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Shape of You, la gemma di Ed Sheeran

Shape of You, sei anni e mezzo dopo, resta una delle canzoni più popolari di Ed Sheeran… ma anche una delle più compiute, nonostante i successi sfornati dal cantautore britannico siano ormai tantissimi. Capace di raggiungere la prima posizione in ogni genere di classifica in qualunque Paese al mondo o quasi, il pezzo si sente ancora spesso perché le radio non hanno mai smesso di passarlo, seppur con minore intensità, ed è stato ovviamente incluso in una quantità infinita di playlist, diventando di fatto ciò che oggi viene chiamato instant classic. Il che non stupisce visto che – come dichiarato poc’anzi – è una canzone di fattura impeccabile, per quanto semplice e lineare. Ne abbiamo già parlato in quanto oggetto di una stranissima accusa di plagio, ora è venuto il momento di riascoltarla per bene per (provare a) carpirne qualche segreto.

In termini brutali, se volessimo definire Shape of You in maniera stringata ma efficace, potremmo cavarcela dicendo che è essenzialmente una pub song. Con il termine pub music non si intende un genere musicale codificato ma è piuttosto una specie di contenitore onnivoro in grado di ospitare al suo interno tutta la musica che è possibile suonare con un set minimale allestibile all’interno del pub britannico medio. Si tratta di una definizione che a livello stilistico non implica quasi nulla anche se, talvolta, si può presumere che questa o quella pub song abbiano una sezione – di solito il bridge che segue il secondo ritornello – con un ritmo particolarmente incalzante, pensata anche per essere allungata a dismisura (se serve) e consentire al pubblico di ballicchiare oppure, e capita ancora più spesso, delle porzioni di canzone particolarmente adatte a essere cantate in coro anche da chi cantante non è, concepite per coinvolgere gli avventori del locale. Per noi italiani non è un’astrazione facile, in quanto siamo praticamente del tutto privi di una tradizione consolidata a livello di musica dal vivo, specie nei locali che associamo al bere e al mangiare (tutt’al più, da noi si usa magari bere e mangiare in locali che prima di tutto il resto servono a fare spettacolo) ma nel Regno Unito è una definizione efficace soprattutto per far intendere all’interlocutore il clima di un pezzo.

Se una pub song può essere un rock scatenato fatto da basso, chitarra, batteria e voce con dei ritornelli particolarmente orecchiabili e coinvolgenti, allo stesso modo sono pub song altrettanto da manuale le ballate cantautorali che si basano solo su chitarra & voce, spaziando da quelle più malinconiche a quelle più ritmate e grintose, che coinvolgono il pubblico in maniera chiaramente differente. È ovvio che Shape of You affondi le sue radici più nel mondo autoriale del cantautorato e si rifaccia in maniera molto evidente proprio a quel genere di tradizione musicale britannica, richiamando esattamente quel tipo di atmosfera quasi intima e confidenziale sebbene, a livello di arrangiamento, nasconda al suo interno finezze e accortezze che non potrebbero mai appartenere a quel mondo fatto di suoni scarni, analogici e post-prodotti poco o nulla.

Per quanto nasca – e nel suo profondo rimanga – come un brano per voce e chitarra, i controcanti in humming (i vari “mmmh” dove la melodia viene accennata tenendo chiuse le labbra che appaiono lungo tutto l’arco del pezzo) sovraincisi, le percussioni che entrano ed escono dalla canzone e, forse soprattutto, la marimba che innesca il tutto fin dalle note iniziali “tradiscono” la cura produttiva che Shape of You può vantare. Nonostante tutto questo, l’illusione che porta l’ascoltatore a essere isolato con Ed Sheeran armato di soli microfono e chitarra permane perfettamente. Non a caso, anche con i set live del cantautore britannico, ridotti all’osso e composti quasi unicamente da lui e dalla sua chitarra.

Il basso profilo, essenziale e intimo, della canzone si sposa perfettamente con il tema del testo, che ruota attorno a una relazione sentimentale appena nata e innescata soprattutto dall’attrazione fisica: la spiccata sensualità del brano, sebbene non sia forse il primo tratto che si nota, diventa immediatamente preponderante non appena lo si scorge, arrivando anzi a fagocitare anche tutto il resto. In altre parole, una volta visibile e riconosciuto, diventa impossibile da tralasciare.

Dal punto di vista della melodia vocale, invece, siamo di fronte a un piccolo capolavoro (sempre parlando di musica commerciale a diffusione di massa, naturalmente). Ogni intuizione che sta alla base di ogni sezione di brano è intelligente e ben studiata: dalla strofa al ritornello, ogni melodia è molto ben azzeccata e amalgamata con tutto il resto, inclusa la citazione a No Scrubs delle TLC che ha ispirato la melodia del pre-chorus (non a caso, Sheeran ha accreditato tra gli autori del pezzo anche le stesse TLC). Tutto funziona perfettamente e si integra alla grande con la musica, trovando la famosa «alchimia di musica e di testo» di cui parlava anche Simone Cristicchi ormai molti anni fa. In conclusione, è difficile dire se Ed Sheeran si ritaglierà mai un posto tra i grandi cantautori degli anni 2000 ma Shape of You, nel suo piccolissimo, è già una bellissima gemma di musica pop contemporanea. E, in un mondo dove, a volte, è così difficile trovare una stilla di bellezza persino nel mondo dell’arte e dell’intrattenimento, non è poco.

Ed Sheeran 2

Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.

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