Tipi da chitarra: Kurt Cobain

Nuova rubrica mensile in cui, un profilo alla volta, raccontiamo dei musicisti che hanno fatto del loro rapporto con la chitarra il loro tratto distintivo. A volte virtuosi, a volte essenziali, a volte adorati, a volte quasi sottovaluti: in ogni caso, più che come semplici chitarristi, vogliamo ricordarli come persone in grado di vivere una relazione autentica con il loro strumento.
Idolatrato, rimpianto, tormentato, leggendario, chitarrista: Kurt Cobain, compianto leader dei Nirvana, è stato tutto questo e anche di più.
Nonostante spesso e volentieri lo si ricordi specialmente per la voce roca e graffiante, per la bellezza quasi angelica, per il suo triste destino e, specialmente, per il suo carisma esagerato (e reso immortale dalla sua tragica scomparsa), il fatto che Cobain fosse un chitarrista piuttosto dotato viene spesso e volentieri passato in sordina.
Lo stile da chitarrista di Kurt Cobain
Anche nel suo caso siamo lontanissimi dal virtuosismo e dall’approccio iper-tecnico allo strumento per quanto, a livello di abilità, diversi suoi biografi notano come fosse in grado di replicare esattamente l’intera Stairway To Heaven (assolo compreso) ben poco tempo dopo aver imparato i primi rudimenti della chitarra – anche se, va notato, l’artista aveva già una certa familiarità col pianoforte fin dalla prima infanzia.
La grandezza del Cobain chitarrista, comunque, si manifesta soprattutto attraverso la sua creatività compositiva, è un chitarrista sentimentale e d’impeto, di riff e di lick, più che un eroe degli assoli – assoli che, peraltro, spesso entrano nella produzione dei Nirvana che, per quanto nascano con fiero spirito oppositivo rispetto a tante realtà mainstream rock degli anni 80, non sono così sintetici e scabri da rinunciare a quella specifica porzione di canzone, all’epoca dei loro esordi assurta a passaggio inevitabile.
I riff di Kurt Cobain
Ma dicevamo dei riff, la vera cartina tornasole che ci può aiutare a quantificare le reali dimensioni di Kurt Cobain come chitarrista tout-court. La quantità di frasi musicali a un tempo catchy e sognanti, pungenti e soddisfacenti prodotte dall’artista di Aberdeen è semplicemente spaventosa. Si parte dall’inevitabile Smells Like Teen Spirit ma si può citare una caterva di canzoni: Heart Shaped box, Polly, Come As You Are, About A Girl e tantissime altre.
Un’altra caratteristica distintiva di Cobain era la sua abilità nell’intuire quando un passaggio di chitarra risultasse particolarmente adatto alla distorsione o a una resa clean, senza elettricità: le alternanze di suono pulito e distorto – spesso interpretate in chiave calma/furia – sono del resto uno dei tratti più tipici dei Nirvana in assoluto, sempre in bilico tra un suono acustico dai riflessi quasi naturali, un mondo fatto di echi tra gli alberi delle foreste nello stato di Washington, e delle terrificanti schitarrate distorte, perturbanti e sconvolgenti nella loro potenza, fragorose come la partenza dei Boeing 747 che, pure, si fabbricano nei dintorni di Seattle.
Kurt Cobain... sottovalutato?
Kurt Cobain è stato un’icona del mondo della musica, un artista in grado di cambiare il paradigma dominante del rock della sua epoca, imponendo un nuovo stile – che poi era essenzialmente il suo – sia a livello di proposta artistica, sia a livello di immagine. È però stato anche un chitarrista che ha fatto epoca, anche se la sua eredità da questo punto di vista è probabilmente stata soffocata dai margini sfumati e leggendari della sua tragedia personale, che lo ha trasformato in una leggenda immortale da un lato ma anche in un musicista sottovalutato dall’altro.
Un ossimoro che, probabilmente, lo avrebbe divertito tantissimo.
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