Skip to main content

X Factor 2024: il bilancio finale

 Ormai a diversi giorni di distanza dalla finale dello scorso 6 dicembre, tenutasi in via del tutto inedita in piazza del Plebiscito a Napoli, X Factor 2024 si è concluso e dunque è ora di tirare le somme: com’è andato lo show? La nuova squadra di giudici ha funzionato? E Giorgia, alla conduzione, come se l’è cavata? Ma, soprattutto, a musica come siamo messi?

Partiamo dal quesito finale per cercare di restituire un minimo di analisi sul quadro musicale emerso da questa nuova edizione. Indubbiamente, anche data l’estrazione dei vari giudici, gli artisti urban selezionati per la fase finale sono stati decisamente pochi e l’hanno fatta da padrone le sonorità bizzarre e inconsuete, così come le sensibilità peculiari e timbri vocali personali e riconoscibili… anche se, per essere sinceri fino in fondo, poi a spuntarla è stata Mimì Caruso, dotata di una voce potentissima e molto limpida che sembra fatta apposta per sposare una certa idea di bel canto. Tuttavia, se il vincitore è espressione di una volontà del pubblico, i partecipanti sono selezionati dalla giuria e Mimì è stata quasi più eccezione, che regola.

Ma si diceva invece delle tendenze di genere: l’edizione 2024 di X Factor è senz’altro tornata a muoversi parecchio lungo l’asse della musica suonata dal vivo, non a caso ben due gruppi sono arrivati in finale e un terzo, eliminato solo nella penultima puntata, i Punkcake, è stato la sensazione di tutta l’edizione. Al di là dei Patagarri, collettivo che si muove in una direzione tutta sua e che sarebbe quella a prescindere dalle macrotendenze musicali mainstream e di nicchia, va però fatto notare che è stata un’annata piuttosto rock, per lo show. Come ha spesso ripetuto Manuel Agnelli, anche X Factor è quindi stato colonizzato da dei ragazzi piuttosto giovani che hanno scelto un altro nord musicale rispetto a rap, hip-hop e trap, mettendo in piedi gruppi rock che guardano a tutta la nuova scena di genere che, all’estero, va forte anche nelle vendite ormai da qualche anno. Ed è un dato notevole, considerando che la grande famiglia urban domina tuttora le classifiche, qui in Italia.

Per il resto, il cantautorato – se fatto bene, con talento e sostanza – si è riconfermato protagonista di una nuova, grande stagione perché, al di là dello stuolo di artisti emersi come indipendenti (e originariamente definiti con le prime quattro lettere del termine) che sono stati l’unica alternativa percorribile alle derivazioni del rap, negli ultimi anni, anche una grande fetta della proposta di X Factor 2024 è stata cantautorale, mentre gli interpreti puri sono stati appena due su dodici finalisti in totale.

Per quanto concerne i giudici, anche tutta la porzione live del programma ha confermato le sensazioni emerse durante le selezioni, i boot camp e gli home visit: è stata un’edizione fortunata, dove i quattro al tavolo hanno fatto gruppo in maniera positiva e propositiva pur senza derogare nulla all’agonismo della gara. Manuel Agnelli ha finalmente conseguito la sua prima vittoria ma Jake La Furia ha svolto un lavoro eccellente con ogni talento della sua squadra ed è stato probabilmente (e inaspettatamente) il giudice più “scomodo” a livello di giudizi, pur con enormi dosi di simpatia. Lauro sembra essere piaciuto parecchio al pubblico e ha azzeccato ogni mossa della sua squadra, portandola integralmente in finale, ma non sempre ha dato l’impressione di essere coerente, nei suoi giudizi e nella sua visione. Paola, infine, è stata la più sfortunata all’interno della gara ma ha dato un’ottima prova di sé, delle sue competenze e della sua visione: probabilmente, è la giudice che meglio concilia la conoscenza dei meccanismi discografici con il gusto personale e la capacità di individuare il talento.

E Giorgia? La cantante romana, nelle inedite vesti di conduttrice, è cresciuta esponenzialmente puntata dopo puntata e la gestione della finale, live e all’aperto, è stata decisamente più sicura, salda e controllata rispetto alle primissime puntate, dove si osservava una Giorgia ancora in balia di una serie di meccanismi produttivi che, ovviamente, non poteva ancora né conoscere a fondo, né padroneggiare. Tuttavia l’artista di Come saprei si è immersa al meglio nel suo nuovo ruolo e, al di là di un rapporto quasi genitoriale nei confronti dei concorrenti che senz’altro ha dato un velo in più di tenerezza allo show, si è impadronita piuttosto bene dei rudimenti della conduzione. Inaspettatamente, tra l’altro, Giorgia non ha monopolizzato le aperture di X Factor come l’averla scelta per la conduzione poteva lasciar presumere. Certo, si è esibita in tante puntate ma senza strafare, in punta di piedi, invertendo un po’ la tendenza degli ultimi anni e alleggerendo senz’altro la scaletta dei live.

In generale, rispetto agli ultimi anni, la sensazione è che X Factor 2024 sia stata l’edizione dello show più frizzante dal pre-Covid a oggi, con temi di natura squisitamente musicale al centro del dibattito, senza polemiche trascinate di puntata in puntata, storie tese varie ed eventuali tra giudici e concorrenti o altre derive più figlie dei reality che non di un talent che dovrebbe essere incentrato sul pentagramma. Gli ascolti, intanto, sono tornati ai livelli di quelli del 2019: che X Factor sia pronto a rinascere definitivamente?

ClusterNote è il Magazine della Scuola di Musica Cluster di Milano.
Scopri l'OPEN DAY: CLICCA QUI!

 

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.