Pare di Ghali & Madame: ritratto di una hit contemporanea
Nuovo appuntamento con "La hit della settimana", una rubrica fissa in cui proponiamo un brano recente in particolare, approfondendo un minimo la storia che c’è dietro la sua scrittura e la sua realizzazione per immergerci fino in fondo nel “clima” della canzone.
Cosa accomuna Ghali e Madame, insieme in Pare, una delle hit dell’estate italiana 2022? Entrambi, a qualche anno di distanza, sono stati etichettati come la nuova faccia dell’urban tricolore. Se Ghali ha cavalcato lo stesso vento che ha portato la trap a diventare uno dei generi più pop del Belpaese – perlomeno tra giovani e giovanissimi – Madame è invece arrivata in un momento diverso, adoperandola non più come principale genere di riferimento ma come uno dei tanti elementi musicali da rielaborare con il suo stile personale.
In questo senso, Pare sembra più figlia della contemporaneità di Madame che non delle influenze di Ghali… solo che, in realtà, è una canzone scritta proprio da Ghali e ne ribadisce la fortissima vocazione pop nonché una certa capacità di svariare sul fronte della musica più mainstream, pur mantenendo ben visibili le sue radici rap. La base ha enormi influenze dance, i suoni elettronici che la caratterizzano strizzano l’occhio alla musica da discoteca più rumorosa e “caciarona” degli anni 90 e primi 2000 mentre le voci di Ghali e Madame si suddividono strofe e ritornello: nelle prime c’è il rap contemporaneo dell’artista di Baggio, nel secondo la cantante veneta “apre” il brano grazie alla sua vocalità, filtrando con il suo stile molto personale la melodia portante del pezzo.
Particolarmente interessante, considerando il target estremamente pop del brano, il bridge: la canzone, a livello strumentale, si restringe fino all’osso e sentiamo una voce urlata che grida alcuni versi che, melodicamente, hanno poco o niente a che fare con tutto il resto del pezzo (mentre invece sono in perfetta sintonia con il testo). Una nota violenta e aggressiva che non ci si aspetta dal brano e che rappresenta un piccolo twist che effettivamente regala una dimensione in più alla canzone, accentuandone la parte di denuncia.
Del resto, il testo di Pare è una riflessione sul bullismo che cerca di essere il più cruda e sincera possibile e, come tale, si interroga sul punto nodale della questione: se un bullo diventa tale in quanto vittima a sua volta di violenza, come si fa a interrompere il circolo vizioso? E, soprattutto, se il bullo è anche vittima ed è vittima prima ancora che bullo, come si fa a condannarlo senza appello? Non è anche lui parte lesa?
In quest’ottica, il bridge urlato della canzone restituisce fino in fondo la sensazione di essere di fronte a un tema complesso, violento, sgradevole e duro, che necessità una profondità di riflessione diversa dalla semplice condanna dei bulli. Quel particolare momento della canzone rappresenta del resto l’apice lirico di un testo che, nella sua interezza, punta a quelle urla fin dalle primissime parole: tutta la canzone è una sorta di escalation in cui, più che una storia precisa, Ghali e Madame accostano differenti immagini, in un racconto non organico di cosa si prova e si vive quando ci si trova oggetto di bullismo. L’esplosione del bridge rappresenta quindi la rabbia che l’argomento porta con sé, legata soprattutto alla frustrazione che deriva dalla scoperta che il bullismo è frutto di un riciclo continuo di violenza.
Nel complesso, Pare è una fotografia perfetta di cosa sta diventando l’urban italiano nei primi anni venti del 2000 dopo avere colpito il nostro mainstream come un asteroide alla metà del decennio precedente, di quali esiti la trap, insediatasi sul trono del pop, sta avendo. E, forse soprattutto, di che tipo di risultato dà la sua ibridazione profonda con la melodia più tipica del nostro Paese, un processo che viene naturale a Madame in particolare. Il tutto rimescolato dalla sensibilità più “commerciale” di Ghali, sempre molto puntuale nel capire su quali sonorità puntare per fare breccia nel cuore del pubblico.