Skip to main content

Chi diavolo è Sabrina Carpenter? [Parte 2]

 

Abbiamo lasciato la nostra Sabrina Carpenter quando Nonsense, il suo nuovo singolo datato autunno 2022, comincia a fare un po’ di rumore. L’aspirante popstar inizia a mietere i frutti del suo lavoro, grazie al quale ha lavorato moltissimo anche sulla sua immagine: come tante altre ex star di Disney Channel, Sabrina ha tutte le intenzioni di staccarsi dal prototipo della fidanzatina d’America, l’innocua biondina della porta accanto, per abbracciare invece un personaggio più sexy e disinibito, ironicamente cinico e provocatorio (nonché provocante).

L’operazione è graduale e comincia già in occasione di Singular: Act I e Singular: Act II ma è solo con il passare dei singoli estratti da Emails I Can’t Send che si compie fino in fondo. La sensualità viene approcciata e introdotta per gradi ma, nei primi tentativi di costruirsi un’immagine da femme fatale, il lato sexy che traspare è più circostanziato al singolo pezzo o connesso a elementi coreografici, esibito come un piccolo pezzo del repertorio. Con Nonsense, invece, nonostante i richiami estetici del videoclip siano ancora molto derivati dal mondo teen, Sabrina esibisce un lato sexy infinitamente più consapevole e auto-compiaciuto.

Insomma, l’operazione “passaggio a contenuti più adulti” (almeno a livello d’immagine) riesce e la strada è tracciata: magari la Carpenter non è ancora un ancora nome del panorama pop, specie all’infuori del suo target di pubblico – cioè quel territorio che va dai preadolescenti agli studenti universitari, grosso modo – e fuori dalla sfera d’influenza discografica americana, ma certamente i suoi brani e la sua nomea iniziano a circolare con più insistenza presso il grande pubblico statunitense.

Che qualcosa si stia muovendo sul serio si capisce davvero nel 2023, intorno a giugno, quando sua maestà Taylor Swift la sceglie come artista d’apertura di alcune sue date nelle porzioni latino-americana, australiana e asiatica del suo maestoso Eras Tour. Nel frattempo, ad agosto dell’anno scorso, la Carpenter lancia Feather, che diventa il suo singolo di maggior successo nonché la prima numero uno della sua carriera: se botto non è, siamo davvero all’ultima tappa del suo lungo percorso verso il gotha del pop internazionale.

Il gradino più alto del podio delle classifiche, infatti, la attende ad aprile di quest’anno, quando il tormentone Espresso esce: il successo è immediato e clamoroso, con tanto di esondazione internazionale fino ai confini dell’impero (cioè la nostra Italia, visto che persino da noi il pezzo attecchisce in radio e in classifica). Per battere il ferro finché è caldo, a giugno esce anche Please Please Please, che subito si accomoda accanto al predecessore in tutte le varie classifiche.

Si tratta di due canzoni estremamente orecchiabili, semplici e lineari, confezionate per entrare nel cervello del pubblico con una minima quantità di ascolti e restarci a tempo indeterminato. Indubbiamente, i toni bassi e suadenti di Espresso, il suo ritornello incalzante e quasi meccanico nella sinergia melodia/versi che terminano con -oh rendono il primo dei due pezzi più appiccicaticcio e martellante, tanto sui media, quanto nel proprio cervello. Magari non si afferra il testo americano fino in fondo ma la progressione melodica è impossibile da scacciare, una volta che si riaffaccia nella nostra mente. Molto pop, molto tormentone estivo… bisogna ammetterlo.

Ciò che però lega maggiormente Espresso a Please Please Please e, in sostanza, anche alla parte più recente della carriera della Carpenter, è un sottotesto sarcastico, anche acido se vogliamo, che cerca di essere simpaticamente pungente sotto la coltre sexy che si è costruita attorno Sabrina insieme alla sua attuale aura da femme fatale. La cantante, del resto, gioca molto abilmente con il lato più cinico ma comico della sua immagine e dei suoi pezzi, un po’ sulla scorta di quel che ha fatto soprattutto Katy Perry all’apice della sua carriera, senza prendersi troppo sul serio ma, al contempo, senza nemmeno scivolare davvero nella parodia come faceva la Perry. Per adesso, la ricetta è clamorosamente vincente. Basterà per rimanere sulla cresta dell’onda anche in futuro?

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.