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Quando il latin pop ha conquistato il mondo: la personalità di Shakira

È ri-balzata agli onori delle cronache con una canzone-sfogo diventata virale sui social che è la diretta conseguenza di una serie di sfortunati eventi occorsi nella sua vita privata: lei è Shakira, è una delle cantanti pop più riconoscibili che esistano e ha da poco festeggiato ventun anni di clamoroso successo internazionale. I più giovani la stanno conoscendo per bene solo adesso grazie a BZRP Music Sessions #53, il brano inciso con il produttore musicale argentino Bizarrap in cui l’artista colombiana rappa e canta un lungo testo/invettiva contro il suo ex compagno, Gerard Piqué, noto ex calciatore spagnolo, al quale è stata sentimentalmente legata per oltre un decennio. Il brano ha fatto velocemente il giro del mondo grazie a internet dove, al di là del buzz iniziale alimentato anche dall’enorme cassa di risonanza del gossip, ha furoreggiato per via del balletto molto TikTokabile che si accompagna a un particolare verso, poi reinterpretato dalla stessa Shakira. Una curiosità anagrafica sui due autori? Quando il disco più noto della cantante – Laundry Service – usciva sul mercato mondiale nel novembre del 2001, Bizarrap aveva appena tre anni.

Ed è proprio la Shakira dell’epoca a interessarci, al momento, perché il suo successo globale ha rappresentato, in quei primissimi anni di terzo millennio, la consacrazione di un certo gusto per il latin pop che ormai era manifesto da diverso tempo, producendo tutta una serie di aspiranti pop star che si rifacevano più o meno direttamente a quel filone musicale. Qualche esempio? Jennifer Lopez, Ricky Martin, Enrique Iglesias, la stessa Christina Aguilera… Ma si potrebbe andare avanti a lungo. Shakira non arriva per prima ma colpisce il mercato mondiale nel momento giusto con un singolo irresistibile (Whenever, Wherever) che prima stordisce il panorama musicale globale e poi, con l’intero disco Laundry Service, lo mette definitivamente al tappeto, materializzandosi come la versione definitiva dello zeitgeist del pop.

Ad aiutarla nella conquista dello scettro della musica mainstream c’è l’indiscutibile talento vocale, all’interno del quale si mescolano un timbro inconfondibile e un controllo eccellente della propria voce, una batteria di canzoni decisamente valide che, al di là del primo estratto dal disco, contano anche su altri due singoli molto forti, ossia la ballata sentimentale Underneath Your Clothes e il pezzo più “cattivo” Objection (Tango) che, come dice il titolo stesso, è appunto un tango ultracontemporaneo (per l’epoca).

Inoltre, non bisogna sottovalutare il look a un tempo peculiare ma anche familiare – è l’ennesima popstar biondissima con una figura snella e atletica ma adorna di una certa patina etno-esotica e, volendo, anche rock, conferitale dal video di Whenever, Wherever e cavalcata a lungo dalla stessa Shakira che, ai tempi, ne ha fatto una sorta di segno esteriore riconoscibile, una specie di “firma”. Infine, c’è l’aspetto più connesso con il ballo: già all’epoca non esisteva cantante pop donna che non si misurasse con coreografie più o meno ben interpretate ma l’artista colombiana aveva da giocare la sua reale capacità di fare danza del ventre e una fisicità prorompente da portare in scena. Non sono molte le cantanti in grado di avere un approccio così intenso e carnale, a livello di palcoscenico: le esibizioni di Shakira, a tratti, ricordano più la performing art che non un concerto pop.

In sostanza, il successo enorme (e duraturo) della cantante di Barranquilla arriva grazie al suo innegabile talento sia dal punto di vista vocale, sia dal punto di vista performativo, la cui combinazione è stata il perfetto grimaldello per ultimare quella gigantesca opera di “scassinamento” del pop mondiale da parte della musica latino-americana. Sufficientemente originale e particolare per risultare immediatamente riconoscibile ma ben incardinata all’interno di un filone di enorme successo, Shakira si è imposta come una delle figure di riferimento della scena musicale dei primi anni 2000, rimanendo tra le stelle più fulgide del pop per un decennio buono, sfornando una nuova hit ogni due, tre anni.

Oggi, al di là delle circostanze della sua vita personale, ha dimostrato di non aver perso un grammo del suo carisma, tornando in auge a livello globale con uno strano rap catartico in cui è lei stessa a mettere in piazza la sua relazione (conclusa male). BZRP Music Sessions #53 non sarà il brano più bello del repertorio di Shakira ma ci riconsegna un’artista che, scollinati i 45 anni d’età, ha ancora abbastanza magnetismo da strappare una numero uno in classifica. Come si dice in questi casi: lunga vita alla regina (del pop)!

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.

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