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Salviamo la Scuola Vivaio: esempio educativo unico e necessario

La Scuola Media Statale per ciechi di Via Vivaio è nata 45 anni fa, ospitata dall'Istituto dei Ciechi di Milano nella propria sede con un progetto ambizioso: quello di educare all’integrazione e alla cooperazione tra allievi disabili e non, grazie alla multidisciplinarità e alla musica.

La scuola Vivaio è un esempio d’eccellenza che mira all’inclusività mettendo al centro gli studenti, responsabilizzandoli, rendendoli protagonisti del cambiamento in un luogo dove la disabilità non è mai un ostacolo ma un modo diverso di fare e apprendere.

È proprio grazie a queste premesse che ogni anno moltissimi allievi vedenti, non vedenti e con altre disabilità, prendono parte a questo progetto educativo imparando uno dall’altro in una dimensione scolastica decisamente non comune.

Tutelare questa realtà è sempre stata la prerogativa di chi la vive da vicino: allievi, insegnanti, genitori e direzione; ma la dura presa di posizione del Comune di Milano, che intende spostare la scuola in una nuova sede non rinnovando il rapporto di locazione, rischia di minacciare il lavoro fatto fino ad ora.

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La mancanza di un luogo adeguato alle sue speciali esigenze potrebbe infatti minare alla base il principio di inclusione e limitare le possibilità oggi offerte agli studenti, disperdendo un progetto educativo raro e necessario.

La battaglia legale che ne è conseguita mostra quanto forti siano i propositi di chi la scuola la vive e l’ha vissuta, muovendo un’intera comunità alla protesta e alla cooperazione, nella speranza di ottenere un reale dialogo con il Comune di Milano che fino ad ora non ha realmente concesso.

Abbiamo intervistato alcune delle voci protagoniste di questo confronto che la scuola la vivono ogni giorno - Elisa Scarpa, rappresentante di classe e Michele Lanza, membro del consiglio d’istituto - per conoscere il loro punto di vista e scoprire qual è il loro legame con la scuola.

Cosa rappresenta per voi la Scuola Vivaio e cosa la rende così speciale?

Chiamateci sognatori, ma vorremmo consegnare alle generazioni future un mondo dove le diversità siano ricchezza e dove tutti possano realizzare le proprie ambizioni, anche se partono da una posizione di svantaggio. La “Vivaio” è un microcosmo dove questo sogno si realizza giorno dopo giorno. L’ obiettivo primario dell’istituto è stato inizialmente la totale integrazione dei ragazzi non vedenti e ipovedenti nella società. Nel corso degli anni la scuola ha saputo accogliere altre disabilità, facendo leva sulle competenze di inclusione maturate. Ad oggi gli studenti fragili e disabili contano circa il 40% del totale. È stata una delle prime scuole sperimentali d'Italia, proponendo un curriculum a tempo pieno arricchito da varie materie, tra cui Assemblaggi Ritmico Sonori, Attività Pratiche Speciali e un’attenzione specifica alle scienze motorie. Nel corso degli anni è diventato un centro d'eccellenza nella gestione delle disabilità in generale e dei bisogni speciali ed è l'unica scuola pubblica a Milano nella quale tutti gli studenti suonano uno strumento e partecipano al coro e all'orchestra. È una delle 18 scuole “speciali” italiane, l’unica in Lombardia.

Cosa ha mosso le proteste degli ultimi mesi e cosa desiderate ottenere?

A partire dal 2017, il Comune di Milano ha avviato un'iniziativa avversa alla "Vivaio": dapprima tentando di accorparla ad un'altra scuola e, una volta determinato dal MIUR che l'autonomia della "Vivaio" non poteva venire meno, ha deciso di non rinnovare il contratto di locazione con l'Istituto dei Ciechi e di trasferire la sede in un altro immobile. Anche questa decisione è stata censurata in modo estremamente netto dalle autorità competenti (TAR), in quanto irrispettosa delle norme a tutela delle comunità scolastiche, nonché delle più elementari regole amministrative. I genitori, per proteggere il progetto della scuola Vivaio, che rappresenta un unicum a livello nazionale, hanno dovuto ricorrere ad avvocati e tribunali, in una battaglia costosa sia in termini di risorse economiche che di tempo ed energie.

Una battaglia che anche grazie al sostegno della comunità state portando avanti con grinta. Quali sono le criticità di un eventuale trasferimento di sede?

Recentemente, dopo due anni di battaglie in tribunale, il comune ha pubblicato l’atto di trasferimento della scuola in Via D’annunzio, nonostante periti esperti e il consiglio di Istituto si siano espressi ripetutamente a sfavore di questa sede evidenziando nel dettaglio le motivazioni che non la rendono idonea a far vivere il progetto educativo della scuola Vivaio: barriere architettoniche, assenza di spazi adeguati all’attività motoria, etc.

I due principi cardine della condivisione delle esperienze e della conquista dell'autonomia, che fanno della "Vivaio" un unicum da imitare, non sono perseguibili nel nuovo immobile che strutturalmente segrega le persone con disabilità motoria e che introduce in generale ostacoli fisici alla fruizione degli spazi.

Come possiamo tutelare questo istituto e qual è il suo punto di forza?

La "Vivaio" è stata fino ad oggi un porto sicuro per tante ragazze e ragazzi con necessità speciali, che non potevano ricevere un'educazione a tutto tondo in altre scuole, ma anche un luogo di formazione e crescita eccezionale per gli altri studenti che, negli anni, hanno imparato quotidianamente, anche grazie alla musica, il concetto di accoglienza ed il valore della diversità: è il luogo dove i ragazzi speciali si sentono normali e i ragazzi normali diventano speciali. Per garantire una continuità al progetto è necessario mantenere una sede adeguata e per farlo abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile.

In che modo può aiutarvi chi desiderasse contribuire?

Firmando la petizione di Change.org

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Noi di Cluster, che conosciamo bene l’importanza della formazione e dell’utilizzo delle discipline artistiche in contesti educativi, non possiamo che esprimere il nostro sostegno e augurarci che alla fine vinca il buonsenso e la volontà di premiare progetti innovativi capaci di creare legami autentici e giovani consapevoli di poter accedere a un futuro migliore. 

Firma la petizione di Change.org

Autore: ClusterTeam