Black Nirvana: la torrida estate ballabile di Elodie
Gli ultimi, esaltanti anni di carriera di Elodie hanno visto un netto cambio di passo grazie a un brano ballabile pensato per l’estate e anche Black Nirvana, il suo ultimo successo, si inserisce perfettamente nel solco del lungo filotto di hit per la bella stagione che la cantante romana ha messo insieme nel corso dell’ultimo lustro. Parliamo ovviamente di Margarita, che nel 2019 riprende il filo di Nero Bali dell’anno precedente ma devasta le radio di tutta Italia in un modo a cui il brano precedente non era neppure riuscito ad andare vicino, di fatto costruendo i presupposti che hanno portato l’ex concorrente di Amici a consolidarsi tra le prime cinque popstar italiane contemporanee più rilevanti.
Un anno fa, in coppia con Marco Mengoni, è stata la volta di Pazza musica (di cui abbiamo abbondantemente discusso ai tempi) ma per l’estate 2024 Elodie ha deciso di rimettersi in proprio e regalare al suo pubblico un inno estivo da manuale, ballabile e disimpegnato, sensuale e appiccicaticcio come il corpo di chi ama dimenarsi nelle discoteche disseminate sulle spiagge del Belpaese.
Musicalmente il brano non è particolarmente innovativo né rivoluzionario: a uno sfondo di percussioni incessanti che rievocano il trend da discoteca dei tardi anni 90 e primi 2000 (e un po’ anche il tunz-tunz tipico di certe sigle dei cartoni animati Mediaset della stessa epoca), viene accostato un lenzuolo di suoni elettronici più in linea col gusto attuale ma che, ancora una volta, affondano le proprie radici proprio nelle sonorità produttive dei primi anni 90 (ma ovviamente senza la stratificazione raffinata e gli accostamenti arditi che ricordiamo nei brani più significativi di quell’epoca).
Di fatto, siamo di fronte a una semplificazione discotecara di alcuni cliché musicali ripresi direttamente dalla grande elettronica di fine ventesimo secolo, rielaborati nel contesto di un ballabile estivo che, invece della composizione, deve mettere in risalto la voce dell’interprete. Il team ITACA alla produzione, in questo senso, fa un lavoro egregio, riuscendo a infilare nella versione finale del pezzo anche qualche suggestione sonora più ricercata rispetto alla media, come per esempio gli accenti in tono acuto sul riff portante del brano o altri coloriture che campiscono gli spazi del ritornello, accompagnando la voce di Elodie.
A livello di interpretazione melodica, nelle strofe, la cantante romana accosta i giochi sui toni più bassi e caldi della sua voce (che padroneggia in maniera magistrale, per lei piena comfort zone) con un falsetto che serve per introdurre il ritornello. Quest’ultimo è, come da canoni della canzone pop, un’apertura melodica con un serio rinforzo strumentale appena introdotta da una piccola pausa di pura voce su silenzio (uno svolazzo creativo piuttosto frequente che però funziona perfettamente nello schema vuoti/pieni della canzone, fatta di continui stop & go, di alternanze tra vuoti e pieni sonori). Sempre in maniera “canonica”, il testo del ritornello ha delle cadenze più nette e sincopate della strofa, gestita in maniera
Gli ultimi trenta, quaranta secondi di canzone sono dedicati a un brevissimo bridge introduttivo del chorus finale che si appoggia su una flebile base elettronica (la quale ricorda mondi sonori già affrontati da Elodie, come per esempio in Andromeda o Due) e a una riproposizione con variazioni del ritornello portante, portato avanti fino allo sfinimento per poi concludere il brano sfumando. Di fatto, la conclusione del pezzo è concepita per incoraggiare chi balla Black Nirvana a scatenarsi fino agli ultimi secondi del pezzo, rimanendo sempre in sintonia con il ritmo trascinante della canzone. Proprio quel ritmo, del resto, insieme con la voce di Elodie, è il fondamento stesso di un brano che ha fatto ballare tutta Italia, quest’estate.