Trent’anni di All I Want for Christmas Is You
All I Want for Christmas Is You compie trent’anni. Tre decenni di inarrestabile martellamento radiofonico e non solo, trent’anni di presenza fissa in ogni genere di compilation e playlist a tema natalizio (in ottima compagnia), trent’anni di immarcescibile simbologia del Natale, trent’anni di perpetua riproposizione senza mai stancare gli ascoltatori, trent’anni di continua ricomparsa nelle classifiche dicembrine… e si potrebbe andare avanti a lungo.
Ciò che ci importa, però, è la notevolissima storia che si nasconde dietro All I Want for Christmas: una storia che comincia da una richiesta discografica piuttosto bizzarra accolta con scetticismo dalla stessa Mariah Carey e che, anche grazie a uno scintillio creativo tanto ispirato quanto (quasi) istantaneo, finisce per cambiare completamente le prospettive della stessa Mariah, che trasforma le perplessità iniziali in una fortissima adesione al progetto. Incluse sottovalutazioni clamorose del suo stesso lavoro…
Come nella miglior tradizione delle canzoni di Natale (è successo anche a George Michael e agli Wham! con la loro Last Christmas), la magnifica vicenda di All I Want for Christmas nasce e si sviluppa in estate e, in particolare, in un’estate calda come quella del 1994. Per prepararsi alla “missione”, infatti, la Carey si troverà ad addobbare casa sua con le decorazioni delle Feste per provare a entrare nello spirito del Natale mentre tutta New York gira in calzoncini corti. Per avere un po’ di contesto su quel fatidico ‘94: la venticinquenne Mariah Carey è fresca reduce dal successo interplanetario di Music Box – a tutt’oggi il suo album più venduto in carriera – ha tutto il mondo ai suoi piedi ed è sposata da un anno con Tommy Mottola, deus ex machina di Sony Music nonché una delle persone più potenti in assoluto all’interno del music biz. Mottola vorrebbe che Mariah pubblicasse un nuovo disco prima che l’onda lunga di Music Box si esaurisca e, in particolare, preme perché si faccia un album a tema natalizio.
Inizialmente, la cantante e il suo partner compositivo dell’epoca, Walter Afanasieff, non sono molto convinti: del resto, a metà anni 90 i dischi di Natale erano il tipico territorio delle vecchie star in declino o insipide compilation di brani a tema già registrati nel corso di eventi dal vivo, divertissement senza pretese in studio o iniziative promozionali assortite. In più, secondo Afanasieff, da diversi anni non venivano prodotti singoli ispirati dall’atmosfera festiva in grado di avere grande successo (in effetti, le due enormi hit di Natale di dieci anni prima, la già citata Last Christimas e Do They Know It’s Christmas? non avevano ancora avuto negli USA il riscontro ottenuto in Europa e nel resto del mondo). Insomma, il progetto parte perché a Mottola non si può dire di no ma non si può nemmeno dire che l’idea in sé fosse necessariamente brillante e le premesse portano i due autori a considerare il progetto più un riempitivo commerciale che altro.
E poi, in un quarto d’ora, scatta la magia che cambia ogni cosa. Bastano infatti quindici minuti alla Carey e ad Afanasieff per creare il nucleo pulsante di All I Want for Christmas praticamente di getto, come in preda a un’ispirazione incontenibile: si mettono al piano, all’interno dello studio newyorkese in cui lavorano, e la canzone prende forma. Per assurdo, il pezzo emerge con più facilità e spontaneità degli altri due brani originali che confluiranno in Merry Christmas, l’album richiesto da Mottola. A completare la track list, poi, intervengono diverse reinterpretazioni della Carey degli immancabili grandi classici natalizi tradizionali e, per fine estate, l’album è pronto. Tuttavia ne viene annunciata l’uscita solo a ottobre, causando sorpresa e sconcerto tanto nel pubblico, quanto nella critica specializzata, entrambi spiazzati da un mossa che, all’epoca, non è affatto usuale. La Carey però è ormai convintissima di quel che sta facendo e si getta a capofitto nella promozione dell’album, dandosi molto da fare per comparire più o meno ovunque possa aver senso andare per spingere il disco.
Nel frattempo, tutti e tre i brani originali vengono fatti uscire come singoli per accompagnare la promozione dell’LP ma la stessa Mariah è convintissima che saranno le cover a farla da padrone perché, come dice proprio lei in occasione di un’intervista concessa a CD Review: «Non importa quanto siano buone le nuove canzoni… A Natale, la gente vuole solo ascoltare i grandi classici!». Un errore di valutazione piuttosto marchiano, col senno di poi… per sua fortuna.
E il resto, come si dice in questi casi, non è solo storia ma addirittura leggenda del pop. All I Want for Christmas detiene a oggi tre Guinness World Record diversi e ha ottenuto premi e riconoscimenti di ogni genere, oltre ad aver venduto qualcosa ben più di 150 milioni di copie in tutto il mondo, negli ultimi trent’anni… mentre, invece, il numero di persone che hanno sentito il brano almeno una volta risulta semplicemente incalcolabile. E allora: tanti auguri a Mariah Carey, a Walter Afanasieff e a chiunque abbia avuto un ruolo nell’incredibile storia di cui è protagonista questa magica canzone che ha appena compiuto trent’anni.
E, in pieno spirito natalizio, tanti auguri di buone feste anche a tutti noi!
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