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La storia di Ahmet Ertegün, il turco che lanciò Ray Charles

La storia di Ertegün ha dello straordinario. Intendiamoci, Ahmet non era certo uno venuto su dal nulla. La famiglia era di estrazione aristocratica e il padre, Münir Ertegün, fu ambasciatore della Repubblica di Turchia prima a Londra e poi a Washington. Ma il vero punto di forza della famiglia Ertegün era un'apertura culturale di respiro moderno e internazionale.

La madre, Hayrünnisa, era una rispettata pianista e fu lei a introdurre Ahmet e il più grande Nesuhi al mondo della popular music contemporanea, soprattutto jazz. Prima di compiere i dieci anni di età, Ahmet aveva già avuto l'occasione di vedere dal vivo a Londra alcuni fra i maggiori musicisti di quel periodo (primi anni '30), come Duke Ellington e Cab Calloway.

Iniziò a nascere un amore per la musica black che portò con sé anche quando la famiglia si trasferì in America per il lavoro del padre, nel 1935.

Durante gli studi all'università (frequentava i corsi di filosofia medievale) decise di mettere a frutto il suo amore per la musica ed entrare seriamente nel business della discografia. Così con il suo amico Herb Abramson, un aspirante dentista che già lavorava per un'etichetta discografica, la National Records, nel 1947 diede vita a New York a una nuova etichetta indipendente che sarebbe diventata una leggenda della popular music: la Atlantic Records.

Gli inizi non furono semplicissimi, e nei primi anni di vita la Atlantic stentò a sfornare hit da classifica. Le cose cominciarono a decollare nei primi anni '50, con il lancio di artisti della scena soul e rhythm and blues di allora come Ruth Brown e Joe Turner, ma il botto arrivò nel 1952 quando Ertegün mise sotto contratto un giovane pianista cieco di 22 anni: Ray Charles.

Fino al 1959, anno in cui scadette il contratto e Charles passò all'etichetta rivale Paramount, la Atlantic coltivò il suo successo con l'uscita di vere hit internazionali come Mess Around, I Got A Woman e What I'd Say. Più che un semplice rapporto professionale, quella fra Ray Charles e Ahmet Ertegün era una profonda amicizia che ha lasciato una delle più importanti eredità musicali nel mondo della discografia, come peraltro emerge molto bene dal film biografico Ray.

Grazie anche al successo ottenuto con i dischi di Ray Charles, nel corso degli anni '60 la Atlantic si espanse notevolmente, e collaborando con la storica etichetta Stax di Memphis delineò il sound del soul “classico” con artisti di punta come Solomon Burke, Wilson Pickett, Otis Redding e Aretha Franklin.

Ma non solo rhythm and blues. Dopo una trattativa con la Columbia, la Atlantic creò una specie di superband di allora: Stephen Stills, David Crosby e Graham Nash diventarono i Crosby, Stills and Nash, punto di riferimento dell'intera controcultura americana della seconda metà del decennio. Inoltre Ertegün ascoltò la prima demo dei Led Zeppelin e capì l'immenso potenziale di quella band, mettendola sotto contratto senza esitazioni e dando così il via a uno degli astri del rock più fulgidi di tutti i tempi.

Per la sua fondamentale influenza nel mondo della popular music dagli anni '50 ad oggi, nel 1987 fu introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame, la quale – ironia o conflitto di interessi? - aveva fondato lui stesso quattro anni prima. Ertegün è morto tragicamente nel 2006 dopo una brutta caduta e un trauma cranico che lo ha fatto rimanere in coma per un paio di mesi. Ma la sua eredità è più viva che mai.

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