Annalisa e Tananai fanno sul serio: Storie brevi
Annalisa è la dominatrice dell’ultimo biennio di musica popolare italiana, lo ripetiamo in continuazione, così com’è più che assodato come Tananai sia uno degli interpreti più in ascesa di questa prima metà di anni 2020. Non era però ovvio che una collaborazione tra loro due, per quanto intrigante, potesse sfociare in un grande successo perché, in questi casi, dipende tutto dal pezzo. Storie brevi, insomma, doveva esserci pienamente per avere una chance di diventare un singolo e non finire relegata in qualche deluxe edition del prossimo disco di Tananai.
Però la canzone, obiettivamente, c’è. Abbandonati i lidi sicuri del pop synth-wave, Annalisa torna ad abbracciare un impianto sonoro più easy listening con chitarrina, basso, batteria, tastiera e qualche effettuccio di archi qui e là. Tolta la batteria iniziale che mima ancora una volta un sound più elettronico a metà tra anni 80 e 90, l’arrangiamento è a tratti quasi cantautorale nella sua semplicità: da un lato, è il modo migliore per far risaltare l’ugola cristallina della cantante savonese, dall’altro è l’ingrediente principale di quel clima rétro che pervade tutta Storie brevi; per certi versi, del resto, la canzone sembra uscita direttamente dai tardi anni 70 (grande matrice dell’ispirazione dei Daft Punk, ai quali ha dichiaratamente guardato Tananai).
Siamo sinceri: si tratta di una calcolatissima operazione nostalgia che rievoca anche nell’ascoltatore contemporaneo, magari persino in quello nato diversi decenni dopo gli anni 70, qualcosa di comunque già sentito e assimilato, che si riferisce a un patrimonio condiviso di canzone italiana tendenzialmente sentimentale e pop artigianale più o meno raffinato con qualche brezza più franco-europea di stampo elettronico a ravvivare il quadro generale (ma senza esagerare). Un tessuto musicale che sa di Lucio Battisti che incontra Giorgio Moroder, ovviamente all’acqua di rose… e ci mancherebbe altro.
Poi, per una volta, si tratta di un brano che dà delle sensazioni di reale duetto, con una vera interazione tra voci e non solo una ripartizione quasi fredda di porzioni di canzone, di solito calcolata studiando a tavolino come dividersi le strofe per poi aggiungere uno stentato coretto fatto di una giustapposizione di voci registrate in studio in momenti e luoghi diversi. Soprattutto nelle battute iniziali, il botta e risposta tra Tananai e Annalisa ricorda un vero dialogo e ci restituisce una stilla del compiacimento che i due perfomer devono aver provato cantando insieme perché l’impressione è che si siano divertiti come matti. La combinazione tra le due voci, peraltro, contribuisce ulteriormente a rafforzare l’impressione di avere di fronte un prodotto raffinato e cantautorale (quale Storie brevi non è… ma, alla fine, che importa?).
Il cantautore milanese, perfettamente consapevole di avere a disposizione una risorsa di grosso calibro come la voce di Annalisa, ha cucito insieme un pezzo in cui il talento dell’artista ex Amici traspira da ogni battuta perché è completamente libera di fare più o meno tutto quello che le pare tanto a livello di interpretazione, quanto sul piano dell’improvvisazione. Annalisa, dal canto suo, ha un’innata sobrietà e non se ne approfitta, regalando il suo canto limpido come un ruscello di montagna al ritornello che la sua interpretazione rende non solo attaccaticcio ma anche piacevole e sensuale.
Ma il livello del pezzo sicuramente non si alza solo in virtù dei gorgheggi dell’autrice di Bellissima ma anche grazie al testo sornione e furbetto, divertente e divertito, dal forte sapore di Tananai. La pioggia di citazioni pop e i riferimenti ironici – fatti rigorosamente en passant – anche a concetti tutto sommato inquietanti tipo gli ecomostri, le assonanze e le rime fuori contesto per creare un piacevole sentore d’assurdo (acuito dal gioiellino che è il videoclip in stile Bonnie & Clyde): tutta farina del cantautore milanese con cui, però, Annalisa va a nozze in quanto convintissima seguace dei riferimenti pop e, soprattutto, delle venature di ironia da inserire nei testi delle canzoni.
Aggiunge poi una grande forza all’interpretazione anche il fatto che i due interpreti si impegnino enormemente per cantare al meglio e in maniera serissima anche i passaggi più simpatici del testo, creando un ossimoro in stile Elio e le storie tese che non può non strappare un sorriso. Probabilmente è ancora presto per dirlo ma Storie brevi ha proprio tutte le carte in regola, se non per diventare la hit dell’estate 2024, quanto meno per poter essere riascoltata anche in tutte le altre estati che verranno… che forse è anche meglio.