Gennaio 2019... si parte per la Cambogia con Luca Codecà
Hai deciso di partire per la Cambogia 9 mesi.
Qual è il motivo che ti ha spinto a candidarti?
Quello che ho imparato in tutti questi anni di studi è che la terapia non si fa tanto discutendo del Super-Io o dell’inconscio, quanto con i fatti, dando servizi, sostegno e creando una rete.
La Cambogia ha un tasso di povertà elevato, ci sono grandi problemi di prostituzione e tossicodipendenza.
Introdurre la musica nella vita dei ragazzi significa trovare un modo per portarli lontani da questo terreno di disagio e attraverso la musica cercare di occupare la loro mente e il loro tempo in modo più sano.
La musica diventa così un elemento altamente educativo ed è qui che ho trovato la sintesi tra quello che ho fatto fino ad ora, compreso un corso triennale di musicoterapia, mettendo insieme l’aspetto musicale e quello terapeutico. Aiutare gli altri mi riempie il cuore di gioia.
Quando ho letto che Cluster cercava un insegnante per una missione musicale ho subito trovato la risposta che stavo cercando e nel giro di 24 ore ho inviato la mia candidatura.
Conosco il progetto in Cambogia fin dal primo viaggio di Massimo e sono sempre stato affascinato da quello che ha costruito lì in questi anni.
Per me Massimo è stato un punto di riferimento non solo didatticamente, ma anche umanamente, sia per il suo modo di fare e di essere insegnante, sia per come ha saputo integrare la musica nella sua vita facendola diventare la sua professione. Far parte di questo progetto è, per me, un'esperienza completa a 360 gradi.
C'è qualcosa che ti spaventa di questo viaggio?
Non in particolare. Ho ricevuto da Cluster e dal Pime tutta l'assistenza necessaria su ciò che potevano essere dei punti critici e so che non sono solo.
Hai pensato ad un repertorio in particolare?
Si, inizierò con la musica cambogiana che sto ascoltando e studiando, in modo da partire da qualcosa che sia vicino a loro e poi vedremo.
La cosa che mi ha sorpreso è che da un lato vivono in povertà a causa della guerra in Vietnam e della loro recente storia politica che ha azzerato tutto il livello culturale (il regime comunista condannava e uccideva tutte le persone che avevano un’istruzione), dall’altro lato hanno accesso a internet perché la vicinanza con la Cina e la Corea gli permette l’utilizzo della tecnologia e, quindi, il contatto con il mondo moderno occidentale.
Manca l’anello di congiunzione tra questi due mondi e spero che la musica lo possa diventare.
La tua storia a Cluster nasce tantissimi anni fa, ce la racconti?
Ho iniziato a studiare chitarra con Massimo nel 2000 quando Cluster era ancora una piccola scuola di musica e dopo qualche anno Vicky e Massimo mi hanno chiesto se volessi iniziare ad insegnare e da lì è iniziata la mia avventura che mi ha portato ad essere un insegnante della scuola fino a maggio 2018 festeggiando i miei 15 anni di insegnamento.
Come sono stati questi 15 anni?
Sono volati!
L’esperienza a Cluster è stata entusiasmante, l’ho vista crescere e sono felice di aver dato il mio contributo.
È stato un viaggio bellissimo.
Oltre ad essere un insegnante di chitarra, hai studiato psicologia e questo ti ha portato a fare una nuova esperienza tra maggio e dicembre 2018.
Sì, l’anno scorso, oltre a festeggiare i miei 15 anni a Cluster, ho finito anche il mio percorso di studi come psicologo e psicoterapeuta. Mi sono preso una pausa di riflessione e sono partito per l’Inghilterra.
Non è stato facile stare lontano dalla realtà milanese, ma è stato utile per capire un po’ di cose su di me e pensare a come posso unire i miei studi musicali a quelli di psicologia.
Questa esperienza è la risposta alle mie domande.
Le Birkenstock sono pronte e... non vedo l'ora di partire.
Buon viaggio Luca da tutti noi!
Vuoi saperne di più?
Guarda questo video-intervista Cluster-Pime