Un’estate da Rose Villain: Come un tuono (feat. Guè)
Non esiste un teorema matematico che ci aiuti a comprendere come e quando un tormentone estivo diventa tale ma, se qualcosa abbiamo capito della materia, il successo di una potenziale hit estiva è molto aiutato dall’essere interpretata da un artista molto in voga, preferibilmente accompagnato/a da un featuring d’eccezione con protagonista una star di grandezza comparabile o persino superiore. Come un tuono di Rose Villain non fa eccezione, visto che accanto alla fata turchina del pop italiano – che può già considerare il 2024 l’annus mirabilis della sua carriera fin qui – ci sono le rime dell’inossidabile Guè, ormai re Mida non solo del rap ma anche della musica mainstream italiana.
Come altri brani degli ultimi decenni di pop italiano che si proponevano come colonna sonora della stagione calda, il mondo sonoro di riferimento è quello latino-americano (la stessa Sesso e samba si riferisce ovviamente al genere musicale più celebre del Brasile) anche se ovviamente ibridato con le tendenze urban che così tanto dominano la scena da noi. Stavolta, il genere prescelto come base su cui intessere la trama ritmica e quella melodica è la bachata.
Pur senza misurarsi con barre e rap, la Villain interpreta il testo strascicando le parole come ha imposto la trap degli ultimi dieci anni, rispettando ancora gli stilemi melodici del genere che, a conti fatti, le ha concesso di mettere in mostra tutto il suo potenziale. Certo, a differenza degli interpreti puramente trap, la bella Rose è aiutata dalla sua profondità vocale infinitamente superiore, dalla sua tecnica limpida e, soprattutto, dalla sua capacità di modularne i registri a piacimento facendo sembrare l’operazione ridicolmente semplice. In parole povere, la cantante milanese passa da un cantato pulito a uno più sporco con grandissima agilità e naturalezza, concedendosi inflessioni da regina del ghetto dove servono o aperture melodiche pulitissime degne della più inflessibile insegnante di bel canto.
Il punto della canzone in cui segna maggiormente la differenza rispetto a tanti interpreti rap e trap che hanno una formazione più spontanea e una voce meno educata è chiaramente il ritornello, che viene diviso a metà dall’acuto più significativo dell’intero brano, non a caso quando viene ripetuto il verso che dà il titolo al pezzo. A dare un tocco rap più spinto al brano ci pensa ovviamente il featuring di Guè, il quale non è protagonista di una semplice comparsata fatta tanto per consentire al pezzo di vantare uno dei king del rap della scena milanese al suo interno ma è il perfetto contraltare del ritornello e ha un gioco di rime e di battute talmente memorabile da potersi imprimere a fuoco anche nella mente di chi riesce a sfuggire al pur appiccicosissimo chorus.
Il testo, invece, è un grande classico dei tormentoni estivi ed è il racconto romanzato di un amorazzo da spiaggia, nobilitato dal clima di leggerezza e di divertimento tipicamente estivi che la canzone cerca di trasmettere. Una sequenza di sensazioni, un turbinio di emozioni che vengono alimentati e accresciuti dalla fuggevolezza consapevole e tipica del periodo, nella solita rielaborazione del carpe diem oraziano in salsa godereccia e spensierata. Un cliché, dunque? Beh, ovviamente sì.
Non che la cosa abbia disturbato il pubblico: Come un tuono è uscita già il 29 marzo, piuttosto presto per essere un tormentone estivo, quale terzo estratto di Radio Sakura, secondo disco solista di Rose Villain trainato da Click boom! che, come sappiamo, ha furoreggiato al Festival di Sanremo 2024. Il brano con Guè si è inserito nella scia della canzone sanremese (peraltro tuttora in classifica), debuttando peggio nella sua prima settimana di vita discografica ma crescendo molto meglio, riuscendo anche a trovare la vetta (tuttora si aggira tra le prime posizioni). S’era già intuito a San Remo ma ora è ufficiale: il 2024 è anche l’anno di Rose Villain.