Giorgia e La cura per me: fine di una rincorsa

Al Festival di Sanremo 2025, Giorgia si è ripresentata con tutti i favori del pronostico, La cura per me e la voglia di portare avanti anche quest’anno il suo percorso di rinascita artistica e musicale intrapreso ormai quasi tre anni fa, nell’autunno del 2022, quando ha cominciato la lunga cavalcata che l’ha portata a pubblicare il suo quattordicesimo album (Blu), festeggiare i trent’anni di carriera, condurre X Factor, co-condurre Sanremo, recitare nel suo primo film da protagonista e, tanto per gradire, presentarsi due volte sul palco dell’Ariston in qualità di concorrente (collezionando due sesti posti finali). Non male, no?
Giorgia è di nuovo (percepita come) grande
In tutto questo (dell’esperienza a X Factor abbiamo già abbondantemente parlato, così come della sfolgorante carriera della cantante romana), la partecipazione alla kermesse sanremese di qualche settimana fa ha rappresentato a un tempo l’ideale completamento di un percorso di rilancio che è cominciato da quello stesso palco due anni fa ma anche il trampolino da cui riprendere forza per proseguire alla grande un triennio francamente molto denso di avvenimenti e successi. E, in parte, anche il risanamento della piccola ferita che Sanremo 2023 ha in parte rappresentato.
Perché parliamo di ferita? Perché, con tutta probabilità e alla luce di quanto è piaciuta (e ancora sta piacendo) La cura per me, il brano in gara due anni fa – Parole dette male – per quanto rappresentativo del disco allora in uscita della cantante romana ed esemplificativo di un certo tipo di atmosfere musicali che rappresentano molto Giorgia, non era abbastanza forte da sostenere l’artista capitolina sul palco ligure né sufficientemente corposo per garantirle una rentrée coi fiocchi agli occhi del pubblico generalista che sfrutta Sanremo anche per aggiornarsi sugli artisti che vi partecipano.
La cura per me è una ballata sentimentale dall’anima pop
La cura per me invece è tutta un’altra storia. Senz’altro il genere di riferimento del brano è qualcosa di più orientato alla ballata pop e alla grande canzone sentimentale della tradizione italiana però con una “confezione” esteriore decisamente internazionale, che va di pari passo con la cifra espressiva di Giorgia, sempre venata di profondissimi riflessi soul e blues. Tuttavia il ritornello è estremamente italiano, molto aperto a livello melodico e, soprattutto, tutta la canzone risulta decisamente accessibile nonostante il talento inarrivabile della cantante romana e le coloriture che le dà Giorgia, tendenzialmente irriproducibili per chiunque non abbia un’estensione paragonabile alla sua (per non parlare della sua tecnica).
Il pezzo di Sanremo 2025, soprattutto rispetto a Parole dette male, sembra anche molto più contemporaneo, nonostante sia più archetipico e più classico (quasi troppo “autoriale” e di nicchia il brano di due anni fa, il cui arrangiamento ricordava un certo R’n’B americano molto anni 90 che oggi fa un effetto passée più che vintage). La cura per me, dal canto suo, è un brano più nazionalpopolare – nel senso migliore del termine – che per sua stessa natura è più portato a incontrare il favore di una porzione di pubblico più ampia e, non a caso, per tanti era dato come potenziale trionfatore di Sanremo.
La cura per me: una hit degna del passato
Del resto, se si va a rovistare nella discografia di Giorgia, al di là di un notevolissimo corpus di brani molto figli delle sonorità blues, jazz e soul da cui però non ha tratto molte hit, i suoi successi maggiori sono contraddistinti da una chiara attitudine pop. Pop d’autore, per carità, ma pur sempre pop, quasi sempre declinato nella ballad sentimentale (pensiamo a Gocce di memoria, Di sole e d’azzurro, E poi, Quando una stella muore e così via).
La cura per me è il nuovo capitolo di questo filone, più radiofonico e sentimentale, che fa comunque ampiamente parte del repertorio dell’artista capitolina e che lei è sempre in grado di nobilitare ed elevare, attraverso le sue capacità e il suo smisurato talento. E il pubblico riesce sempre a recepire quando Giorgia prende un pezzo già forte e lo valorizza ulteriormente, inserendolo quasi di diritto nel novero della migliore espressione possibile della canzone popolare nostrana. Ed è francamente un bene, se ci è consentito dirlo.
Scopri tutti i corsi della Scuola di Musica Cluster: CLICCA QUI!
