Cos’hanno in comune Ed Sheeran e Luis Fonsi?
Da diversi anni, ormai, la vetta delle classifiche di vendite italiane – tanto sul versante dei singoli, quanto su quello degli album – sono monopolizzate da artisti autoctoni. Nel 2023, tanto per fare un esempio, ha dominato le vendite delle singole canzoni Lazza che, con la sua Cenere reduce dal successo sanremese, non ha conosciuto ostacoli nel suo cammino verso la vetta assoluta della graduatoria dei singoli. Dal lato degli LP, invece, è stato Geolier a prendersi la testa della classifica con il suo Il coraggio dei bambini – Atto II (tra l’altro precedendo proprio Lazza che, con il suo album Sirio, era anche reduce dal record di vendite dell’anno precedente).
Per trovare artisti stranieri in grado di dominare le hit parade nostrane bisogna riavvolgere il nastro di un discreto numero di anni e tornare al 2017 (tanto per i singoli, quanto per gli album, curiosamente), quando Luis Fonsi riuscì a fare il record di vendite dell’anno in Italia grazie al tormentone Despacito mentre Ed Sheeran, con il suo disco dell’epoca Divide (contenente l’irresistibile Shape of You), si prese la testa della classifica riservata agli album, superando Comunisti col rolex di J-Ax e Fedez, altro grande successo di quell’anno.
Insomma, sono ben sette gli anni di distanza che ci separano dall’ultima “dominazione straniera” delle nostre classifiche nazionali, impresa riuscita peraltro solo a due calibri enormi della scena internazionale. Ed Sheeran non ha bisogno di presentazioni, è uno degli artisti pop più rilevanti di tutti gli anni 2010 ed è uno dei cantautori sotto i quarant’anni più noti, riconoscibili e amati del mondo. Fonsi, dal canto suo, sebbene sia un artista dalla carriera molto solida e rispettabile all’interno del mercato ispanofono mondiale (che, comunque, raccoglie centinaia di milioni di persone), non è particolarmente noto all’infuori del mondo latinoamericano ma Despacito è una delle canzoni di maggior successo nella storia della musica pop dal secondo dopoguerra a oggi.
In sintesi, si può quindi che – nel caso del musicista portoricano – è più la canzone a essere mastodontica, che non l’artista... anche grazie al fatto che Justin Bieber ha partecipato a uno dei vari remix del pezzo, trainando notevolmente il suo successo all’interno degli USA. A oggi, in ogni caso, il videoclip di Despacito è ancora il secondo video più visto nella storia di YouTube, sconfitto solo dall’incrollabile Baby Shark Dance (curiosamente, Shape of You è al settimo posto di questa speciale classifica, segno che il 2017 è stato un anno piuttosto intenso per Sheeran e Fonsi anche nel resto del mondo, non solo in Italia).
Le affinità tra i due artisti, peraltro, terminano proprio con il successo raggiunto nel medesimo anno perché, nonostante siano entrambi ufficialmente alfieri del pop, non potrebbero fare musica più diversa e portatrice di stili agli antipodi.
Il cantautore britannico si è distinto per il suo approccio quasi folk, a livello di immagine e atteggiamento, in cui voce e chitarra sono due realtà fondamentalmente inscindibili e che si modulano in base a tutte le influenze che Sheeran convoglia nella propria poetica (dal folk della tradizione di Gran Bretagna e Irlanda fino al rap dei sobborghi londinesi e al grime di fine anni 2000, all’interno di un ventaglio espressivo molto ampio). Inoltre, ormai da anni, l’artista ha scelto un approccio live minimale, in cui va in scena solo armato del proprio strumento… e tutto il resto è costituito da un uso brillante di registrazioni e loop.
Fonsi, invece, non ha mai tradito la sua indole musicale latina che, nel corso della sua carriera discografica lunga oltre un quarto di secolo, ha avuto a tratti sfumature più rock, un approccio più in stile salsa e ballabili assortiti, influenze R&B nonché le inevitabili derive reggaeton (avvertibili anche in Despacito), adattandosi ai trend che cambiavano man mano che la sua avventura musicale proseguiva.
Eppure, persino due artisti così diversi e distinti hanno qualcosa che li lega e che, per assurdo, c’entra con l’Italia: solo loro due, in quasi un decennio, sono stati capaci di essere i musicisti più ascoltati del nostro Paese nonostante siano due stranieri. E qualcosa vorrà pur dire.
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