Kate Bush e i suoi predecessori: lo strano fenomeno dei rientri in classifica
Ne parlavamo qualche tempo fa, quando abbiamo affrontato il tema della colonna sonora di Stranger Things: Running Up The Hill di Kate Bush è tornata prepotentemente nelle classifiche di tutto il mondo, arrivando addirittura a prendersi la numero uno del mercato UK a trentasette anni dall’uscita sul mercato discografico (nel 1985 era salita fino al terzo posto).
Non è però un caso isolato di furioso rientro in classifica a tanto, tantissimo tempo dal debutto, sebbene sia uno dei più clamorosi e, di recente, di gran lunga il più chiacchierato. Ci sono diversi precedenti e, tra questi, qualcuno ha anche una storia persino più particolare della canzone della Bush, tornata ai fasti di metà anni 80 in quanto parte integrante – e fondamentale – del tessuto narrativo di una serie tv di enorme successo.
Rage Against the Machine – Killing in the Name
Tra tutte le vicende più curiose che riguardano i rientri in classifica, Killing in the Name dei RATM è una delle più strane e, al contempo, divertenti. Tutto parte nel dicembre 2009, in Inghilterra, a diciassette anni e passa di distanza dall’uscita del pezzo. In polemica con il monopolio quasi militare che chiunque vincesse l’ultima edizione di X Factor esercitava sulle classifiche di vendita natalizie da ormai quattro anni, il dj Jon Morter e sua moglie Traci lanciano una campagna su Facebook per stimolare le persone ad acquistare Killing in the Name, in maniera da impedire all’ultimo esemplare di campione da talent di prendersi vetta delle chart, vendite e visibilità. In breve tempo, il gruppo di Facebook creato apposta per raccogliere i partecipanti all’iniziativa conta oltre 750.000 persone e si crea una vera e propria battaglia di vendite, tra la vecchia canzone dei Rage Against The Machine e il singolo del campione uscente di X Factor. Ben presto, gli stessi RATM danno pubblico appoggio all’iniziativa (e con loro tanti altri membri del mondo del rock) e vengono invitati in Inghilterra per suonare e alimentare così la loro corsa alla numero uno. La sfida si conclude con la vittoria di Killin in the Name, che effettivamente ottiene il primo posto nella settimana di Natale a sedici anni dal venticinquesimo ottenuto nel 1993 come picco più alto degli esiti commerciali del pezzo quando è uscito originariamente come singolo.
Wham! – Last Christmas
Come tante altre canzoni natalizie che sono un classico del periodo, Last Christmas è un brano di ritorno di un livello talmente alto che torna in classifica ogni anno (e, del resto, Natale si festeggia ogni anno). A gennaio 2021, però, dopo trentasei anni e un mese di vita discografica, la canzone ha finalmente raggiunto l’agognatissima numero uno nelle classifiche britanniche dopo un corteggiamento durato tre decenni e mezzo, durante i quali è stata addirittura il singolo più venduto della storia a non essere mai stato in vetta alla classifica. Meglio tardi che mai, insomma.
Whitney Houston – I Will Always Love You
Chi invece alla numero uno c’era già stato eccome era la compianta Whitney Houston che, tra la fine del 1992 e l’inizio del 1993, aveva preso possesso del gradino più alto del podio delle classifiche USA per ben quattordici settimane (tre mesi e mezzo, in pratica). Quasi vent’anni dopo, quando la cantante è tragicamente mancata, la canzone è rientrata nelle chart issandosi fino alla terza posizione mentre tutti gli Stati Uniti piangevano la morte di una delle migliori cantanti pop della loro storia.
Fleetwood Mac – Dreams
A proposito di canzoni in grado di rientrare in classifica più volte, Dreams dei Fleetwood Mac è stata in grado di ripresentarsi nelle charts piuttosto spesso dal 1977, anno d’uscita, in poi. Parliamo di una hit in grado di issarsi alla numero uno appena sbarcata sul mercato, in quel giugno del ’77, e di tornare trionfalmente in classifica – ma mai più al vertice più alto, almeno finora – ben trentaquattro anni dopo, nel 2011, quando la sua apparizione all’interno di un episodio di Glee l’ha rilanciata nella classifica di vendite britannica. Sette anni più tardi, un tweet virale l’ha fatta rientrare nella classifica statunitense per un paio di settimane; la cosa si è ripetuta anche nel 2019, quando la canzone si è installata a lungo nella Top 10 neozelandese ed è entrata per la prima volta nella storia nelle chart irlandesi. Nel 2020, un video di TikTok diventate virale all’eccesso l’ha riportata in auge per l’ennesima volta, trainandola fino alla top ten della classifica mondiale di Billboard.