in maniera ossessiva ed estremamente approfondita. Parallelamente, ha anche saltuariamente avuto dei chitarristi che gli facevano lezione ma non ha mai davvero frequentato una scuola di musica (nonostante ci si sia anche iscritto, nella seconda metà degli anni 80).
John Frusciante, i Red Hot Chili Peppers e tutto il resto
Nel 1988, come si diceva, arriva la chiamata degli RHCP: fin dalle primissime prove lui e il bassista Flea sviluppano una chimica musicale perfetta e il giovanissimo chitarrista entra nel gruppo nonostante abbia quasi dieci anni in meno degli altri componenti. La vita dell’intero quartetto cambia per sempre tre anni dopo grazie al successo interplanetario di Blood Sugar Sex Magik, il quinto album del gruppo e il primo a ottenere un riscontro massivo e internazionale (grazie soprattutto al traino di un paio di singoli devastanti come Give It Away e, soprattutto, Under The Bridge).
Dal 1992 in poi, succede di tutto: Frusciante lascia la band perché non riesce a gestirne il successo, si riabilita da tutta una serie di dipendenze cambiando radicalmente le sue abitudini di vita, rientra nei Red Hot nel 1998, incide con loro altri album leggendari di enorme successo finché, nel 2009, decide di non tornare a far parte del gruppo dopo una lunga pausa che il tutto il quartetto si prende dopo un decennio e oltre di attività non stop.
Dunque Frusciante “ri-esce” dal gruppo ma la storia non finisce qua: nel 2019, infatti, il chitarrista di origini italo-americane viene nuovamente invitato a tornare in seno alla band dagli altri componenti con in testa Flea, da sempre suo affezionatissimo sponsor. Alla vigilia dei cinquant’anni e dopo quasi dieci passati a comporre musica perlopiù elettronica, John torna ancora una volta nei Chili Peppers, incidendo con loro due nuovi album.
John Frusciante: chitarrista in perenne evoluzione
In tutto ciò, dalla prima metà degli anni 90 a oggi, Frusciante ha anche composto, suonato e registrato un sacco di altra musica sia come artista solista – tanto col suo nome, quanto con l’alias Trickfinger – sia come membro del gruppo Ataxia, oltre ad aver firmato due interi album con altri artisti ed essersi reso protagonista di qualche altra, più piccola, collaborazione.
Musicista talentuoso e creativo se mai ce n’è stato uno, insomma, John Frusciante è noto per il suo stile compositivo essenziale e riconoscibile, definito sia dalla sua capacità di scandire delle progressioni di accordi memorabili ma anche da dei riff arpeggiati diventati celeberrimi, oltre a essersi distinto lungo i vari decenni per una costante ricerca a livello di effetti, sempre in evoluzione lungo tutta la sua carriera.
Chitarrista piuttosto tecnico, la sua evoluzione è passata da un’infatuazione giovanile per il virtuosismo pesantemente influenzata dallo stile funky di Hilel Slovak e dalle sonorità molto distorte che andavano di moda all’epoca a una tensione costante verso la creazione di tessuti sonori coerenti ed esteticamente appaganti, in cui domina più una ricerca sensoriale ed evocativa che non il tentativo di mettere insieme una sequenza di note. Certamente, se si parla di R.H.C.P., il funk resta sempre una delle influenze principali, a livello compositivo.
John Frusciante, il chitarrista dei R.H.C.P.
Lo stile di Frusciante, nonostante le sue varie evoluzioni e le modifiche inevitabili che ha subito nel corso degli anni in virtù degli interessi cangianti del chitarrista a livello sonoro, ha tuttavia sempre qualcosa di riconoscibile, quando si guarda a ciò che produce assieme ai Red Hot. È una sorta di gusto-matrice sonoro a cui si può virtualmente ricondurre quasi qualunque cosa abbia mai composto assieme ad Anthony Kiedis, Flea e Chad Smith… ed è un ingrediente fondamentale di ciò che per ogni appassionato di rock degno di questo nome si chiama “sound dei Red Hot Chili Peppers”.
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