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Musica ad alta risoluzione: sappiamo sentire la differenza?

Pono e l'NW-ZX2 hanno diverse caratteristiche in comune: sono device costosi (400 dollari il primo, 1200 il secondo), supportano file audio ad alta risoluzione (192 kHz a 24 bit) e si basano sull'idea che i file digitali che ascoltiamo non corrispondano a ciò che gli artisti intendevano farci sentire.

È un'idea che ha avuto successo: Pono è stato il terzo progetto più finanziato nella storia della piattaforma di crowdfunding Kickstarter, con oltre 6 milioni di dollari raccolti.

Dopo 15 anni in cui ci siamo abituati ad ascoltare musica in formato digitale scadente – è questo il ragionamento – è l'ora di riportare i brani alla qualità audio del cd o addirittura dell'analogico. È nato così un movimento "audiofilo" che cerca alternative ai file ultra-compressi che scarichiamo o ascoltiamo in streaming.

Ma l'orecchio umano sa davvero cogliere la differenza di risoluzione? Dal momento che la popular music ha un range dinamico piuttosto limitato, queste differenze diventano sottili, se non del tutto impercettibili.

Questo test mette alla prova le vostre capacità di ascolto: sentirete dieci volte la stessa traccia (Rockin In The Free World di Neil Young) e dovrete stabilire se si tratta di un formato 8-bit oppure 16-bit (che oggi è lo standard). L'impresa è ardua.

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