Lazza è il vincitore morale di Sanremo: il successo di Cenere
A un mese di distanza dalla fine del Festival di Sanremo 2023, vinto da Marco Mengoni con Due vite, si può dire che la canzone che ha trionfato dal punto di vista dell’eco e del successo sia però Cenere di Lazza, “vincitore ombra” della kermesse. Attivo nel mondo della musica sin dal remoto 2009 nonostante abbia solo ventotto anni, Lazza è originario di Milano e più precisamente del quartiere Calvairate (lo stesso da cui viene Rkomi, tanto per fare un nome). Formatosi all’interno della scena rap/trap meneghina degli anni 2010, Lazza affonda le sue radici musicali all’interno di un panorama più accademico e classico, visto che ha frequentato anche il conservatorio Verdi del capoluogo lombardo. Ancora oggi, la sua produzione musicale presenta tracce più o meno vistose della sua prima fascinazione classica e, in particolare, per il pianoforte.
In Cenere, per quanto la tastiera (opportunamente effettata) sia alla base dell’arrangiamento, i riferimenti a livello di genere sono il soul e ovviamente il rap. Di fatto, siamo di fronte a una canzone dal fortissimo spirito black che è un collage di ispirazioni differenti i cui cambi di ritmo sono figli delle accelerate e dei rallentamenti che l’artista milanese opera modulando le sue frasi più o meno velocemente. Come spesso accade con le canzoni con una forte matrice hip hop, la sensazione è che tutto il brano sia figlio soprattutto del testo e della sua relazione con la base, che si configura e riconfigura attorno a ciò che Lazza canta, più che il contrario.
Del resto, la capacità di scrittura di Lazza colpisce soprattutto sul versante lirico. Il racconto dell’amore in pezzi alla base di Cenere è equilibrato, vivido e profondamente immaginifico nella sua capacità di instillare nell’ascoltatore il clima opprimente di dolore e malinconia che il brano vuole evocare. Il rapper azzecca in particolare un’infilata di versi violenti, terribili ed evocativi (Ho visto un paio di inferni alla volta / So che vedermi così ti impressiona / Primo in classifica ma non mi importa / Mi sento l’ultimo come persona (…) Ti prego, abbassa la voce / O da ‘sta casa ci cacciano proprio / Ormai nemmeno facciamo l’amore / Direi piuttosto che facciamo l’odio) in pieno cuore del brano, dipingendo uno scenario terribile, privo di speranza come un’eclisse totale.
Il pezzo è di fatto un pastiche confezionato alla perfezione secondo il gusto attualmente imperante, a livello musicale, ma anche composto con classe, cura e precisione. Certo, è un brano che può serenamente essere definito trap ma è infinitamente più ricercato, sfaccettato e sfumato di tanti altri pezzi infinitamente più banali che, pure, hanno saputo issarsi fino alla vetta delle classifiche. Lazza si distingue per la capacità di variare sul tema e, soprattutto, per aver saputo creare una coltre emotiva spessa e intensa capace di avvolgere e avvincere l’ascoltatore, facendolo precipitare immediatamente nel mood della canzone. Cenere ha il potere di travolgere chi ci si accosta con una potenza che solo di rado il pop riesce a imbrigliare. Per quanto il termine possa risultare abusato, si tratta di un pezzo maturo, efficace, sentito e sincero: la consacrazione di Lazza tra gli autori pop/trap più interessanti della scena contemporanea del nostro paese.