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Toxic, la canzone preferita di Britney Spears

Nuovo appuntamento con "La hit della settimana", una rubrica fissa in cui proponiamo un brano recente in particolare, approfondendo un minimo la storia che c’è dietro la sua scrittura e la sua realizzazione per immergerci fino in fondo nel “clima” della canzone. Il pezzo di oggi, peraltro, è parte della scaletta dello spettacolo che Cluster terrà il 23 aprile 2022 presso il teatro PIME.

Secondo singolo più venduto della carriera di Britney Spears (il primo è …Baby One More Time, di cui abbiamo già parlato), una delle hit più memorabili del 2004, un brano suonato ancora oggi, una canzone in grado di vendere qualcosa come cinque milioni di copie, un videoclip promozionale che ha fatto scuola, un riff e un ritornello talmente riconoscibili che, a quasi vent’anni dall’uscita del brano, sono ancora talmente potenti da colonizzare di prepotenza sia Tik Tok, sia Instagram. Stiamo ovviamente parlando di Toxic, secondo singolo estratto dall’album In the Zone, nonché una delle canzoni più riconoscibili dell’intero, sconfinato repertorio di brani di successo della biondissima Brits.

Di Toxic, la stessa Spears ha detto: «È una canzone con molto ritmo. È molto diversa [dalle mie ultime canzoni] ed è per questo che mi piace così tanto!». La cantante non ha mai nascosto il suo amore per questo brano in particolare e, a distanza di anni, continua a considerarlo uno dei suoi preferiti se non il preferito in assoluto (parlando ovviamente della sua stessa produzione). Leggenda vuole che Britney in persona abbia deciso di selezionare Toxic come secondo singolo di In the Zone quando la casa discografica era indecisa tra Outrageous e (I Got That) Boom Boom, insistendo proprio sulla particolarità del brano a livello sonoro, una particolarità data essenzialmente dal campionamento di Tere Mere Beech Mein, canzone indiana che fa parte della colonna sonora di un film di Bollywood del 1981.

In Toxic, il campionamento funziona essenzialmente da riff riconoscibile, da marchio del brano e al contempo da elemento di alterità, che sposta la composizione su un altro livello rispetto al resto della canzone, decisamente più canonico nella strofa e nel ritornello. Dietro al riff indianeggiante, realizzato con il violino, si muove il pre-chorus, l’altro elemento più insinuante e sensuale del brano, ideato per andare volontariamente a contrasto con le strofe, cantate in tono più basso e ruvido dalla Spears. Il risultato finale è un pezzo dance-pop studiato al millimetro, a livello produttivo: i suoni sono bilanciatissimi e non mancano chicche assolute, come la chitarra quasi country che entra ed esce dal ritornello, le seconde voci sul chorus finale o la chitarra elettrica filtratissima che lo introduce. Il bridge è anch’esso orientaleggiante, pur sfumando nell’elettronica, per accentuare l’atmosfera esotica del brano.

Il testo è decisamente sexy e racconta vagamente una relazione passionale, tossica e tortuosa senza scendere troppo nel dettaglio: del resto, è pensato semplicemente per accrescere la sensualità globale della canzone e per sottolinearne ancora l’atmosfera quasi “pericolosa”, più che raccontare una vera storia. A far esplodere definitivamente il brano, inoltre, non si può non menzionare il videoclip. Diretto da Joseph Kahn, all’epoca regista totalmente à la page nel mondo dei video musicali con un solidissimo retroterra hip-hop ma già votato al pop più mainstream da qualche tempo, il video di Toxic è perfetto per insistere sui temi di sensualità e pericolo evocati dal brano. Il trasformismo di Britney, il cliché ben sfruttato della hostess sexy e soprattutto la celeberrima tutina aderente di strass, brillanti e diamanti (?) che poco lascia all’immaginazione sono tutti elementi passati alla storia della videografia pop, talmente celebri da venire citati molti anni dopo persino da Barbara D’Urso, imperatrice della televisione generalista popolare italiana negli anni duemiladieci (e inizio duemilaventi).

In definitiva, Toxic è un successo pop da manuale: un tormentone catchy prodotto specificamente per dominare il proprio target di riferimento fatto di giovani e giovanissimi, certo, ma anche realizzato in maniera talmente perfetta che ha finito per creare addirittura un intero immaginario, diventando un modello di riferimento per chiunque altro voglia provarci (è impossibile credere che i mondi evocati dai video di Lady Gaga – per citarne una – sarebbero stati come li conosciamo, senza Toxic). Per quanto pop ed essenzialmente figlia del suo tempo, Toxic ha una peculiarità che solo le canzoni azzeccate possiedono: non invecchia mai.

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.

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