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Ma quanto conta davvero Sanremo?

A pochi giorni dall’inizio del Festival di Sanremo 2025 – che sarà condotto dal rientrate Carlo Conti dopo la lunga gestione Amadeus – mentre si scaldano i motori della grande macchina della musica italiana, torna in auge l’eterno dibattito: quanto conta davvero Sanremo per il mercato discografico italiano? Quanto sposta, alla fine dei conti, il Festival della canzone italiana?

Per tagliare subito la testa al toro e sgombrare il campo da eventuali ambiguità, si può cominciare col rispondere attraverso un’unica, semplice parola: tanto. Osservando la classifica di vendita Fimi complessiva del 2024, balza immediatamente all’occhio come, dei primi undici brani in graduatoria, ben sei venissero dall’ultima edizione della kermesse trasmessa da Rai Uno… A cominciare dal primo in assoluto, quel Tuta Gold di Mahmood che ha imperversato per tutto l’anno solare, venendo suonato anche molto oltre il termine del festival ligure.

Ma, come dicevamo, la hit del cantante milanese è in ottima compagnia perché, subito dietro Tuta Gold, troviamo l’intero podio di Sanremo 2024 (I p' me, tu p' te di Geolier, secondo classificato, è il terzo singolo più venduto dell’anno, Sinceramente di Annalisa, sull’ultimo gradino del podio, è il quarto mentre La noia di Angelina Mango, canzone vincente sul palco dell’Ariston, è ottavo) ma anche brani che, al di là del tutto sommato trascurabile piazzamento finale, hanno conosciuto un grande successo di pubblico come Click Boom! di Rose Villain o Casa mia di Ghali.

Delle cinque canzoni che completano la Top 11 Fimi, solo due non hanno alcun legame con Sanremo: si tratta di 30° C di Anna Pepe e di Sesso e samba, di Tony Effe e Gaia (successo estivo che abbiamo già approfondito realizzato in collaborazione dai due artisti di cui, peraltro, è già noto che parteciperanno all’imminente edizione 2025 della kermesse, anche se non più in coppia).

Le altre tre – Come un tuono di Rose Villain, 100 messaggi di Lazza e L’ultima poesia di Geolier & Ultimo – sono invece farina del sacco di interpreti che hanno tratto una grossa spinta alle rispettive carriere dalla partecipazione al Festival dello scorso anno (Rose Villain e Geolier) o che si sono definitivamente consacrati sul palco dell’Ariston, come Lazza (la sua Cenere è stata la vincitrice morale di Sanremo 2023, come molti di voi ricorderanno).

In particolare, Rose Villain e Geolier – curiosamente accomunati dal fatto di essere entrambi giudici di Nuova scena, il talent di Netflix dedicato agli aspiranti artisti emergenti della scena urban italiana – hanno fatto un enorme salto di popolarità grazie alla loro presenza sul palco dell’Ariston. Il rapper napoletano ha decisamente bucato la sua nicchia regionale consacrandosi a livello nazionale mentre la “fata dai capelli turchini” del pop italiano è ufficialmente approdata al mainstream dopo anni di ascesa costante – e la sua Come un tuono, altro brano di cui abbiamo lungamente parlato, è stata la seconda canzone più di successo in Italia in tutto il 2024.

Insomma, se ci si chiede quale sia il peso di Sanremo sui destini discografici del nostro Paese, guardando ai dati Fimi ufficiali dello scorso anno, la risposta è semplice quanto decisiva: il Festival della canzone italiana, a quasi ottant’anni dalla sua fondazione, è ancora decisivo per tre quarti della top 10 nazionale annuale.

Non proprio un contributo trascurabile, no?

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Autore: Giorgio Crico

Milanese doc, sposato con Alice, giornalista ma non del tutto per colpa sua. Appassionato di musica e abile scordatore di bassi e chitarre. ascolta e viene incuriosito da tutto nonostante un passato da integralista del rock più ruvido.