Born With a Broken Heart: la prima hit solista di Damiano David
Tra gli eventi notevoli legati al mondo della musica a cui abbiamo assistito nel 2024, inevitabilmente, c’è anche il debutto da solista del cantante dei Måneskin, il poliedrico Damiano David. Dopo aver conquistato il mondo con la sua band, l’artista romano si è lanciato in un’avventura in solitaria, esordendo prima con Silverlines e poi trovando il successo di Born With a Broken Heart, diventato un pezzo di indiscutibile successo.
Il Damiano artista solista, probabilmente per segnare una cesura netta rispetto alla sua identità di vocalist e frontman dei Måneskin, si presenta con un look molto differente rispetto a quello a cui ci ha abituato negli ultimi anni ma, soprattutto, ci propone un sound radicalmente diverso da quello tipico della band ex X Factor. Abbandonate le atmosfere del rock più classico, infatti, il cantante ventiseienne ha abbracciato la sua anima più pop, venata di influenze soul, trasformandosi in un interprete dal sapore quasi hollywoodiano.
Born With a Broken Heart è infatti una sorta di sincopatissima ballata pop, agrodolce e in qualche modo scanzonata, con un arrangiamento a tratti quasi beat, con una batteria incalzante, un basso piuttosto sostenuto e un pianoforte che è tanto protagonista dell’arrangiamento, quanto il principale responsabile delle campiture di suono più immediatamente avvertibili.
Il pezzo consente inoltre a Damiano di tirare fuori le sue peculiarità da cantante pop, la sua anima più delicata ed educata, lasciando invece in disparte l’aggressività e la “sporcizia” che mette in campo quando canta coi Måneskin. Di fatto, emerge un cantante dalle profondissime influenze black: il mondo dell’R’n’B, del già citato soul, del blues vecchia scuola sono evidentemente presenti, all’interno del repertorio dell’artista romano che, come sempre, pare più espressione della storia del pop e del rock internazionale che non una star italiana (non che sia un male, sia chiaro!).
Di fatto, Born With a Broken Heart sembra una canzone di Robbie Williams risalente all’epoca di Sing When You’re Winning, un pastiche contemporaneo fatto di influenze di ogni genere e tipo che vanno a pescare la grande musica da classifica della seconda metà del 900. Il cantato più soul, la batteria sincopata che ricorda gli anni 80, il pianoforte anni 60, la produzione più da fine anni 90 e la melodia a tratti quasi beat: il risultato è una canzone sentimentale che strizza l’occhio alle ballad senza avere però un’atmosfera lacrimevole ma, anzi, parrebbe avere un sottotesto più divertito (per quanto in maniera agrodolce, come si diceva poc’anzi).
Un gioiellino contemporaneo, che pesca a piene mani dalla storia della musica mainstream e riesce a suonare contemporaneamente fresco ma anche conosciuto, noto, comprensibile: l’ennesima conferma del grande talento poliedrico di Damiano David, non più astro nascente ma consolidatissima realtà della musica italiana e, soprattutto, internazionale.