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La canzone della settimana: You’ve Got a Friend, capolavoro di Carole King & successo di James Taylor

La canzone (o l’album, dipende dall’umore del momento) della settimana è una rubrica fissa in cui proponiamo un disco oppure un singolo brano in particolare, approfondendo un minimo la sua storia, la sua importanza e – perché no, siamo qui apposta – la sua bellezza. Può trattarsi di opere estremamente recenti oppure molto, molto vecchie (al punto da poter essere definite “antiche”, talvolta): per noi non fa alcuna differenza, ciò a cui teniamo veramente è dare sempre risalto alla buona musica.


 «Questa canzone è quanto di più vicino alla pura ispirazione io abbia mai vissuto. Si è scritta da sola. È stata scritta da qualcosa fuori da me, attraverso di me»: così Carole King ricorda la creazione di You’ve Got a Friend, uno dei brani più famosi che abbia mai scritto (se non il più famoso in assoluto). Composta nel gennaio del 1971, You’ve Got a Friend è nata in un momento di grande prolificità creativa per la King e, in generale, di assoluta grazia per la musica: uno di quei frangenti in cui diversi artisti si ritrovano fianco a fianco a scrivere e registrare nuove composizioni principalmente perché sono amici e sono desiderosi di supportare ognuno il talento dell’altro. Se poi questi artisti sono anche grossi calibri della canzone, beh, il gioco è fatto.

I fatti: siamo all’inizio del ’71 e, nello stesso studio di incisione, troviamo Joni Mitchell, James Taylor e ovviamente Carole King, tutti insieme, tutti concentrati nello scrivere nuovi pezzi per i loro nuovi dischi. I tre sono attivamente coinvolti nei rispettivi processi creativi: si danno consigli, contribuiscono agli arrangiamenti ognuno dell’altro, appaiono nei rispettivi album suonando o cantando. È in quel clima stimolante e intrigante che nasce il pezzo, il quale fa innamorare proprio Taylor ben prima che qualunque altro essere umano (o quasi) possa ascoltarlo.

Il cantautore ne sente le primissime versioni mentre la King ci sta lavorando e ne rimane completamente soggiogato, al punto da improvvisarne una sua versione mentre sta lavorando al suo disco, in un giorno in cui tutti i tentativi di registrare del buon materiale per la sua nuova produzione sembrano risultare fallimentari. In maniera inattesa, il pezzo riesce bene e Taylor chiede all’amica di poterlo includere nel suo nuovo album, pur sapendo che uscirà a ridosso di quello della King, con appena un paio di mesi di distanza. Con sua enorme sorpresa, Carole gli dà l'ok senza problemi: lo stesso Taylor, in un'intervista concessa a Rolling Stone, ricorda di aver pensato quanto fosse generoso quel gesto da parte dell'amica.

Secondo il suo biografo Ian Halperin, Taylor diventa preda del pezzo anche a causa del fatto che si era da poco ripreso da dei problemi di depressione e You’ve Got a Friend, con il suo testo caldo e rassicurante, faceva risuonare in lui delle corde particolari, sicuramente molto intime. L’anno dopo la composizione del pezzo, la King ricorda: «Non avevo James in mente quando ho scritto You’ve Got a Friend, né nessuno di specifico. Ma quando lui l’ha sentita l’ha apprezzata davvero e ha voluto registrarla».

A febbraio, appena la cantautrice ha terminato le sue sessioni di registrazione e ne ha fatto mixare il risultato, esce Tapestry, il suo nuovo album. Al di là del fatto che tutto il disco merita grande attenzione e riverenza perché è una gemma che ha influenzato tantissima della musica leggera che è venuta dopo, Tapestry contiene anche la nostra You’ve Got a Friend, ovviamente. Dato che condivide con Mud Slide Slim and the Blue Horizon di Taylor, con la sua versione del brano al suo interno. Entrambe le versioni diventano un singolo in quello stesso periodo, attorno a maggio del 1971, ma è la versione del cantautore statunitense che ottiene il maggior successo, prendendosi la numero uno della classifica di Billboard e arrivando fino al quarto posto nelle chart del Regno Unito. PIù equa la distribuzione degli Emmy, invece: James Taylor vince grazie al brano il premio per la Miglior performance vocale di un artista pop maschio mentre la King porta a casa il riconoscimento come Canzone dell'anno.

Al di là delle vendite e del successo che il pezzo ha ottenuto, You've Got a Friend è diventato uno degli inni all'amicizia pop di tutto il 900. Il testo è caldo, consolatorio e accogliente nella sua descrizione sentimentale ma asciutta del tipo di coinvolgimento che una relazione d'amicizia intensa comporta. Le parole lasciano un senso di dolcezza e di calore umano nell'ascoltatore senza che ci sia alcuna melensaggine: di nuovo, è una canzone sentimentale, sì, ma nel senso più positivo del termine. Dal punto di vista musicale, Jon Landau la descrisse così nella sua recensione di Tapestry su Rolling Stone in quel fatidico 1971: «La semplicità del cantato, della composizione e quel suo particolare sentimento riescono a raggiungere il genere di eloquenza e di bellezza di cui avevo dimenticato quanto il rock fosse capace […] il testo e la melodia sono ben più attaccati che non in [altre canzoni del] passato. Quando Carole canta: “You just call out my name/ And you know, wherever I am/ I’ll come running to see you again” non appena la musica scivola in quella leggerissima traccia latina, una progressione un po’ spanish Harlem, l’unica parola per descriverla – sia come composizione, sia come interpretazione – è: perfezione […] Il pensiero alla base You’ve Got a Friend rimane sia come prospettiva, sia come argomento: l’amicizia».

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.

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