Disco Paradise: il nuovo assalto all’estate di Fedez, Annalisa & Articolo 31
E ci risiamo. Come nel 2021 e come nel 2022 (ne avevamo parlato su queste stesse colonne), il buon Fedez si ritrova a essere parte di un dream team di artisti con cui sfornare il classico successone estivo senonché, stavolta, gli è decisamente scappata la mano. Dopo la collaborazione con Achille Lauro e Orietta Berti, dopo il tris d’assi messo in piedi assieme a Tananai e Mara Sattei, stavolta il rapper di Buccinasco fa squadra con i rinati Articolo 31 e con la dominatrice delle classifiche italiane dell’ultimo anno solare, Annalisa. La cantautrice ligure – che un anno fa imperversava nelle radio grazie a Tropicana, realizzata coi Boomdabash – è infatti reduce dal periodo più fortunato della sua carriera e tanto la sua Bellissima (pezzo azzeccatissimo anche secondo noi), quanto la successiva Mon Amour hanno riscosso un consenso che aveva del plebiscitario. Pensandoci, appare quasi inevitabile l’unione delle forze con Fedez (e anche gli Articolo 31, naturalmente), ormai mogul dominatore del pop italiano.
Andando a sentire la canzone, tuttavia, non si può non riconoscere che il vero ingrediente vincente del pezzo sia proprio Annalisa: l’ex concorrente di Amici è in grado di prendere l’apertura melodica del ritornello e trasformarla nel punto più interessante del pezzo. Le strofe, anzi, hanno più il sapore del compitino, tanto a livello di testo, quanto di interpretazione vocale; quella di Fedez si distingue per un paio di citazioni pop e di similitudini almeno divertenti, mentre J Ax dà l’idea di aver lavorato essenzialmente di conserva, per quanto riguarda la sua parte di scrittura. Facendo un paragone con La dolce vita, il brano sembra meno bilanciato e organico, un puzzle decisamente meno ispirato di porzioni diverse che legano poco tra loro, di fatto redente dalla qualità vocale di Annalisa, che porta il tutto a un livello superiore, aiutata anche dal pre-chorus con citazione di Battisti che è indovinato quanto il ritornello.
Stavolta, il riferimento musicale che viene citato è il pop più funky degli anni 80 (ovvia l’associazione con Girls Just Wanna Have Fun di Cyndi Lauper ma non solo) ma la melodia vocale del ritornello conserva comunque un sapore anni 60 tutto sommato in continuità con il successo estivo dello scorso anno seppure con una leggerissima nota di malinconia in più, probabilmente data dall’interpretazione sognante di Annalisa e dal tono vagamente più nostalgico (e forse un filo più cinico) di tutto il pezzo rispetto a La dolce vita.
Al di là dei passaggi più o meno riusciti a livello di testo e/o interpretazione, non si può evitare di notare ancora una volta l’importanza cruciale del lavoro di Davide Simonetta, in arte d.whale, in quest’occasione supportato anche da Paolo Antonacci nella composizione, oltre che da tutti gli artisti che poi interpretano il brano per quanto riguarda il testo, nel confezionamento efficace dell’ennesima hit al suo attivo. Il produttore e autore lodigiano è più che una certezza, più di una garanzia che qualunque cosa tocchi sia perfettamente in linea, a livello sonoro, con il gusto contemporaneo. Di fatto, collaborare con lui è ormai quasi sinonimo di successo sicuro.
In chiusura, ancora una volta, non si può non riconoscere come – al di là di ogni giudizio estetico sulla qualità vera o presunta della sua produzione musicale – Fedez sia attualmente l’astro più fulgido del pop italiano e che il segno che si sta lasciando dietro nel mainstream sia infinitamente più rilevante di quello che ha lasciato nel rap, che pure gli ha consentito di costruirsi il primo successo. Del resto, nemmeno lui ha mai fatto mistero di averlo sempre voluto.