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È sempre ora di Robbie Williams: la carriera in cinque canzoni

In attività da oltre trent’anni come artista musicale professionista, più di venticinque da solista e ormai celeberrimo presso il grande pubblico come una delle popstar più famose e di successo degli ultimi tre decenni: Robbie Williams è senza dubbio tutto questo. Sebbene la sua popolarità abbia subito un calo negli ultimissimi anni, a settembre del 2022 ha pubblicato un nuovo disco dal titolo XXV, una compilation dei suoi maggiori successi che celebra proprio i venticinque anni di distanza dal primo lavoro solista, quel Life Thru A Lens di cui abbiamo già parlato qualche tempo fa. Quale occasione migliore, allora, per pescare dal mazzo cinque hit del passato che possano riassumere fin qui la carriera dell’ex Take That, autentica icona della musica inglese degli anni 90 e 2000?

Millenium

Avendo già sviscerato Angels in un nostro articolo precedente, per rievocare l’assurdo 1998 di Robbie Williams – l’anno che gli ha cambiato per sempre la carriera – bisogna per forza scegliere un’altra canzone. Certo, a livello storico Angels rimane il brano più importante di fine anni 90: è il successo che trasforma RW in un’autentica star mondiale e che poi rappresenta la ballad romantica e d’atmosfera che non mancherà mai, con tutte le sue eredi, d’esser parte del repertorio del cantante di Stoke-On-Trent. Tuttavia, una volta “scaldato il ferro”, occorre "batterlo" finché "rimane in temperatura" e l’album che segue Life Thru A LensI’ve Been Expecting You – deve dimostrarsi fortissimo fin dal singolo d’apertura.

Detto fatto: Millenium esce nel settembre del 1998 e strappa la prima posizione nelle classifiche britanniche, risultato che non era riuscito nemmeno ad Angels, diventando la prima numero uno nella storia dello spumeggiante Robbie. Non solo: se Angels è in qualche modo la madre di tutte le canzoni più sentimentali e romantiche dell’ex Take That, Millenium invece si afferma come capostipite di un filone di pezzi divertenti e scanzonati, confezionati secondo una sensibilità pop quasi impareggiabile, in quel periodo, che Williams si porta tuttora dietro.

Nell canzone c’è tutto: un sample della colonna sonora di Si vive solo due volte, film di James Bond preferito da Robbie Williams, un ritornello corale indimenticabile, un accompagnamento di archi che funge da riff ultra-riconoscibile e che diventa il marchio finale del pezzo. Come detto, il risultato commerciale è devastante.

Rock DJ

Nell’estate del 2000, quando I’ve Been Expecting You ha esaurito il suo ciclo vitale commerciale, producendo ben cinque singoli di cui quattro di successo mondiale, arriva il momento per un nuovo album. È un momento magico per la popstar inglese: non sta sbagliando un colpo dal dicembre del ’97 e torna sulle scene dopo un singolo un po’ più debole (Win Some Lose Some) nel migliore dei modi: Rock DJ riprende l’attitudine di Millenium, di Let Me Entertain You e It’s Only Us utilizzando dei suoni elettronici scanzonati, senza nemmeno provare a strizzare l’occhio al rock o al pop da classifica, preferendo pescare a piene mani più dal mondo della dance. Il risultato è una bomba: il brano spopola nelle radio e il videoclip diventa un piccolo classico grazie alla geniale idea dello spogliarello portato fino alle sue conseguenze più estreme.

Feel

Con Feel si torna in territorio Angels. Pezzo del 2002, singolo di lancio dell’album Escapology, rappresenta uno dei brani romantici e d’atmosfera più noti del repertorio di Robbie Williams, un autentico tormentone della prima metà degli anni Duemila che, tuttora, di tanto in tanto, fa capolino in radio o tra i video delle tv musicali. Rispetto ai singoli precedenti, Feel aggiunge una nota malinconica più matura, più languida e crepuscolare rispetto alle canzoni sentimentali più sognanti e adolescenziali dei primi anni di Williams il quale, avvicinandosi a grandi passi verso i trent’anni, probabilmente sente anche l’esigenza di lanciarsi in composizioni e testi più adulti da accostare alla sua immagine da simpatico e incorreggibile guascone. Canzone assolutamente inevitabile in quel fatidico 2002, propizia il successo di Escapology che replica i clamorosi risultati degli album precedenti.

Bodies

Il decennio scarso intercorso tra la fine del 1997, quando esce il singolo Angels, e la primavera del 2007, quando esce She’s Madonna, ultimo estratto dall’album del 2006 Rudebox, è un periodo assolutamente folle, per Robbie Williams. Il cantante sforna singoli e album a ripetizione, praticamente senza soluzione di continuità, producendo sei dischi, un greatest hits e ventinove (ventinove!) singoli in dieci anni. Lo scarso successo commerciale di Rudebox, tuttavia, fa precipitare il cantante in un lungo silenzio che, dopo aver risolto una serie di problemi personali, viene finalmente interrotto nel 2009 con Bodies, che diventa quasi subito uno dei suoi successi più grandi nel continente europeo. Canzone indiscutibilmente più “vecchia scuola” dei brani semi-sperimentali di Rudebox, Bodies segna il ritorno del sound classico di Williams, influenzato dal rock classico e mediato – come sempre – da una grande sensibilità pop.

Candy

Nel settembre 2012, RW si ripresenta sulle scene dopo due anni d’assenza, fresco di reunion con i Take That e in attesa della nascita della sua prima figlia, che avverrà di lì a pochissimo. Influenzato da tutto questo, il cantante pubblica il nuovo singolo Candy, scritta proprio insieme a Gary Barlow, leader della boyband in cui entrambi hanno militato negli anni 90, un pezzo fresco e leggero, che contiene anche una certa qual attitudine “bambinesca”, arrivata anche in virtù della sua imminente paternità. Non a caso, il brano contiene riferimenti espliciti a canzoncine infantili come per esempio Ring a Ring O’ Roses, equivalente britannico del nostro Giro giro tondo.

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.

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