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La storia della musica in pillole: il viaggio verso il successo di Robbie Williams

«La storia della musica in pillole» è una rubrica fissa in cui ripercorriamo, in una tappa per volta, un momento, un genere, un periodo, un movimento musicale che ha segnato l’evoluzione del pentagramma (e delle nostre vite, in fondo). Senza pretese di esaustività, senza ambizioni accademiche esagerate, questi nostri articoli intendono essere agili Bignami da cui ricavare qualche indizio d’ascolto o un minimo di curiosità per scoprire – o riscoprire – le tantissime sfumature musicali che hanno attraversato il globo dalle origini a oggi.


 

Sgombriamo il campo da ogni equivoco: sostenere che esista un “Robbie Williams ignoto” prima del suo successo da cantante solista non è del tutto esatto, visto che proveniva dai Take That, boyband inglese che è stata una delle esperienze musicali più note e travolgenti degli anni 90, specialmente presso il pubblico giovane e giovanissimo dell’epoca. Tuttavia, ci si può certamente azzardare a dire che la carriera solista di Robbie da Stoke-on-Trent, Staffordshire, UK ha seriamente rischiato di esaurirsi molto presto, nel disinteresse generale.

Cos’è successo e cos’abbia portato a questo cambio di rotta molto netto lo vedremo tra poco, intanto riavvolgiamo il nastro fino alla tarda estate del 1995: Robbie ha appena lasciato i Take That dopo circa un anno di logorio reciproco. I suoi ormai ex sodali erano saturi della sua condotta personale non proprio disciplinata mentre Williams non ne poteva più, a suo dire, di vedersi rifiutare progetti, idee e intuizioni dal resto del gruppo. In particolare, il cantante soffriva la leadership di Gary Barlow e che fosse lui a tracciare la strada da seguire per tutta la band. Una volta uscito dai Take That, però, al buon Robbie tocca capire cosa fare della sua carriera e come “costruirsi” in quanto artista solista.

Un anno dopo la decisione di andare per la sua strada, esce il primo singolo di RW in versione solista: si tratta di Freedom, una cover dell’omonimo brano di George Michael uscito nel 1990, sei anni prima del debutto in autonomia di Williams. La canzone ottiene un discreto riscontro commerciale, gode di una certa eco in Gran Bretagna grazie ai vari passaggi in radio e sulle tv musicali. Non è niente in confronto a ciò che scatenavano i Take That all’apice della loro gloria ma è pur sempre un inizio da non buttar via, specialmente considerando che il cantante era artisticamente fermo da oltre un anno e, anzi, era apparso più sulle copertine delle riviste per il suo stile di vita che non per la sua musica. Inoltre, la fuoriuscita di Robbie aveva innescato una serie di reazioni a catena che avevano infine portato allo scioglimento definitivo del gruppo nonostante la sfilza di dichiarazioni di prammatica rilasciate dai quattro superstiti dopo il suo abbandono, nelle quali tutti promettevano di non fermarsi lì (e invece): non era scontato che il pubblico accettasse per forza di buon grado il suo rientro sulle scene.

Nonostante il buon riscontro di Freedom, RW non ha però un disco da lanciare in scia al brano. Anzi, non ha pronto praticamente niente, se non il progetto di isolarsi e scrivere il suo primo album da artista solista. L’incontro che dà una svolta decisa al disco è quello con Guy Chambers, ex membro dei World Party e dei Lemon Trees nonché musicista, autore e produttore piuttosto esperto. I due si conoscono nel gennaio 1997 e, già a marzo, stanno cominciando l’intensa fase di scrittura che porterà al primo lavoro solista di Robbie. Insieme, i due musicisti fanno scintille e mettono a punto Life Thru A Lens, quasi interamente scritto da entrambi (Williams è segnato come autore di tutti e undici i brani, Chambers ne firma ben nove, insieme con lui). Old Before I Die, il primo frutto del loro lavoro, esce come singolo già ad aprile e ottiene una risposta commerciale moderata: si piazza subito bene in classifica ma ne esce anche piuttosto in fretta. Con i due brani seguenti, Lazy Days e South Of The Border, la storia si ripete allo stesso identico modo: buona risposta iniziale, rapido declino di vendite e quantità di passaggi della canzone sui mass-media che scema in fretta.

A fine settembre, poco dopo l’uscita di South Of The Border, esce l’intero disco: Life Thru A Lens riesce a entrare subito nella classifica degli album più venduti ma non certo nelle prime posizioni, anzi. Ben presto esce dai primi cento e vivacchia attorno alla posizione numero 104. La parabola che vivono contemporaneamente gli altri ex membri dei Take That con le loro neonate esperienze soliste lascia pensare che, disgregandosi, i cinque abbiano in qualche modo perso il loro tocco di re Mida e che abbiano commesso un errore a scegliere di dividersi perché i vari esiti sono tutti piuttosto simili a quello di cui è protagonista RW.

Il primo dicembre, però, ecco l’evento che cambia la storia e trasforma Robbie Williams in una delle più grandi popstar a cavallo degli anni 2000, lo snodo cruciale che modifica quello che sembrava un destino già scritto: esce Angels come quarto singolo estratto da Life Thru A Lens che, nel frattempo, aveva riscosso opinioni contrastanti da parte della critica. Il successo del brano è immediato e devastante, oltre che internazionale (ed è la prima volta che capita a Robbie da quando è solo: Freedom aveva riscosso consensi solo in UK). Angels però scatena un tale tsunami di applausi che le incertezze dei critici sul disco e la freddezza iniziale del pubblico vengono travolti e spazzati via. L’esplosione del brano, romantico e delicato ma non privo di una certa potenza, trasforma anche Life Thru A Lens, che diventa un disco incredibilmente longevo, da quel momento in poi: pur senza produrre picchi di vendita clamorosi, l’album rimane in classifica per quasi tutto il 1998 e macina regolarmente le sue copie, settimana dopo settimana.

Angels è uno dei brani scritti da Williams in coppia con Chambers ed è una hit globale che ancora oggi viene trasmessa, di tanto in tanto, oltre a essere diventata parte del tessuto comune pop quando si parla di brani romantici e potenziali colonne sonore per storie d’amore. Inoltre, è ancora oggi uno dei massimi successi di RW, che non manca mai nelle scalette delle sue esibizioni dal vivo a venticinque anni dalla sua uscita.

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.

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