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Più che una figlia d’arte: Angelina Mango e Ci pensiamo domani

Nonostante possa essere un grande trampolino per la propria carriera, vincere – o ben piazzarsi nella classifica finale di – Amici di Maria De Filippi non è per forza garanzia di successo, se non c’è vera sostanza. Angelina Mango ne ha invece sfruttato l’abbrivio per potersi affermare già nel corso dell’estate 2023 come la popstar italiana emergente dalle prospettive più rosee, grazie al tormentone Ci pensiamo domani. Appena ventiduenne, la figlia del grande cantautore Mango e di Laura Valente, prima erede di Antonella Ruggiero nei Matia Bazar durante gli anni 90, ha messo a segno una hit rimarchevole che ha saputo rivaleggiare con i successi di artisti molto più affermati di lei, come per esempio il trio Fedez-Annalisa-Articolo 31 oppure il duo Elodie/Mengoni.

Un po’ come Italodisco dei Kolors, Ci pensiamo domani è uscita appena prima della stagione calda ma ci ha messo qualche settimana a ritagliarsi un serio spazio radiofonico, sgomitando tra le altre hit del periodo. Certo, era già stata ascoltata da una porzione non indifferente del pubblico durante diversi episodi della fase conclusiva di Amici a partire da fine aprile ma è stata immessa ufficialmente sul mercato solo il 12 maggio. Pian piano, però, anche il brano di Angelina ha iniziato a farsi valere anche fuori dalla “bolla” dei fan dello storico talent show di Mediaset e ottenere sempre più riproposizioni in radio e in tv, complice anche l’intensa estate della cantante, che si è fatta in quattro per presenziare a tanti appuntamenti dal vivo, sia suoi, sia in occasione di festival itineranti come Battiti Live.

Il pezzo, del resto, è piuttosto fresco e appiccicaticcio nonostante metta in risalto l’eclettismo vocale, la tecnica spaventosa e l’intensità di Angelina. Un pezzo perfetto per un’artista così giovane ma già così abile nella modulazione della voce e in possesso di una simile padronanza della propria ugola. Ci pensiamo domani colpisce esattamente per l’immane quantità di artifizi tecnici che contiene, per tutti i piccoli giochi che solo una voce molto educata (e dotata) può realizzare, dando all’ascoltatore la sensazione di essere capitato su una montagna russa sonora dai continui cambi di direzione.

Di fatto, l’arrangiamento è pulito e curato ma estremamente sintetico: tutto è pensato per non togliere spazio e rilevanza alla voce di Angelina, che è anche padrona del ritmo. Accelera, rallenta, vola molto in alto per poi concedersi anche qualche picchiata molto in basso. Il pezzo è tortuoso e dinamico senza però mai dare la sensazione di richiedere un ascolto chissà quanto attento o educato… piuttosto, l’orecchio viene catturato dall’apparente semplicità con cui la Mango fa in realtà cose difficilissime che, tuttavia, scorrono fluide, regalando a chi sente la sensazione di star ascoltando una canzone “ordinaria”.

Angelina Mango 3

Il testo è impetuosamente giovanilista, a suo modo una benedizione delle scelte “sbagliate” che si possono fare pur di vivere un momento o un’emozione particolarmente intensi e significativi. Di fatto, è una semplice altalena di concetti piuttosto leggeri e fintamente trasgressivi (per così dire), il cui scopo è comunque non ostacolare l’interpretazione vocale, agevolando la scorrevolezza della canzone.

Probabilmente, il miglior punto di forza di Ci pensiamo domani – al di là della voce di Angelina – è la capacità di sorprendere l’ascoltatore giocando molto abilmente sui cliché melodici della traccia vocale, che sembra sempre incanalarsi verso qualcosa di già sentito mille volte per poi sterzare all’improvviso, mettendo in mostra non solo la tecnica della Mango ma anche un processo di scrittura del pezzo che, ovviamente, non sarebbe mai stato possibile senza poter fare affidamento sulla voce clamorosa della ex concorrente di Amici. Che sia nata una star?

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.

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